Intervista al mezzosoprano Anna Bonitatibus

Mozart e la musica barocca, uno stano cognome, l’amore e un vicino invadente. Il giovane mezzosoprano Anna Bonitatibus si racconta in questa invervista. 
Allora, Anna, ti aspetta un Cherubino a Vienna
Si, è un ruolo che amo moltissimo , anche se, confesso di percepire uno sviluppo della vocalità verso un più ampio repertorio, ma Cherubino mi rende sempre felice. Ho un unico timore, non so cosa mi aspetta sul piano della messa in scena. Sai anche tu che cose terribili si vedono…
…In particolare nei paesi tedeschi…
Sai, quando si firma un contratto, non è specificato quale sarà la “lettura” del regista, con tutto quanto ne consegue. Speriamo bene.
Ci racconterai. Senti parlando ancora dei tuoi autori. Mozart, Rossini, la musica barocca…
Sì, Mozart mi è particolarmente congeniale, adoro Sesto de “La clemenza di Tito”; ma nel mio cuore c’è Rossini, con la sua ironia e la sua conoscenza della voce. In quanto al repertorio barocco,è stato un po’ il mio punto di partenza. I miei esordi sono stati nel nome di Vivaldi nel “Tamerlano” e il mio debutto assoluto è stato in campo discografico incidendo “La Griselda” di Vivaldi.
E comunque ha un peso rilevante nella tua carriera..
Certamente, devo molto all’Opera barocca, oltre che rappresentare un beneficio per la voce, mi ha aperto le porte di molti teatri importanti; sai all’estero questo repertorio è molto apprezzato, ricordo l’entusiasmo con il quale ad esempio, è stato accolto il Giulio Cesare a Zurigo, e sai che l’opera non è così corta….
Ora come guardi allo sviluppo della tua voce e quindi del tuo repertorio?
Credo e spero di aver ancora tanto Rossini e bel canto da sperimentare, Verdi è certamente nei sogni di tutti coloro che amano la sua musica, ma ad oggi, non credo di possedere le caratteristiche vocali necessarie per la sua scrittura. Certo altri repertori, come quello francese, mi sono più vicini e possono offrire la possibilità di esprimere anche altre nuances….
Cioè?
Sai, nella scrittura barocca emerge sicuramente l’abilità stilistica e a volte pirotecnica, non sono poche le situazioni nelle quali sento che il pubblico aspetta “i fuochi ’artificio”..fortunatamente divertono anche me, ma ad esempio un’opera come Werther, tocca altre corde, così come il Komponist della straussiana Ariadne, apre all’espressività più tardoromantica.
Lasciamo da parte un po’ l’opera e parliamo un po’ di te… iniziamo da questo tuo cognome…Bonitatibus
Volentieri, è di ascendenza latina, credo sia un ablativo plurale il cui significato dovrebbe essere “alle bontà”. Casualmente ho saputo dell’esistenza di poche altre famiglie, sparse un po’ in tutto il mondo, il ceppo originario è in un paesino vicino Sulmona, io sono invece nativa di Potenza.

In ogni caso mostra già una sua importanza, anche nel significato. E veniamo al tuo carattere carattere? Come lo definiresti?
Credo di essere una persona piuttosto tenace.
Il tuo principale difetto?
Permalosa e aggiungici un po’ polemica.
Segno zodiacale?
Leone.
Superstiziosa?
Direi di no, solo un po’ scaramantica: prima di ogni recita telefono alle mie sorelle.
Tre aggettivi per il tuo amore ideale?
Fedele, passionale e ironico.
Lo hai trovato?
Diciamo che non c’erano tutti e tre questi aggettivi. Mi rendo conto ogni giorno di più che con la mia professione è molto difficile gestire un rapporto affettivo. In questo aggiungici poi che sono diventata molto esigente, o forse lo sono sempre stata! Forse metterei anche questo aspetto tra i miei difetti !
Cosa volevi fare da grande?
Mamma mia! Credimi, non lo so ancora! Una vita non basta!
Hai mai gridato vendetta?
No, non è nel mio carattere, non ho nessun atteggiamento vendicativo.
Il libro che ti ha segnato?
Sono moltissimi I libri che ho amato. Adesso sono rimasta molto colpita da “Le cose dell’amore” di Umberto Galimberti. Un libro che tratta le dinamiche amorose e il nostro modo di relazionarsi. Mi ha fatto riflettere molto.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte?
Mi ha sostenuta e incoraggiata, visto che non sono nata in una famiglia di musicisti.
La musica è stata una vocazione?
Assolutamente sì. Sono nata con questo amore e ne sono stata fiera. Ricordo che da ragazzina quando andavo a prendere le prime lezioni di pianoforte, partivo con lo spartito sottobraccio e lo mettevo bene in mostra, quasi a volere fare vedere che ero una musicista.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
D’istinto potrei dirti il grande amore, ma con la mia visione profonda del sentimento, ormai ci credo poco. Fortunatamente ho la possibilità di vivere il valore della vera amicizia.
La delusione più grande?
Ne ho avute tante, ma non ci penso più, sono dei passaggi obbligati della vita.
Avrai avuto anche tante soddisfazioni, comunque…
Certamente. Il ruolo di Orphée In Orphée et Euridice di Gluck/Berlioz, a Monaco; Ne ho avute anche di recente, a Parigi dove ne “Il Trionfo del Tempo e del disinganno” di Handel con Marc Minkowski e ancor più poche settimane fa a Salisburgo, quando in extremis ho cantato nell’ “Oratorio a quattro voci” di Alessandro Scarlatti sotto la direzione del M° Muti. Ho studiato la parte, per altro lunghissima, in pochi giorni, ed è andato tutto molto bene.
Ti è capitato spesso il ruolo di “salvatrice” ?
Capita, si, ricordo una Cenerentola a Francoforte..momento difficile quando non conosci la regia, il palcoscenico, i colleghi e…il direttore d’orchestra! Ricordo di essere caduta in una botola abbastanza profonda, nel buio…
In ogni caso credo che, essere una musicista aiuti non poco nella sicurezza in scena..
E’ vero, il diploma di pianoforte ti aiuta moltissimo.
Sei una cantante in netta ascesa, che importanza dai al denaro?
Molto relativa, lo considero un mezzo che certamente aiuta a vivere meglio, ma i valori e le piccole felicità risiedono altrove..
Hai un sogno ricorrente?
Non ho un sogno ricorrente, ma una fervida attività onirica, e per questo assai varia, a volte troppo…
Di che cosa hai paura?
Della morte.
Gli ideali, le passioni sono importanti?
Nella maniera più assoluta, si!

A te, chi o cosa ti imbarazza?
L’invadenza e a volte ho modo di sperimentarla proprio nel privato…
La situazione più rilassante?
Con la mia famiglia, con gli amici. In questo momento con le mie nipotine.
Materia scolastica preferita?
La matematica.
Città preferita?
Parigi, Roma. Di recente ho scoperto le isole Eolie, luoghi magnifici!
Colore preferito?
Il bianco.
Fiore preferito?
La calla, un fiore dalle proporzioni perfette.
Vacanza ideale?
Quella che ho appena fatto alle Eolie: luoghi magnifici e con le persone a me più care.
Giorno o notte?
Amo la notte, ma amo molto il profumo del mattino.
Il film più amato?
Sono molti i film che amo, di getto ti posso dire “Il cacciatore”, “Il padrino” e “La finestra di fronte”.
La stagione dell’anno?
L’inverno.
Il posto dove si mangia peggio?
Londra.
Il tuo rapporto con il cibo?
Troppo buono direi, sono una buonissima forchetta.
Piatto preferito?
Tutti i tipi di pasta e le melanzane alla parmigiana.
Vino rosso o bianco?
Assolutamente rosso e in certe occasioni, anche ben graduato, sui 14°.
Il cantante preferito?
Mi spiace per l’ovvietà, e senza togliere nulla a tutti i magnifici cantanti che ci hanno insegnato questa magnifica arte, direi Maria Callas per la completezza della sua arte e Franco Corelli per la grande generosità vocale.
A chi non conoscesse la sua voce, cosa le farebbe ascoltare?
Oh Dio! Sinceramente preferirei farmi conoscere in cucina, preparando una bella cena, ma se proprio la mettiamo sul musicale, direi l’aria del Piacere:”Lascia la spina, cogli la rosa” dal “Trionfo del Tempo e del Disinganno” di Handel.
Il primo disco acquistato?
Andavo a Napoli a comprare i dischi e la mia prima opera è stata la “Tosca” con la Callas e Di Stefano diretta da De Sabata. Dischi tuoi? Ne hai programma qualcuno o ne hai registrato qualcuno di recente?
Devo terminare una “Clemenza di Tito” a Copenaghen, Ho appena terminato “Tolomeo” di Handel con Alan Curtis, in uscita con Deutsche Grammophone, ho in programma dei recitals , ma sono in via di definizione.
E’ quasi d’obbligo chiederti quali saranno i tuoi prossimi impegni a parte quelli che mi hai detto..
In Italia, prima del “Werther” a Jesi, sarò a Dresda con “La Cenerentola”, poi Palermo dove canterò Neris nella “Medée” di Cherubini. Poi mi aspetta Sesto nel “Giulio Cesare” di Handel con René Jacobs a Bruxelles e Amsterdam.
Un calendario decisamente pieno e cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Nulla di particolare, cerco di starmene il più possibile tranquilla, mi riscaldo, saluto i colleghi e nulla più.

Cosa non manca mai nel tuo camerino?
L’acqua una mela e lo spartito, mi rassicura sempre averlo lì, anche se sono, per dirti, alla quindicesima recita.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Chi me l’ha fatto fare!
Stato d’animo attuale?
Decisamente serena, azzarderei….felice.
Il tuo motto?
Sai che non ne ho? Sinceramente non ci ho mai pensato.

Il mezzosoprano ANNA BONITATIBUS, diplomata in Pianoforte e Canto e vincitrice di concorsi internazionali, debutta al Teatro Filarmonico di Verona nel Tamerlano di Vivaldi, nella sua prima esecuzione moderna.
Da allora, è invitata a cantare nei maggiori teatri italiani ed esteri, dove interpreta numerosi ruoli del repertorio rossiniano, mozartiano e della scuola del ’700 napoletano, distinguendosi particolarmente in La Cenerentola, Le comte Ory, Il barbiere di Siviglia, e ancora Don Giovanni, Così fan tutte, Le nozze di Figaro, La clemenza di Tito, La Molinara di Paisiello, Ser Marcantonio di Pavesi, Il marito disperato e L’Olimpiade di Cimarosa. Affianca a tale repertorio opere contemporanee e di rara esecuzione quali The Medium di Menotti, Eleonora di R. De Simone e Una cosa rara di Martin y Soler che debutta al Konzerthaus di Vienna nel 1997. Tra le opere interpretate si ricordano, inoltre, le belliniane Norma (Teatro di San Carlo di Napoli) e I Capuleti e i Montecchi (Romeo; Opera di Tenerife, Teatro Carlo Felice di Genova), L’amico Fritz di Mascagni (a Montecarlo e Strasburgo). Nell’ambito del repertorio barocco ricordiamo le monteverdiane L’incoronazione di Poppea (Maggio Musicale Fiorentino), Il ritorno di Ulisse in patria (Minerva, Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera) e L’Orfeo (Silvia Messaggera, con la Münchner Rundfunkorchester), nonché Tamerlano di Händel (in una tournée dell’English Concert ad Halle, Parigi e Londra), Dal male il bene di Abbattini Marazzoli (Festival di Musica Barocca di Innsbruck) e L’Olimpiade di Pergolesi (in tournée a Ravenna, Modena, Piacenza e Reggio Emilia).

Anna Bonitatibus ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, quali Riccardo Muti, Myung-Whun Chung, René Jacobs, Lorin Maazel, Jordi Savall, Jeffrey Tate, Alberto Zedda, Ivor Bolton e molti altri. Svolge inoltre un’intensa attività concertistica, specialmente in ambito sacro, con titoli di Rossini, Pergolesi, Mozart, Vivaldi, Beethoven, ecc. Ha, al suo attivo, numerose incisione discografiche, fra cui ricordiamo Griselda e Beatus Vir di Vivaldi e Falstaff (Naxos), Adelia e La Maddalena ‘a piedi di Cristo di Bononcini (Ricordi BMG); nonché le recenti registrazione in CD e DVD del Tamerlano di Händel, delle Lettere amorose di Scarlatti (Virgin), di Deidamia di Händel e di arie di Gluck (Amadeus); in corso d’opera la registrazione de La Clemenza di Tito (nel ruolo di Sesto) con la direzione di Adam Fischer.

La stagione 2006/07 ha preso il via con La Clemenza di Tito a Copenaghen, Il Trionfo del tempo e del disinganno alla Cité de la musique a Parigi e alla Monnaie di Zurigo ed è proseguito con gli acclamati successi ne Le Nozze di Figaro a Monaco di Baviera, Petite Messe Solennelle at the Teatro Massimo Bellini di Catania. È reduce dall’acclamato debutto alla Royal Opera House Covent Garden di Londra quale Medoro nell’Orlando. Il cartellone dei suoi prossimi impegni include, fra gli altri titoli, Médée al Teatro Massimo di Palermo, Le nozze di Figaro al Theater an der Wien, a Monaco e al Covent Garden di Londra, La Cenerentola a Dresda e Giulio Cesere a Bruxelles ed Amsterdam.