“La Traviata” di Lisbona

Cari amici, per l’argomento di questo spazio ho preso spunto dall’apertura di una mostra presso il museo dell’Elettricità di Lisbona organizzata con l’Associazione Maria Callas di Venezia.Ripercorreremo insieme a voi l’unica presenza di Maria Callas in Portogallo nel ruolo di Violetta Valery per le recite del 27 e 30 marzo 1958 dopo un processo di negoziazioni relativamente lungo tra la sovrintendenza e la cantante che aveva previsto ancor prima che la Traviata, Sonnambula e Tosca.

Del 6 novembre 1957 risale un telegramma dell’agente italiano Francesco Ansaloni al direttore del Teatro S. Carlos Jose de Figueiredo nel quale si annuncia che Maria Callas ha deciso di cantare in Traviata a Lisbona. Il giorno dopo lo stesso Ansaloni scrive una lettera che narra del suo incontro al Biffi Scala con la Coppia Meneghini- Callas.
Al 27 novembre risale un altro telegramma nel quale Ansaloni comunica al direttore del teatro che i cantanti scelti per esibirsi insieme a Maria Callas saranno Alfredo Kraus e Mario Sereni.
L’8 Febbraio 1958 Meneghini scrive a José de Figueiredo dall’ Waldorf Astoria Hotel di New York:

“Egregio Signore,
mia moglie ha avuto il suo telegramma e la ringrazia ancor per le sue parole e per il suo cortese interessamento.
Dunque il nostro programma è questo: noi staremo qui fino al 5 marzo, il 6 partiremo per Milano dove ci fermeremo fino al 20. Il 21 ( o il 23) partiremo per Madrid, da qui il 25 partiremo per Lisbona essendo le recite fissate per il 27 e il 30. Noi abbiamo bisogno di una stanza matrimoniale grande con salotto ed una stanza annessa per la cameriera. Grazie di nuovo ed arrivederci. G. B. Meneghini

Il 23 Marzo partirono da Milano per Madrid con scalo a Roma. Sono giorni tristi per Maria , anche se gli impegni non le mancano sa che sta per concludersi il suo lungo rapporto col Teatro alla Scala di Milano. Dopo lo scandalo della Norma interrotta a Roma, Ghiringhelli ebbe delle pressioni da parte del governo italiano affinché fossero preclusi i due più importanti teatri d’Italia, il Teatro dell’Opera a Roma e la Scala . Maria scrive l’11 marzo al sovrintendente per avere informazioni sulla futura stagione ma le risposte sono laconiche.Nuovamente scriverà il 27 da Lisbona e poi il 18 aprile ma ormai non c’e’ più niente da fare. Ormai è deciso la Callas non canterà più a Milano. Scrive un’ultima volta alla Sovrintendenza in data 19 maggio:

“In data 11 marzo lamentavo che , avendomi a metà gennaio il Sovrintendente riconfermato il proposito già ripetuto fin dal novembre dell’anno prima di assumermi anche per la stagione 1958-1959, ed avendolo io invitato a precisare la proposta con le date, i nomi delle opere, ecc. scrivendo a New York dove io mi recavo, questi non si fosse fatto più vivo. Né più avesse accennato alla trasferta di Bruxelles.
In data 17 marzo il Sovrintendente rispondeva di essere stato egli in attesa d’una mia comunicazione circa i periodi che io intendevo destinare alla futura collaborazione. E diceva di ritenere di avermi così esaurientemente risposto!
Allora, a scanso di ulteriori equivoci, il 27 marzo precisavo che mai m’ero sognata di pretendere che fosse la Scala a dover adattare il suo programma ai miei, e di conseguenza rinnovavo l’invito a voler, con cortese premura, rendere noti i propositi del massimo teatro, Essendo ogni ritardo a me pregiudizievole. La deferente richiesta rimaneva senza riscontro: il 18 aprile mi vedevo pertanto costretta a sollecitare. Ho così ricevuto la lettera del 28 aprile.
A prima lettura dovrei credere di essere proprio quella “preziosa e insostituibile collaboratrice” come , la Sovrintendenza, un tempo , amava scrivere; credere che la stagione scaligera debba adattarsi ai miei “periodi liberi”, ignorando i quali non possa la Direzione rispondere ai miei solleciti; credere in simili incongruenze, negate non solo dalla natura del datore di lavoro, ma dal notorio e nemico comportamento che il signor Sovrintendente personalmente mi riserva da tempo, e su cui sorvolo.
Pertanto devo invece , se pur con rincrescimento, concludere che con l’elusiva lettera del 28 aprile si è voluto evitare una volta di più di rispondere alla mia richiesta di precisazione scritta sul contenuto della proposta di lavoro a suo tempo fattami. Nel deliberato intento di tenermi per mesi e mesi in sospeso e nella condizione di non poter curare i miei interessi che, notoriamente subordinati alla proposta stessa, hanno così sofferto grave danno.
Di un tale comportamento della Sovrintendenza, ingiusto e non certamente improntato a quel principio di buona fede che la legge pretende presieda ad ogni trattativa, intendo dare attocon la presente. Perché, occorrendo, sia reso di pubblica ragione, qualora il pubblico commenti la mia assenza, che non per mia volontà mi vedo costretta da oggi a rinunciare a proseguire nell’insincero rapporto. Distinti saluti.”

Arrivati a Madrid la Callas partecipò la sera stessa ad uno spettacolo di Flamenco. Il giorno successivo cantò presso il Cinema Monumental arie dalla Norma, Trovatore, Mefistofele e Hamlet riscuotendo un notevole consenso soprattutto fu lungamente applaudita all’esecuzione de “L’altra notte” dal Mefistofele e la scena della follia di Ophelia dall’Hamlet.
Il 25 marzo partirono da Madrid ed ad attenderli al “Lisboa Portela” vi trovarono numerosi giornalisti e autorità locali . Appena scesa fu intervistata da un reporter della televisione.
Reporter: “Le chiediamo di rivolgere qualche parola agli spettatori portoghesi, un pubblico che l’aspetta da tanto tempo”
Maria: “Posso solo dire che spero saranno contenti di me, sono qui perché siano contenti, siamo nelle mani del signore. E’ tutto”.
R: “Grazie molto gentile”
M:”Non ho visto ancora niente di Lisbona, naturalmente posso dire le solite cose, quello che mi piace e quello che non mi piace. Spero solo di piacere io a Lisbona”.
R: ” Le piace la Traviata l’opera che canterà?”

M: “Certamente se vengo qui a cantarla è logico”
R: “L’ha scelta lei?”
M: ” Io non scelgo mai niente mi dicono quello che vogliono e io o accetto o… Ora devo andare”.
R: “Grazie signora , è molto gentile.”

Il giorno seguente la coppia Meneghini Callas ad un pranzo con alcune autorità di Lisbona.
Alfredo Kraus che cantò nelle due recite ricordò così a venticinque anni di distanza quelle recite portoghesi: ” Maria Callas fu come artista una grande professionista. Ella venne a tutte le prove come se fosse per lei un debutto. Posso raccontare un aneddoto: Maria come tutti ben sanno era molto miope, e durante la prova generale mi si avvicinò e mi chiese: “Dov’è il tavolo? Dov’è la sedia? Dov’è situata la porta?” In questo modo memorizzò tutta la scenografia, in maniera perfetta in modo da non sbagliarsi mai. Ella si muoveva in maniera esatta e sapendo bene dove fossero gli altri cantanti sulla scena. Questa è la prova della sua perfezione della massima serietà professionale che hanno sempre caratterizzato la figura di Maria Callas”.

Le recite del 27 e del 30 Marzo 1958 furono un enorme successo, e il bel mondo di Lisbona era presente alle recite e festeggiò calorosamente tutti gli interpreti.
Durante la radiotrasmissione andata in onda sulla Radio Portoghese Maria lanciò un messaggio in italiano ai radioascoltatori : “Buona sera a tutti e voglio solamente dare un saluto molto affettuoso al pubblico di Portogallo e di Lisbona. E’ la prima volta che vengo, sfortunatamente tanto…, tante volte sono stata richiesta di venire, chissà per quale ragione, sa, non ho potuto. Ad ogni modo sono felice ora di essere qui. Spero tutto vada bene come vorrei io, come si vorrebbe tutti quanti e solamente se potete pregare anche voi perché siamo nelle mani di nostro Dio. Ad ogni modo ancora un affettuosissimo saluto a voi tutti e non mi resta altro da dire che arrivederci”.

Successivamente alla prima rappresentazione la Callas partecipò ad una cena di Gala che vedeva fra gli illustri ospiti la marchesa Olga Cadaval, presente anche alla serata al Danieli nel settembre 1957 a Venezia, ed anche l’ultimo re d’Italia Umberto II di Savoia che in Portogallo visse il suo esilio. Il 31 Marzo la Callas lasciò per sempre il Portogallo, Donati, il direttore artistico del San Carlo non esitò a proporre per l’anno successivo una nuova produzione di Norma con Giulietta Simionato come Adalgisa, ma Maria come era solita fare davanti a gli innumerevoli inviti, rispose con un sorriso che avrebbe poi portato ad un nulla di fatto.