L’Arena di Verona celebra Placido Domingo per i 40 anni dal suo debutto areniano

Fondazione Arena di Verona – 87° Festival 2009
Serata di gala con Placido Domingo peri i 40 anni dal suo debutto in Arena

Giuseppe  Verdi: “OTELLO” Atto IV
Otello PLACIDO  DOMINGO
Desdemona TERESA  ROMANO
Emilia ROSSANA  RINALDI
Cassio LUCA  CASALIN
Jago SIMONE  PIAZZOLA
Ludovico ANTONIO DE GOBBI
Montano ELIA  FABBIAN
Direttore : Pier Giorgio Morandi
Franco Alfano: “CYRANO DE BERGERAC ” Atto IV
Cyrano PLACIDO  DOMINGO
Roxane  ISABELLE  KABATU
Soeur Marthe ROSSANA  RINALDI
De Guiche SIMONE  PIAZZOLA
Ragueneau ANTONIO DE GOBBI
Le Bret ELIA  FABBIAN
Une soeure -MARIA  CIOPPI
Direttore: Patrick Fournellier
Georges Bizet: “CARMEN” Atto IV
Don José  PLACIDO  DOMINGO
Carmen  NANCY FABIOLA  HERRERA
Frasquita  MARIA CIOPPI
Mercedes ROSSANA  RINALDI
Escamillo  SIMONE  PIAZZOLA
Zuniga ANTONIO DE GOBBI
Direttore : Pier Giorgio Morandi
Orchestra e Coro e Corpo di ballo dell’Arena di Verona
Maestro del coro  Marco Faelli
Coordinamento registico Stefano Trespidi
Progetto scenico, video lighting, designer  Ezio Antonelli
Elaborazioni video UnitaC1
Immagini  Emanuele Forti, Lorenzo Lopane, Gianni Stabile
Verona, 24 luglio 2009
L’Arena di Verona 2009 ha puntato molto sul nome di Placido Domingo: prima gli ha affidato la direzione della Carmen che ha aperto la stagione e ora, con questo gala celebrativo a  40 anni dal debutto areniano,  vive un altro momento di grande richiamo per il pubblico che non  è mancato, affluendo numeroso nell’anfiteatro per assistere agli ultimi atti di tre opere: Otello, Cyrano de Bergerac e Carmen. Il 70enne Domingo (se è vero il  1941 quale anno di  nascita)  è stato tra i piu importanti e celebrati della seconda metà del secolo scorso. Amatissimo anche qui a Verona, e il suo nome circola anche come presenza ai vertici della Fondazione Arena. Una notizia che gira da qualche mese e non smentita nelle varie conferenze stampa in occasione della stagione estiva. E’ però noto che Placido Domingo, oltre ad essere un cantante ancora in piena attività,  è anche direttore d’orchestra nonché sovrintendente o general manager, come si dice negli States nei teatri  di Washington e Los Angeles.  Che cosa viene a fare a Verona? Non credo che sia un nome altisonante da dare immagine e lustro alla Fondazione, andrebbero se mai riviste le strategie di marketing,  la programmazione e le scelte artistiche. Inoltre, l’Arena è l’unica fondazione Lirico Sinfonica a non avere un direttore stabile, che sarebbe la vera guida ed anima non solo di un Festival, ma dell’intera istituzione musicale. E’ vero che vi sono stati artisti che una volta ritirati, si sono dedicati all’impresa manageriale teatrale, ad esempio Beverly Sills alla New York City Opera o Eberhard Wachter allo Staatsoper di Vienna, ma sono casi isolati e circostanziati al rapporto che li legava a quel teatro nel corso di una lunghissima carriera peraltro fatta prevalentemente su quelle scene. Non è il caso di Domingo con l’Arena, del quale si contano sì numerose presenze nel corso di quattro decadi, ma sempre relegate ad alcune recite operistiche, a meno che non si voglia inserire Verona e la Fondazione Arena nel circuito di “Operalia” il concorso lirico ideato e gestito dallo stesso Domingo con la partecipazione di famigliari amici, istituzioni e sponsor soprattutto americani. Vedremo cosa riserverà il futuro.
Venendo alla serata dobbiamo registrare l’ottimo apporto visivo delle immagini virtuali che creavano una scenografia proiettata sulle gradinate . Un supporto quanto mai efficace, complessivamente efficace nella sua semplicità e assai  gradito dal pubblico che si scatenava in continui applausi di meraviglia e stupore, quanto mai inutili. Di grande effetto la sezione dell’Otello, con la proiezione di una torre e il mare che circonda Cipro, e le policrome vetrate della chiesa del chiostro nell’ultimo atto del Cyrano. La regia affidata a Stefano Trespidi, corretta,  senza grandi trovate o ispirazioni particolari ispirazioni, con l’utilizzo di una struttura ad arcate bianche, che venivano di volta in volta collocate in diversa posizione,  è comunque non priva di efficacia.
E’ invece quanto mai strano che,  per uno spettacolo di circa un’ora e mezza, con intervalli lunghissimi, si sia dovuti ricorrere a due direttori, Pier Giorgio Morandi per Otello e Carmen, e Patrick Fournellier per Cyrano. Quest’ultimo ci è parso il più convincente, grazie a una concertazione più viva,  con sonorità piu accese ed un accompagnamento molto misurato ma incalzante. Piu discontinuo Morandi soprattutto nell’Otello, dove l’equilibrio tra orchestra e cantanti era piuttosto latente .  E vianiamo dunque a Domingo: che si può dire? Complessivamente  tiene ancora il palcoscenico, un grande traguardo considerata l’età.  Quanto mai inopportuno parlare di “grande freschezza vocale” come si è  strombazzato da varie parti. Ora  è un cantante che mantiene quella bella pastosità timbrica, una non comune capacità scenica che lo rende ancora capace di reggere taluni ruoli, aggiustandosi dove occorre lo spartito,  ma questo è anche scontato.  In questo caso  doveva essere una festa e il copione è stato rispettato in pieno.  Sarebbe stata  stata completa se attorno al “divo” ci fossero stati altri valenti interpreti invece si è andati al risparmio.  Quanto mai deboli le parti di fianco,  escludendo Rossana Rinaldi.   Dalle altre  interpreti femminili,  l’unica che ha dato un contributo di spessore è stata Isabelle Kabatu, appassionata e lirica Roxana. Assai meno incisiva Teresa Romano quale Desdemona, pur se dotata di un interessante strumento vocale.  Un gradino ancora più in basso,  la Carmen  quanto mai modesta di Nancy Fabiola Herrera. Al termine gran successo per tutti, apoteosi per Domingo, il quale ha ricevuto dalle mani del sindaco di Verona Flavio Tosi e dal Sovrintendente Francesco Girondini un premio speciale appositamente creato per l’occasione.
foto Ennevi – Verona