“Senza trucco!”… Angelo Manzotti

Variazioni verbali sull’originale questionario di Marcel Proust. In occasione dell’uscita del suo ultimo disco, dedicato a “Farinelli”, abbiamo incontrato il sopranista Angelo Manzotti.
Il tratto principale del tuo carattere?
La determinazione.
Il tuo principale difetto?
La pigrizia.
Segno zodiacale?
Capricorno ascendente Cancro.
Superstizioso?
Quel tanto che basta.
Tre aggettivi per il tuo amore ideale
Solo tre?…Direi:dolce, leale e intelligente.
Li hai trovati in qualcuno?
…Credo di si.
Cosa volevi fare da grande?
Da piccolo si cambia spesso.Sono passato dal ballerino classico,a volere fare l’attore. Poi,per dieci anni, sono stato infermiere caposala
Hai mai gridato vendetta?
Certo,ma poi mi rendevo conto che il tempo sistema le cose.
Il libro che ti ha segnato?
“Il male oscuro” di Berto.L’ho pure letto in un momento difficile. Come per dire, diamoci la botta finale…Battute a parte, è un libro che mi ha dato moltissimo
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Quando ho deciso di volere fare il cantante no di certo,poi è stata mia madre che mi ha dato l’apporto determinante a cambiare radicalmente la mia vita.
La musica, quindi, non è stata una vocazione?
No di certo, una scoperta. Rimasi folgorato dopo aver ascoltato Maria Callas nella scena della pazzia dalla “Lucia di Lammermoor”.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
Di materiale direi nulla. Un po’ di serenità interiore, questo si, perché, lo ammetto, sono un po’ nevrotico.
La delusione più grande?
Il bene negato da un genitore.
Che importanza dai al denaro?
Discreta. Lo considero un piacere da usare.
Raccontami un tuo sogno ricorrente?
Un sogno?…Direi un incubo! Per anni ho sognato che ero inseguito da leoni nella campagna mantovana..Da analisi, direi.
Di che cosa hai paura?
Della malattia e di non avere nessuno vicino se mi dovessi trovare in questa situazione
Gli ideali, le passioni sono importanti?
Direi fondamentali, se no, di sicuro, non avrei fatto il cantante e non canterei.
Quale potere le piacerebbe avere? Un ruolo politico?
Nessun ruolo istituzionale. Vorrei avere il potere di  guarire le persone poi, se vogliamo fantasticare del tutto, beh…volare!
Chi o cosa ti imbarazza?
In assoluto mi imbarazzano i miei errori, soprattutto quando canto.Se mi accorgo di aver fatto una nota sbagliata, ci rimango malissimo.
La situazione più rilassante?
Leggere un libro seduto sotto il portico di casa mia, nel silenzio, in un tiepido  pomeriggio e sapere che attorno ci sono le persone che mi vogliono bene.
Materia scolastica preferita?
Non ci crederai, ma a me piaceva il latino e, comunque tutte la materie letterarie.
Città preferita?
Non certo le metropoli. Sono legato a Venezia, dove canto spesso e poi a centri come Siena o San Gemignano.
Colore preferito?
Il nero.
Fiore preferito?
La gardenia.
Vacanza ideale?
Un’isola, non deserta, ma abitata da pochi pescatori
La stagione dell’anno?
La primavera…confesso però che la mia indole sarebbe più autunnale.
Giorno o notte?
Assolutamente il giorno, non sono un animale notturno.
Il film più amato?
“Sinfonia d’autunno” di Bergman
Il tuo rapporto con il cibo?
Anche troppo buono, direi. Mi piace mangiare e cucinare.
Piatto preferito?
Sono fedele alla mia tradizione culinaria, quindi il risotto alla mantovana, cioè con il trito di carne di maiale.
Vino rosso o bianco?
In assoluto il vino rosso.
Il cantante preferito?
Sono tantissimi!…Direi Montserrat Caballé, Leyla Gencer e, tra gli uomini:Alfredo Kraus e Placido Domingo
Il primo disco acquistato?
“Il Trovatore” di Verdi con Domingo e la Leontyne Price.
Per chi invece non conosce la tua voce, cosa consigli ?
Di venirmi a sentire in concerto.La mia non è una voce fonogenica, tra le mie registrazioni,comunque, la preferita di più è quella dedicata a cavatine rossiniane (ediz.Bongiovanni,ndr.)
Il tuo rapporto con la televisione?
Direi molto alterno.L’offerta culturale è ormai ridotta a un minimo storico.Non c’è più prosa e la musica poi praticamente è esclusa dai palinsesti.
Quale è per te in assoluto la trasmissione più brutta?
Sarò scontato, ma tutti i cosiddetti “reality”, brutti e “finti”.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Una sporta di medicine.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Il paranoico. Voglio il silenzio assoluto e non vedere nessuno.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Si va a giornate no?…A volte ci si vede, se non bene, almeno decenti, altri dei veri propri…cessi.
Come vorresti morire?
Senza soffrire.
Stato d’animo attuale?
Potrei dire tranquillo, anche se per me questo stato, in realtà non esiste mai.
Il tuo motto?
Non ne ho, ma sono contento di potermi dire di non essere mai sceso a compromessi di nessun genere.

Angelo Manzotti, sopranista, è nato a Marmirolo (Mantova).Grazie ad un lungo esercizio fisiologico, iniziato autonomamente sin dall’età di dodici anni, ha perfezionato una tecnica di canto che lo differenzia sostanzialmente dai comuni controtenori: invece di adottare il meccanismo del falsetto per reinventare la voce bianca che fu dei castrati, ha sperimentato su se stesso un metodo per far vibrare all’occorrenza soltanto la porzione anteriore delle corde vocali, riducendone così la lunghezza allo standard femminile, naturalmente più corto di quello maschile. In tal modo, grazie all’uso dello “STOP CLOSURE DAMPING” (o “stop closure falsetto”) egli può avvalersi di tutta l’estensione, la duttilità ed il volume sonoro tipici della voce di un soprano, superando così i tradizionali limiti del falsetto maschile, ed esibendo una gamma vocale continuativa e omogenea dagli estremi sopracuti (Re5) fino alle più gravi note baritonali.
Si dedica alla riproposta del repertorio storico dei castrati, sviluppatosi dall’inizio del Seicento con particolare riferimento alla produzione settecentesca (Händel, Hasse, Vivaldi, Pergolesi, Mozart, ecc.)in ambito operistico e nell’ambito della musica sacra, ma spingendosi anche alla musica contemporanea.
Vincitore di molti concorsi, tra i quali, quello Internazionale “Luciano Pavarotti” di Philadelphia (1992), si è anche aggiudicato il “Timbre de Platine” di Opéra International con la sua prima registrazione discografica Arie di Farinelli (1995), il cui programma viene portato in tournée dal 1994.
Tra le opere interpretate: Händel :Rinaldo,Tamerlano-  Monteverdi, L’incoronazione di Poppea, Il Ballo delle ingrate, L’Orfeo-, Pergolesi: Il Prigionier superbo,  Vivaldi: la Griselda – Cesti: la Dori – Rossini: Aureliano in Palmira – La Licata: L’Angelo e il Golem – Humperdink: Haensel und Gretel ecc
Dal 1997 è con Piero Nuti  protagonista dello spettacolo: Quel delizioso orrore (Vita di Farinelli, evirato cantore) di Cappelletto e Barbieri replicato ormai in Italia e all’estero più di quaranta volte (recentemente al Regio di Torino e al Comunale di Rovigo).
La sua discografia è costituita da un ampio numero di registrazioni tra recital e opere complete.
E’ stato protagonista dell’opera contemporanea L’Angelo e il Golem di F. La Licata, composta espressamente per lui.