“Senza trucco!”…Anna Caterina Antonacci

Superficiale, per nulla superstiziosa, amante dello humor maschile. Anna Caterina Antonacci, ottima cantante lirica, sin da bambina sognava di primeggiare sugli altri; pensa che il grande amore sia una  montatura pubblicitaria. La sua più grande paura è quella di trovarsi impreparata di fronte ad un ruolo da interpretare in scena.

antonacciint01Il tratto principale del tuo carattere?
Non sapere quale possa essere. Ti potrei dire tenace, ma poi sono tutto e il contrario di tutto…. In conclusione: non saprei proprio!
Il tuo principale difetto?
La superficialità. Nel senso che spesso non so prevedere le conseguenze di certi miei comportamenti, che non sono impulsivi, ma dettati da una comodità di quel momento.
Segno zodiacale?
Ariete.
Superstiziosa?
Assolutamente no.
Qual è la  qualità che ti attrae di più in un uomo?
Lo humor.
E in una donna?
La semplicità e la leggibilità del comportamento.
La persona a cui chiederesti consiglio in un momento difficile…
A quei due veri amici…giusto due…che ho.
Cosa volevi fare da grande?
Avevo molte idee, tutte comunque legate all’arte.
Un libro che hai amato…
“Il barone rampante” di Italo Calvino.

Il tuo ideale di felicità…
Cercare di essere il più possibile serena.
La tua ambizione da bambina?
Primeggiare, essere meglio degli altri.
I tuoi ricordi più cari?
Le mie vacanze infantili e giovanili a Leuca.
La tua musica del cuore…
I concerti per pianoforte 1 e 4 di Rachmaninov.
Il tuo rifugio?
Sicuramente la mia casa.
Il tuo momento di massimo orgoglio?
La nascita e l’infanzia di mio figlio.
La tua più grande sfida?
Lottare con la mia voce. Essere consapevole di avere uno strumento difficile e lottare per superarne i malesseri, le crisi, pensando di non potere più cantare.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
Il passato. Ti sembrerà assurdo, ma sono sempre più convinta che prima si stava meglio. Sono una nostalgica convinta degli anni 70′ e 80′.
La delusione più grande?
La scoperta che il grande amore è una montatura pubblicitaria..Fortunatamente un trauma che ho superato!
Che importanza dai al denaro?
Piuttosto angoscioso; temo sempre di rimanere senza,ma questo non mi impedisce di essere molto spendacciona in molte cose. Mi sono resa conto di essere molto “italiana”, perché gli altri europei sono tiratissimi! Me ne sono resa conto da quando vivo in Francia.
Raccontami un tuo sogno ricorrente?
Di sentire che qualcuno sta forzando la porta di casa mia.
Di che cosa hai più paura?
Penso di condividere con molti artisti la paura di non essere all’altezza di un ruolo, di sbagliare, di essere impreparati.
La situazione più rilassante?
Ti sembrerà cretino, ma quando mi trovo con delle amiche italiane e parlo italiano. Mi trovo spesso, per ragioni anche di lavoro, a parlare altre lingue contemporaneamente e, credimi, a volte è pesante!
Una tua follia?
Ne ho fatte molte.  Ricordo quelle legate alla mia fase “sportiva”, mi ponevo degli obiettivi esagerati, gran camminate o 100 km in bicicletta in un giorno.
Allora sei molto attenta alla tua forma fisica?
Diciamo che…ero molto attenta, adesso proprio per niente e mi viene anche rimproverato questo aspetto…
Che rapporto hai con il tuo corpo, cosa cambieresti?
Mi ci vorrebbe una bacchetta magica e farei un restyling generale!  Comunque il mio rapporto più conflittuale l’ho sempre avuto con i miei capelli. Come saprai ho sempre avuto una gran chioma riccia…e, ovviamente, volevo ad ogni costo i capelli lisci.
E’abbastanza un classico,volere essere sempre il contrario di quello che si è… quale era la tua materia scolastica preferita?
Letteratura italiana.
Città preferita?
Londra, Roma e San Francisco.
Colore preferito?
Il violetto.
Fiore preferito?
La peonia.
Il tuo primo lavoro?
Insegnante di nuoto.
Vacanza ideale?
Quella in una bella masseria ristrutturata, che non ho, con gli amici più cari….che, per fortuna ho…Proprio una vacanza…ideale!
Giorno o notte?
Sicuramente la notte.
La tua giornata ideale?
Quelle che prevedono solo cose piacevoli. Quindi nessuna recita o concerto in programma per la sera. Posso quindi dedicarmi completamente a mio figlio.
Il film più amato?
Il primo che mi viene in mente è “Il pranzo di Babette”, ma te ne potrei dire molti altri perché sono una cinefila convinta.
La stagione dell’anno?
L’autunno.
Il posto dove si mangia peggio?
Ho dei pessimi ricordi della Cina e della Russia.
Il tuo rapporto con il cibo?
Ottimo…anche troppo.
Che voto ti dai in cucina?
La sufficienza.
Il tuo piatto forte?
Le melanzane alla parmigiana.
Il tuo peccato di gola?
La cioccolata e i dolci in genere.
Vino rosso o bianco?
Vino bianco ma soprattutto la birra…ahimé!
Il primo disco acquistato?
“Jesus Christ Superstar” di Webber
A chi non conoscesse la tua voce, cosa le faresti ascoltare?
Qualche brano da Carmen di Bizet o da Les Troyens di Berlioz.
Tu hai spaziato da Monteverdi a Rossini, all’800′ italiano e  francese. Da ruoli da mezzosoprano ad altri più sopranili, sfuggendo a ogni classificazione, quasi alla ricerca di un autore ideale…
Io non l’ho vissuta in questo modo. Come ti ho detto per me è stato soprattutto una sfida con la mia voce. Negli anni ’90, agli inizi della mia carriera, inconsapevolmente, forse sono stata una pioniera. A ben guardare, quante cantanti rimangono chiuse in repertorio diciamo “ideale” alla loro vocalità?…Sicuramente ben poche!
Se ti fosse data la possibilità di scegliere un ruolo di tuo gradimento, cosa sceglieresti?
Mi piacerebbe tornare a cantare l’Armide di Gluck, o ancora il Romeo dei Capuleti di Bellini. Poi non mi dispiacerebbe cantare Mimì…una mia Mimì.
La Bohème? Tu che interpreti ruoli di donne  “forti” come Carmen o Medea..
Invece credo di fare emergere il lato fragile di queste figure, donne che, secondo me,  si trovano ad affrontare delle situazioni tragiche quasi in un modo inconsapevole. In Carmen non vedo la “femme fatale”, Medea e Cassandra non sono la maga o la profetessa ma delle donne che vivono un dramma, prima di tutto interiore. Per me è importante trasmettere questa visione dei personaggi.  Credo anche di esserci riuscita, visto che la critica a più volte messo in evidenza la mia tragica femminilità. D’altra parte, credo non avrebbe senso che proponessi una Medea sullo stile della Callas.
Il tuo rapporto con la televisione?
Molto intenso. Guardo dibattiti politici, non quelli della televisione italiana, perché li trovo particolarmente irritanti; poi inchieste, approfondimenti, documentari. Non guardo films perché vado al cinema.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Semplicemente cerco di essere concentrata.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Camerino spartano, il mio. Solo acqua e fazzoletti, perché mi soffierò il naso 10.000 volte.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
A come passa il tempo.
Quanto tempo dedichi al tuo apparire?
Praticamente niente e questo mi viene anche rimproverato.
Stato d’animo attuale?
Direi di buon umore, derivato secondo me dal fatto che sto cercando di avere un regime alimentare sano e naturale.
Domanda un po’ scema…ma ti chiamano più Anna o…Caterina?
Anna Caterina, anche se lo so, non è per nulla pratico.

Anna Caterina Antonacci si è diplomata in canto al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, dove ha anche studiato pianoforte e composizione. Ha iniziato la carriera artistica vincendo il Concorso “Verdi” di Parma, il “Maria Callas” e il “Pavarotti International”. La particolarità della sua voce e le sue doti d’interprete le hanno permesso di affrontare un repertorio vasto ed eclettico: da Monteverdi (L’incoronazione di Poppea, Il combattimento di Tancredi e Clorinda) Händel (Serse,
Rodelinda),
Paisiello, Cimarosa e Mozart (Don Giovanni, Così fan
tutte),
alle opere del belcanto italiano, con predilezione per la vocalità rossiniana (Ermione, La donna del lago, La gazza ladra, Semiramide, Elisabetta, regina d’Inghilterra), fino alla musica da camera tedesca e francese dell’Ottocento e del Novecento. Le sue caratteristiche vocali le hanno consentito di accostarsi anche ad alcuni ruoli mezzo-sopranili: Rosina, Cenerentola, Romeo, Adalgisa, Charlotte,Dulcinée, Carmen. Si è esibita sui più prestigiosi palcoscenici del mondo in collaborazione con
direttori d’orchestra e registi di rilievo internazionale (tra i quali Abbado,Chailly, Christie, Davis, Jacobs, Muti, Pizzi, Kokkos, Vick).