Lima, Teatro Segura:”Cavalleria rusticana” e “Pagliacci”

Cavalleria rusticana

Lima, Teatro Segura, Stagione lirica 2010
“CAVALLERIA RUSTICANA”
Melodramma in un atto di Giovanni Targioni-Torzetti, dal dramma omonimo di Giovanni Verga
Musica di Pietro Mascagni
Santuzza MARIA LUJAN MIRABELLI
Lola JIMENA LLANOS
Turiddu
ANDREAS VERAMENDI
Alfio GIUSEPPE ALTOMARE
Mamma Lucia ROSANGELA MERINO
“PAGLIACCI”
Dramma in un Prologo e due atti.
Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo
Nedda / Colombina
VERONICA VILLAROEL
Canio / Pagliaccio JOSE’ AZOCAR
Tonio / Taddeo GIUSEPPE ALTOMARE
Beppe / Arlecchino JOSE’ SACIN
Silvio JOSE’ CARLO MARINO
Coro e Orchestra Sinfonica “Città di Lima
Coro Nacional de Niños del Perú
Direttore Enrique Ricci
M° dei  Cori Javier Sunico
Monica Canales
Regia Carlos Palacios
Scene Pepe Sialer
Costumi
Adán Martínez
Lima, 12 agosto 2010
L’associazione “Romanza” ha dato il via alla stagione lirica 2010 che ha in programma  quattro titoli brevi  in due programmi doppi: “Cavalleria Rusticana / Pagliacci” e “Suor Angelica / Gianni Schicchi”. Si è dunque iniziato con il più celebre dei dittici, quello Mascagni-Leoncavallo, affidato alla regia dell’argentino Carlos Palacios, regista di  grande  esperienza presso il Teatro Colon di Buenos Aires e in altre importanti istituzioni teatrali internazionali. La sua visione di “Cavalleria Rusticana” è assolutamente  rispettosa del libretto e del suo procedere drammatico-teatrale.
L’azione teatrale è presente permanentemente, già a partire dal preludio, durante il quale viene descritto l’amore proibito tra Turiddu e Lola, e la gelosia di Santuzza, motore che muove la trama. Va lodato il rigore della recitazione di tutti, artisti e coro, ben coordinati con il ritmo della musica. Sul piano visivo lo scenografo Pepe Sialer ha usato  colori sobri, cura dei dettagli, ben valorizzati dalle luci.
L’italo-argentina Maria Luján Mirabelli arriva a Lima con uno dei suoi ruoli migliori, Santuzza appunto, grazie al quale ha ottenuto numerosi consensi in molti teatri. La sua voce dal centro corposo e potente e sicura trova il suo culmine nel duetto con Turiddu, interpretato con grande slancio e commozione interpretativa. Le tiene bene testa il tenore Andrés Veramendi, che, con questo Turiddu, si conferma come uno dei più importanti tenori peruviani in ascesa in questo repertorio. Veramendi ha sostenuto la difficile vocalità mascagniana con grande sicurezza e ha mostrato anche eccellenti capacità sceniche.
Il baritono italiano Giuseppe Altomare, un beniamino del Teatro Segura, torna a raccogliere un altro grande successo. Il suo è un Alfio completo scenicamente e vocalmente. Nel duetto con Santuzza, oltre alle sue notevoli capacità canore, ha mostrato  un fraseggio  molto elegante mai sopra le righe.
Gradita sorpresa  la presenza  a Lima del mezzosoprano peruviano Jimena Piani, che da anni vive  in Italia e che ritorna sulla scena locale come  Lola. Pur nella brevità del ruolo, si apprezza la pastosità e la maturità della sua voce e della sua presenza scenica. Sicuramente sarebbe una “Carmen” molto interessante in un prossimo futuro.
Il cast è completato dal giovane mezzosoprano Rosangela Merino, nel breve ma importante ruolo di Mamma Lucia. Totalmente all’altezza dei suoi colleghi, auspichiamo per lei maggiori opportunità per mettersi in luce.
Il Maestro Enrique Ricci è fedele alla tradizione di questo spartito, che conosce molto bene, riuscendo a ottenere buoni risultati dall’orchestra Città di Lima, che ha prodotto suoni raffinati con  volumi e sfumature interessanti. Sicuramente la qualità delle sonorità e la  precisione miglioreranno con un costante lavoro. Unica nota stonata: la presenza dell’organo nella buca dell’orchestra con il risultato di apparire troppo sonoramente presente nell’ “Inneggiamo” come nell’ “Intermezzo.”
Il Coro “Città di Lima”  diretto da Javier Súnico riesce ad imporsi in questa tutt’altro che facile partitura.
In “Pagliacci” la vicenda è ambientata negli ’40. Anche qui sì  apprezza la cura del dettaglio, in particolare anche per i costumi, oltre a un coinvolgente gioco scenico. Una gradita sorpresa ci è giunta dal tenore cileno José Azócar nel ruolo di Canio. Voce di tenore lirico tendente al drammatico, ha sfoggiato potenza e sicurezza, ma anche un canto di travolgente partecipazione emotiva, tanto nel suo “Vesti la giubba” come nella drammatica scena finale. Un cantante da non perdere di vista, sperando di poterlo riascoltare presto in altri ruoli come Manrico del Trovatore e in futuro anche in Otello.
Il soprano cileno Verónica Villarroel è un nome assai noto anche in campo internazionale. In questa occasione basta semplicemente dire che la sua immedesimazione nel personaggio è totale. Molto intenso il duetto con Silvio, interpretato dal baritono peruviano José Sacín, un cantante di bella vocalità ed eleganza scenica che ha saputo bene assecondare la Villaroel in questo unico momento di grande lirismo nella drammatica vicenda dell’opera di Leoncavallo. Come per Alfio, Giuseppe Altomare riesce a ottenere un successo personale già a partire da una straordinaria interpretazione del celebre “Prologo” e di tutto il  detestabile ruolo di Tonio. Altomare è un cantante molto amato dal pubblico di Lima e speriamo di poterlo presto ammirare in qualche bel ruolo verdiano, ad esempio nel Macbeth. Corretto il  tenore peruviano José Marino nel ruolo di Beppe. Anche per Pagliacci riconfermiamo la prova positiva dell’ orchestra e del coro, al quale aggiungiamo  quello di voci bianche diretto da Mónica Canales.
Interessante e riuscita l’idea di rappresentare le due opere senza intervallo, come un unico atto unico. In questo modo il pubblico è stato ancor più coinvolto e si è data unità, rafforzando il senso di similitudine tra i due lavori. In conclusione, questo dittico ha superato ogni più rosea aspettativa segnando un evidente crescita artistica delle produzioni del Teatro.
Foto di Javier Súnico