“Senza trucco”…. Michele Pertusi

Verona, al Teatro Filarmonico, tra una recita e l’altra dell’ “Anna Bolena” , incontro il basso Michele Pertusi che nell’opera di Donizetti impersona il ruolo di Enrico VIII. Un aperitivo e quattro chiacchere, un po’ a “ruota libera” con il simpatico cantante.  Lo sai, Michele che non intendo farti un’intervista troppo “seria”?
Ma meno male! Cavolo! Qualche volta ci sarà permesso anche a noi cantanti lirici di avere qualcosa altro da dire.
I fans della lirica sono però legati a questo aspetto.Un po’ a senso unico di voi cantanti…
Come se cantassimo dalla mattina alla sera…
…parleremo un po’ di lirica, ma anche di altro. Che carattere hai?
Credo di essere un bonaccione…ti pare?
Direi proprio. Difetti?
Sono un gran disordinato. Sono assolutamente incapace di organizzarmi nelle cose pratiche.
Quale qualità ti attrae di più in un uomo?
Certamente la schiettezza, l’onestà la rettitudine.
E in una donna?
Ci sono molto aspetti, ma al primo posto metto la sincerità.
La persona a cui chiederesti consiglio in un momento difficile?
Sicuramente a mia moglie.
Il tuo ideale di felicità?
La serenità in famiglia credo sia la cosa più importante.
Segno zodiacale?
Capricorno.
Superstizioso ?
Assolutamente no.
Cosa volevi fare da grande?
Di sicuro il cantante.
Hai mai gridato vendetta?
Parlerei piuttosto di un desiderio di rivincita, ma nessuno spirito vendicativo.
Un libro che hai amato?
Mi è rimasto nel cuore “I ragazzi della via Paal” di Molnàr.
Il giorno più felice della tua vita?
La nascita del mio primo figlio. E’ stata un’emozione grandissima.
E uno triste?
Certamente la perdita di persone care, ma anche avvenimenti tragici come l’11 settembre, provocano degli sconvolgimenti che ti segnano.Ti riendi conto che tutto non è più come prima.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
Direi proprio nulla. Dal punto di vista professionale e umano credo di avere raggiunto un ottimo equilibrio.
Una tua follia?
Follie non ne faccio. Qualche cavolata, si. Ad esempio, quando ho voluto giocare a calcio, senza essere allenato e, logicamente, mi sono fatto male.
Un tuo sogno ricorrente?
Stare per entrare in scena e non ricordarsi assolutamente nulla di quello che devi interpretare. Credo sia un sogno abbastanza ricorrente tra gli artisti di palcoscenico.
Quali sono le tue paure?
Per me stesso, di invecchiare male. In generale, del fanatismo e dell’ integralismo religioso. Gli estremismi sono sempre deleteri.   A te, chi o cosa t’ imbarazza ?
Spogliarmi in scena.
La situazione più rilassante?
Divano e telecomando in mano.
Materia scolastica preferita?
La storia.
Città preferita?
Al primo posto la mia città, Parma, poi Roma e Venezia.
Colore preferito?
Il verde.
La tua vacanza ideale?
In Sardegna con la mia famiglia.
Giorno o notte?
Sono un animale notturno, non andrei mai a dormire.
Il film più amato?
“Testimone d’accusa” di Billie Wilder.
Attore preferito?
Marlon Brando.
Autore preferito in prosa?
Anton Cechov.
La stagione dell’anno?
L’Inverno.
Parliamo di cibo. Il tuo peccato di gola?
Gli agnolini alla parmigiana, potrei strafogarmi. Devono dirmi “basta” se no arrivo all’indigestione.
Da 1 a 10 che voto ti dai in cucina?
Sottozero. Non riesco a fare nulla.
Cosa preferisci bere:Vino rosso o bianco?
Il bianco frizzante.
Il paese dove ti capita di mangiare peggio?
Senza ombra di dubbio in Inghilterra.
Se dovessi cambiare qualcosa nel suo fisico cosa cambieresti?
O tutto o niente. A parti gli scherzi, un po’ di “pancetta” in meno non guasterebbe, ma non sono certo quello che rinuncia ai piaceri della tavola. Avrei anche voluto che i capelli fossero rimasti un po’ più a lungo al suo posto. Alla fine mi accetto per come sono.
Se vincessi una somma enorme alla lotteria?
Prima di tutto dovrei giocare. Aprirei, all’estero,un ristorante con specialità parmensi.
Ti capita di dire bugie?
Più che mentire mi salvo con delle…imprecisioni.
Parliamo di musica. Quali sono i tuoi cantanti preferiti?
Cesare Siepi e Dean Martin. Un accostamento strano,eh? Credo che, Martin avesse un modo di “mettere il suono” ma anche di dare un senso a quello che cantava, veramente incredibile e unico.
Ti ricordi il primo disco acquistato?
Il “Rigoletto” con Bastianini e Kraus.
E tra le tue incisioni, quale cd consiglieresti a chi non ti conosce?
“Il Turco in Italia” che ho inciso per la Decca.
Il tuo ruolo più amato?
Ho interpreato moltissimi personaggi che mi hanno gratificato. Nutro un particolare affetto per il Don Chisciotte dell’opera di Massenet. Peccato che ci si allestisce raramente.
Parlando di una stretta attualità. Adesso tu stai cantando Enrico VIII nell’Anna Bolena, come sta andando?
Sai benissimo che il mio ruolo, musicalmente parlando non ha un grandissimo peso. In tutta sincerità, e non per il fatto che il mio personaggio non è di primissimo piano, ma credo che in quest’opera di Donizetti, c’è un unico momento veramente “grande”, il finale dell’opera. Non a caso la pagina che, se vogliamo è rimasta in repertorio.
In effetti….
E’ così.Mariella (la Devia ndr), poi è riuscita a trovare degli accenti e dei preziosismi incredibili! C’è stato anche chi mi ha detto che, dopo la Callas e la Gencer non c’è stata più nessuna cantante in grado di essere Anna Bolena. Non voglio essere polemico, ma queste grandi interpreti, cantavano anche una partitura ben “tagliata”. Vuoi mettere cantare una “Bolena” pressoché integrale ? L’interpretazione è cambiata, evoluta, in senso musicale, se vogliamo. Se mai ci possiamo chiedere:esecuzioni integrali? Tagliare? Beh, dopo quasi due ore di atto primo…
Si è quasi stremati, no? In ogni caso, ai nostri giorni, ci sarebbero grosse critiche se venisse proposta Anna Bolena come negli anni ‘50.
E riguardo alla messa in scena di Graham Vick?
Sono piuttosto perplesso su questa produzione. Grande entusiasmo di critici. Booh!… Per fortuna la mia parte è breve perché canto dentro a dei costumi allucinanti, fonoassorbenti, degli autentici scafandri. Con un peso del genere non avrei di certo potuto cantare un ruolo più pesante, tipo un Assur della “Semiramide”. Se questa “Bolena”, come pare, verrà portata a Palermo, ci penserò bene prima di accettare.
Dopo questa Bolena cosa farai?
Tornerò a cantare “Attila” di Verdi in un tour di teatri emiliani:Piacenza,Ferrara, Modena. Mi fa molto piacere tornare nei “miei luoghi”. Poi sarò a Palermo per un concerto e canterò in opere che fanno parte del mio repertorio: “Maometto II” ad Amsterdam, “I Puritani” a Bruxelles con la Rancatore e poi, questa estate, sarò nuovamente al ROF di Pesaro per “Gazza Ladra”.
Ruoli nuovi? Stai pensando a qualcosa?
Sono molto soddisfatto di quello che ho fatto fino adesso. Non credo di aver compiuto dei passi falsi. Sono attratto da alcuni ruoli baritonali. Vorrei cantare Il “Gianni Schicchi“, un ruolo dalla vocalità abbastanza “ibrida” e poi Simon Boccanegra e Jago dell’Otello.
Ci sono proposte?
Al momento no. Servirebbero delle condizioni musicali e registiche, non dico ideali, ma almeno soddisfacenti. E’ sempre più difficile avere a che fare con direttori d’orchestra che sappiano dirigere l’opera lirica e con registi con delle idee intelligenti. Prima o poi si arriverà al momento in cui il pubblico non ne potrà più di allestimenti assurdi.
Senti Michele, tu hai già alle spalle una carriera di tutto rispetto. Come vedi le giovani generazioni di cantanti?
Rispetto a quando mi sono dedicato io al canto vedo pochissima passione e poca cultura. Mi è capitato di parlare con dei giovani, di interpreti del passato e mi guardavano come se stessi parlando dei “marziani”. C’ è un “ego” smisurato, spesso senza meriti. Si cantano delle note ma non si interpreta la musica.

Il basso Michele Pertusi è nato a Parma, ha studiato canto con Arrigo Pola e Carlo Bergonzi ed, in seguito, ha completato la sua formazione con Rodolfo Celletti. La sua carriera lo ha condotto, in breve tempo, nei teatri e nelle sale da concerto più importanti del mondo, dove ha sempre riscosso ampi consensi di pubblico ed unanimi apprezzamenti da parte della critica. Ha recentemente ricevuto dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro come Benemerito della Cultura.
Il suo vasto repertorio comprende titoli quali Don Giovanni , La gazza ladra , I puritani , Il turco in Italia, Le nozze di Figaro, Semiramide, Lucia di Lammermoor , L’italiana in Algeri , Lucrezia Borgia , Guillaulme Tell, La sonnambula , Le comte Ory , Attila , Nina pazza per amore , Les contes d’Hoffmann .
Ha collaborato con direttori di fama internazionale quali Daniel Barenboim, Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, Colin Davis, Daniele Gatti, Carlo Giulini, Vladimir Jurowski, James Levine, Zubin Metha, Riccardo Muti e Georg Solti.
Raffinato interprete rossiniano, negli ultimi anni Michele Pertusi ha calcato più volte il palcoscenico del Rossini Opera Festival, interpretando i più importanti ruoli rossiniani. Il debutto pesarese, risalente al 1997, lo vide protagonista in nuova produzione di Moïse et Pharaon (Moïse) diretta dal M.° Vladimir Jurowski e con la regia di Graham Vick. Sempre a Pesaro, ha recentemente interpretato, con successo, Il viaggio a Reims, la Petite Messe Solennelle e Le Siège de Corinthe. Il Festival Rossiniano gli ha conferito, inoltre, il prestigioso premio “Rossini d’oro”.
Il cartellone dei suoi prossimi impegni annovera, fra gli altri titoli, Attila al Teatro Piccinni di Bari e a Piacenza con la Fondazione Arturo Toscanini, Requiem di Verdi al Teatro Sao Carlos di Lisbona, Maometto II ad Amsterdam con Radio Vara e al Teatro San Carlo di Napoli, I Puritani e Il cappello di Paglia di Firenze alla Monnaie di Bruxelles, Benvenuto Cellini al Barbican Centre di Londra (con la London Symphony Orchestra), La gazza ladra e Petite Messe Solenelle al Rossini Opera Festival, Le nozze di Figaro e La Sonnambula al Metropolitan di New York, Mosè in Egitto al Teatro dell’Opera di Roma, Luisa Miller a Monaco di Baviera, Lucrezia Borgia al Teatro Regio di Torino e al Carlo Felice di Genova, L’Italiana in Algeri a Bilbao e Les Contes d’Hoffamann al Teatro Regio di Torino.
La sua ricca discografia comprende, fra gli altri titoli, Messa Solenne, Stabat Mater, Cantata per Pio IX , Cenerentola diretta dal M.° Riccardo Chailly, Don Giovanni e Così fan tutte con il M.° Georg Solti (Decca), Le nozze di Figaro con il M.° Zubin Mehta (Sony), Semiramide e Maometto II (Ricordi), Don Giovanni con il M.° Daniel Barenboim (Erato), La damnation de Faust e Falstaff con il M.° Sir Colin Davis (LSO).
Nel 1995 gli è stato conferito il premio “Franco Abbiati” dalla critica musicale italiana. Per l’incisione del Turco in Italia (dir. M.° Riccardo Chailly; Decca) è stato insignito del Gramophone Award.Nel febbraio 2006 ha vinto, inoltre, il prestigioso Grammy Award per l’incisione live di Falstaff con la London Symphony Orchestra diretta dal M.° Sir Colin Davis (etichetta LSO Live).