“Senza trucco!”…David Alagna

Per descrivere dettagliatamente  le diverse espressioni artistiche nelle quali David si esprime non bastano certo poche righe: scultore, compositore e regista, sono quelle diciamo “ufficiali”, all’interno delle quali troviamo molte altre  sfumature.  Noi guardiamo al David musicista che, in queste settimane sta raccogliendo lusinghieri successi. La sua opera « Le Dernier jour d’un condamné » (Editions Symétrie / CD-DG) riceve continui riconoscimenti: il Globes de Cristal 2009 (prix de arts et de la culture) e, in occasione della sua prima rappresentazione scenica al Festival Lyrique Mezzo-TV di Szeged in Ungheria, dove ha ottenuto ben  tre premi su quattro  nell’ambito del Concorso legato alla messa in scena della partitura  premiata. Anche  l’uscita in dvd (BelAir) della sua versione dell’Orfeo ed Euridice (è stata usata l’edizione francese), che ha scandalizzato il pubblico di Bologna, alla sua prima rappresentazione nel gennaio del 2008, ora raccoglie ampi consensi. In questo lavoro, David, oltre alla musica si è dedicato alla messa in scena, alla quale si dedica dal 1999.  Ci sarebbero  molte altre cose da aggiugere ma, credo che una cosa sia importante dire, a fronte di tutto ciò, David, anche se francese di nascita,  non tradisce le sue origini italiane che si manifestano in un carattere spontaneno e, diciamolo pure, semplice  e schietto! Un tocco di “campanilismo” non guasta!

Il tratto principale del tuo carattere?
La cordialità  e la facilita’ nell’ adattarmi alle situazioni e alle persone più diverse.
Il tuo principale difetto?
Mi annoio  facilmente e quindi ho continuamente  bisogno di avere stimoli nuovi.
Segno zodiacale?
Bilancia, ascendente bilancia!
Superstizioso?
A volte mi capita di subire le superstizioni degli   altri,  ne rispetto alcune. Io però non lo sono affatto
Cosa volevi fare da grande?
Non pensavo mai di diventare grande!
Letture preferite
Molto diverse. Attualmente 100 anni di solitudine di G. Garcia Marquez
Un libro che hai amato…
Italiano : il nome della rosa di Umberto  Eco. Francese: j’irai cracher sur vos tombes (Sputerò sulle vostre tombe) di Boris Vian
La tua ambizione da bambino?
Da bimbo sognavo molto ma non avevo molta ambizione. Sognavo spesso di musica e di archeologia.
Hai mai gridato vendetta?
Spesso!…Fortunatamente il tempo ha la capacità di far dimenticare  i brutti ricordi…
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Inconsapevolmente molto. Ne ho subito particolarmente le belle tradizioni musicali.
La musica è stata una vocazione?
Credo di si’. Però non l’ho scelta, l’ho respirata, era intorno a me, dentro di me.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
La spensieratezza dell’infanzia
La delusione più grande?
Il fallimento culturale. I nostri governi stanno abbandonando la cultura, non le danno mai piu’ la precedenza. Senza cultura il popolo perde l’immaginazione. Senza immaginazione non c’è piu’ arte, senza arte non c’è piu’ civiltà
I tuoi ricordi più cari?
Dei bei momenti intimi.
Che importanza dai al denaro?
Quella che la societa’ gli ha sempre dato.
In cosa sei più spendaccione?
Tavolate tra amici e…. bollette telefoniche!
Collezioni qualche oggetto?
Nessuno. E non scatto nemmeno foto. Non mi piace fissare il tempo, forse perchè preferisco evitare guardare indietro.
Raccontami un tuo sogno ricorrente?
I piu’ ricorrenti sono musicali o sessuali, in uno come nell’altro…ne  godo il momento!
Di che cosa hai paura?
Del tempo che passa troppo velocemente e della solitudine e della malattia, ma non della morte.
Il tuo sogno più ambizioso
Ho iniziato gli studi d’arte dedicandomi alla  scultura. Oggi purtroppo scolpisco sempre meno, però ho sempre nella mente di creare un gruppo bronzeo di grandi dimensioni!  Un giorno lo farò  (dico sempre cosi…)
Gli ideali, le passioni sono importanti?
Sono indispensabili all’ equilibrio, almeno psicologico. E danno un senso alla vita (anche se a volte finto)
Il momento di maggior orgoglio
La creazione del Orfeo ed Euridice di Gluck nella mia versione. L’adattamento totale (musicale e teatrale) di questo capolavoro storico ha sucitato, ovviamente, scandalo.  La critica mi ha massacrato. Dopo un inizio non certo incoraggiante,  questo Orfeo ha incontrato un successo sempre piu’ grande, in particolare in Francia. Oggi,  l’uscita del DVD è stata salutata da critiche più che ottime. Mi arrivano molti messaggi di sostegno per questa mia  ideazione. La casa editrice ha deciso di inserire anche questa versione tra quelle “ufficiali”. Così, dopo quelle varie di Gluck, Berlioz, Vidal… ora c’è anche quella di David Alagna, pazzesco, no ?…. Direi che è una bella rivincita !

La tua più grande sfida
La composizione della mia opera “l’Ultimo giorno del condannato” tratta dal romanzo di Victor Hugo.
A proposito di questo tuo lavoro teatrale, da qualche anno a questa parte, si assiste a un ritorno dell’opera nella sua visione più tradizionale, quella cioè  che racconta una storia. Sempre di più mi capita di vedere titoli tratti da Anna Karenina, Pinocchio, ecc Così come anche  il tuo “Ultimo giorno di un condannato”, ha una sua matrice letteraria….
La ricerca dell’originalita’ a tutti i costi, anche nei soggetti,  spinge gli artisti verso la strada contraria pur di non somigliare ad altri, a chi ti ha preceduto. Quindi se la moda ci porta troppo ad  estremi’ alla fine,  anche inconsapevolmente andiamo a quella opposta. Cosi’ stranamente puo’, a volte, essere considerato nuovo,  quello che viene dal passato, succede anche nella moda, no?
Certamente. E dunque finita l’opera concettuale…quella proposta delle avanguardie?
Le avanguardie in realtà non esistono! Quando vengono considerate “avanguardie” è segno che stanno già tramontando, perchè subiscono un'”etichetta”. Si puo’ solo dire a posteriori questo o questi erano all’avanguardia, in quel momento però. L’intellettualismo non muore, si appicciaca alle nuove tendenze, si muove soltanto. Ci sara’ sempre, per ogni tipo di arte, che sia roba vecchia o arte rivoluzionaria. I vari Berio, Nono, Stockausen, pur nella loro grandezza, hanno rappresentato un’epoca che, sicuramente, per certi aspetti non ha aiutato il teatro, ma se mai creato una diffidenza tra compositore e fruitore, ossia il pubblico…soprattutto qui in Italia!
Ho ascoltato la tua opera e ho trovato fondamentale il rapporto tra parola e canto….Prima la musica o le parole?
E’ molto difficile per me concepire una gerarchia tra parole e musica, e non intentarei dare piu importanza ad una od all’altra. Nel caso operatistico puro, (quello lirico piu moderno almeno) possiamo forse dire che, in ordine temporale e non in ordine di valore, siamo comunque costretti durante la fase dell’elaborazione creativa,  a dare la precedenza alle parole, questo però non  vuole dire che la musica, pur arrivando dopo, non possa  “transcendere” il libretto.
Nel caso dell’ opera l’ “Ultimo giorno del condannato” è stato Victor Hugo stesso a suggerire lo “stile” musicale, il colore drammatico, ed il ritmo teatrale. Ho cercato un colore musicale ed orchestrale che possa sembrare il piu’ Hugoliano possibile : La composizione, rinane in entrambe i periodi del dramma (nella mia versione il racconto si svolge nel 800 per il condannato a morte, e in parallella negli anni 2000 con una condannata a morte) sempre fedele al idea di Hugo che inanzi tutto lancia un “plaidoyer” (un combattimento) politico-sociale contro la condanna a morte, ed una chiamata al soccorso del uomo all’umanità!
Partendo da li, la mia composizione si sviluppa secondo le esigenze di un testo tra musica romantica e moderna, tra orchestrazione contemporanea nelle armonie e nei ritmi (sovrapposizioni armoniche impronte spesso anche al jazz) però in uno stile piuttosto tonale, che mi permette volutamente di mettere piu’ facilmente in luce le “dissonanze” evocatrici dell’anima strappata dei condannati. Ho cercato uno stile introspettivo ed interiore nelle scene piu intime (secondo il sottotitulo dato da Hugo : “drame interieur”) per diventare poi piu espressionista e spettacolare per le scene di grande impatto visivo con il coro della folla al finale per sempio.
Parlando della linea vocale credo che avere scritto per delle voci precise, in particolare per tuo fratello Roberto, ti ha sicuramente evitato quelle scritture “impossibili”, per voci quasi inesistenti che si trovano in certe opere contemporanee
Certamente! Mi sono anche costretto  a trovare uno stile di scrittura vocale molto rispettuoso dello stile declamato suggerito dalla verva realistica di Hugo e  nello stesso tempo di dare il massimo di lirismo, con una una linea melodica di origine romantica per  mantenere tutta  l’emozione musicale e drammatica del racconto.
Bene, ma torniamo a domande più frivole….A te, chi o cosa ti imbarazza?
Mi mettono molto a disagio le persone che litigano o s’insultano volgarmente  in pubblico.
La situazione più rilassante?
Le  coccole dopo un certo… esercizio fisico…
Materia scolastica preferita?
Arte, filosofia o letteratura, storia.
Città preferita?
Parigi (con una certa  immaginazione ci puoi trovare un po’ di tutte le altre)
Colore preferito?
Il nero
Fiore preferito?
Il giglio e il  suo profumo.
La Vacanza o il viaggio che vorresti fare
Un viaggio nel tempo! Già la parola “vacanza”….mi fa stare male!…
Giorno o notte?
Assolutamente la notte!
La tua giornata ideale
Allora : mi sveglio molto ispirato, compongo o scolpisco senza difficolta’, alla sera ceno con tanti amici, poi vado al letto pieno di fantasia amorosa, e mi addormento pregando che domani sia piu’ bello di oggi!
Il tuo rifugio
la creazione artistica.
Il film più amato?
Sono tanti, vecchi e nuovi….non potrei dire un titolo solamente!
La stagione dell’anno?
L’estate in Italia. L’inverno a Parigi.
Il posto dove si mangia peggio?
In aereo!
Il tuo rapporto con il cibo?
Di grande intimità!
Piatto preferito?
Carne e pesce alla griglia
Il tuo piatto forte in cucina?
La pasta….improvvisata.
Vino rosso o bianco?
Rosso e corposo.
Cosa non manca mai nel tuo frigo…
Il ghiaccio!
Il tuo debole in cucina…
Lavare le pentole!…
La tua colonna sonora preferita

Di solito ascolto musica jazz…Ricordo la bella colonna sonora del film Ascensore per l’Inferno con tutte musiche di Miles Davis
Il cantante preferito?
Per la lirica : Boris Christoff e Enrico Caruso
Il primo disco acquistato?
Un disco legato a dei cartoni animati “Walt Disney”, quando ero bimbo.
Il tuo rapporto con la televisione?
Non la guardo spesso. La uso piu’ come strumento di lavoro.
C’è un orrore in tv?
C’è una cosa bella in  TV?
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Da regista mi guardo tutto lo spettacolo, dalla platea. Da musicista accordo lo strumento.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Di solito manca tutto!

 

A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Alla barba, che non ho mai voglia di farmi.
Come vorresti morire?
Felice e soddisfatto!
Stato d’animo attuale?
Tranquillo e un po’ …malizioso.
Il tuo motto?
C’è una parola che io uso dire spesso : “Carino”, in italiano / “Mignon”, in francese. Letteralmente si potrebbe dire: “Pur che tutto sia carino!”