“Senza trucco!”… Andrea Concetti

Il  basso Andrea Concetti si è diplomato in canto al Conservatorio “Rossini” di Pesaro,  sotto la guida di Sesto Bruscantini e Mietta Sighele prima e di Allan Billard  poi. Il suo debutto ufficiale risale al 1992 sul palco del concorso internazionale “A. Belli” di Spoleto.  Fondamentale la sua interpretazione di Don Alfonso in Così fan tutte di Mozart a Ferrara con la direzione di Claudio Abbado che ha segnato l’avvio della sua carriera internazionale sui più importanti palcoscenici della lirica mondiale.
Recentemente ha interpretato il ruolo di Papageno nel Flauto Magico a Macerata e al Festival di Edimburgo, ancora una volta con Claudio Abbado (2006), mentre nell’anno in corso ha interpretato Leporello nel Don Giovanni a Berlino, Helsinky, Ancona e La Coruna.  Ha inoltre debuttato come protagonista del Mosè in Egitto di Rossini a Chicago, riscuotendo un importante successo di pubblico e di critica aprendosi così la strada ad una delle sue non frequenti esibizioni come “basso profondo”. Attualmente è impegnato nel Sigismondo di Rossini al Rof di Pesaro (dal 9 agosto), a qual seguirà il  Don Giovanni con la Saint Paul Chamber orchestra.ed ancora Don Giovanni con la Saint Paul Chamber Orchestra.

Il tratto principale del tuo carattere?
La cordialità.
Il tuo principale difetto?

Sono orgoglioso e permaloso, ma so dire: “Ho sbagliato, scusa”.
Segno zodiacale?
Ariete con ascendente bilancia.
Superstizioso?
No, ma non passo sotto una scala e se un gatto nero mi attraversa la strada fermo l’auto e aspetto che ne passi un’altra…. Forse lo sono, allora?…
Cosa volevi fare da grande?
Mi dicono che da bambino ripetevo spesso di voler fare il lattaio, quello che consegnava il latte porta a porta.
Letture preferite…

Narrativa di tutte le epoche, Diabolik, il “Buongiorno” di Gramellini su La Stampa e “L’Amaca” di Michele Serra su La Repubblica.
Un libro che hai amato…
Ne ho amati molti ed è difficile scegliere, ma una scrittrice che mi ha folgorato è Maeve Brennan con il suo “Principio dell’amore”; “Everyman” di Philip Roth mi ha fatto stare male, ma l’ho amato in egual modo. Ma posso lasciare fuori “Illusioni perdute” di Balzac con il suo Lucien de Rubempré, “L’Idiota” di Dostoevskij con il suo principe Myskin o “Le relazioni pericolose” di Choderlos de Laclos con i suoi superbi personaggi? Ecco, forse di questi ultimi tre romanzi renderei la lettura obbligatoria in tutte le scuole.
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
No, le ha assecondate lasciandomi sempre libero e per questo sarò eternamente grato ai miei indimenticati genitori.
La musica è stata una vocazione?
Sì, da bambino mi mettevo in piedi sul tavolo a cantare.
Cosa ti manca di più nella tua vita di oggi?
La quotidianità.
La delusione più grande?

Ti sembrerà strano, ma la sconfitta di Emma Bonino nel Lazio mi ha molto amareggiato perché stimo infinitamente questa donna che ritengo uno dei migliori politici che abbiamo in Italia. Non vederle riconosciuto un ruolo importante mi delude assai.
I tuoi ricordi più cari?
Tutti quelli legati ai miei genitori.
Che importanza dai al denaro?

Il denaro è solo uno strumento per vivere. Avere il necessario per vivere serenamente è un privilegio….come status,  mi provoca ribrezzo.
In cosa sei più spendaccione?
Vado a periodi: qualche anno fa ho speso un po’ troppo per tre foto originali di Marilyn Monroe e tre foto dell’artista Giapponese Nobuyoshi Araki; altre volte per qualche pezzo di antiquariato o camicie su misura. Ora mi devo solo dedicare alla ristrutturazione della mia nuova casa di Firenze, quindi dovrò essere parsimonioso, ma non lo sarò mai col cibo.
Collezioni qualche oggetto?

Solo qualche Kokeshi giapponese, ma con molta moderazione; ho sempre trovato il collezionismo di una noia mortale (soprattutto se si parla di francobolli)
Raccontami un tuo sogno ricorrente?
Salire su un palcoscenico e non conoscere l’opera che devo cantare.
Di che cosa hai paura?
Delle malattie…soprattutto dei tumori.
Il momento di maggior orgoglio?
Quando dovetti sostituire Ruggero Raimondi in una delle ultime prove del Falstaff diretto da Claudio Abbado a Ferrara nel ‘99: cantai tutto il ruolo senza aver fatto una sola prova e senza aver conosciuto il Maestro. Quando, alla fine, il Maestro mi chiamò nel suo camerino per complimentarsi e per propormi lavori futuri il mio orgoglio raggiunse vette mai più raggiunte.
La tua più grande sfida?
Aver cantato Seneca nell’Incoronazione di Poppea dopo una carriera fatta solo di ruoli buffi e aver debuttato con grande successo il ruolo di Mosè nel “Mosè in Egitto” di Rossini.
A te, chi o cosa ti imbarazza?
Ogni mattina, quando leggo i quotidiani trovo sempre qualcosa di estremamente imbarazzante e l’imbarazzo diventa insopportabile quando a provocarlo sono i nostri politici. La rozzezza, la volgarità e l’arroganza di chi ha dato dell’assassino a Beppino Englaro, di chi parla di omosessualità come deviazione; mi imbarazzano i tagli alla scuola pubblica e i finanziamenti alla scuola privata. E potrei fare tanti altri esempi. Quando sono negli altri paesi europei mi imbarazza (e mi addolora) constatare quanto noi italiani siamo diventati una caricatura di noi stessi, in quale modo becero abbiamo dilapidato un’immensa eredità culturale per diventare un popolo sempre più incivile, gretto e furbo. Una furbizia che, ormai, fa simpatia solo a noi. Ha presente la canzone di Battiato “Povera patria”? Ecco, quella dovrebbe essere oggi il nostro inno nazionale.
La situazione più rilassante?
La partita di Burraco con i miei amici.
Materia scolastica preferita?
Letteratura Italiana.
Città preferita?
Napoli!!!!! …ma anche Chicago…
Colore preferito?
Non riesco a immaginare un colore decontestualizzato: un colore bellissimo su un fiore può essere orrendo su una camicia, quindi non saprei cosa rispondere.
Fiore preferito?

La peonia; quella arbustiva più di quella erbacea, ma vanno bene entrambe.
La Vacanza o il viaggio che vorresti fare?
Ora come ora mi accontenterei di una settimana bianca ché sono 10 anni che non riesco a fare
Giorno o notte?
Notte. Le ore che vanno dalla mezzanotte alle 3 sono quelle che preferisco.
La tua giornata ideale
A Grottammare (il paese nelle Marche in cui sono nato) d’estate, svegliarmi comodamente, prepararmi per andare in spiaggia, restarci fino alle 20, fare una corsetta di 40 minuti sul lungomare, doccia e cena all’aperto con i miei amici: questo è il mio paradiso.

 

 

Il tuo rifugio?
Oltre a Grottammare la campagna di Montepulciano dove praticamente vivo.
Il film più amato?

Vale la stessa risposta che ho dato sui libri: ne ho amati tanti e ora ne ricordo solo pochi, ma posso dire “Amici miei”, “La Signora della porta accanto”. Recentemente il cinema italiano mi ha dato grandi soddisfazioni con Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e “La prima cosa bella” di Virzì (che ho amato immensamente).
La stagione dell’anno?
L’estate solo associata al mare. L’inverno solo associato alla montagna. La primavera in campagna. Ecco, potrei fare benissimo a meno dell’autunno.
Il posto dove si mangia peggio?
Non saprei, forse in Finlandia, ma un buon Sushi lo si trova anche là.
Il tuo rapporto con il cibo?
Ottimo! Amo cucinare e amo mangiare. Se sono solo mi nutro mangiando in bianco e in modo molto sano. In compagnia o al ristorante non mi privo di nulla.
Piatto preferito?
Tortelli di zucca, ma quelli con l’amaretto.
Il tuo piatto forte in cucina?
Decisamente il pesce.
Vino rosso o bianco?
Rosso, anche col pesce.
Cosa non manca mai nel tuo frigo…
Una marmellata di Fauchon
Il tuo debole in cucina…
Se ti riferisci a una cosa che non riesco a cucinare questo è il Cheesecake: ci ho provato una volta e mi è venuto orrendo, ma credo che la colpa sia da attribuire alla ricetta.
Se ti riferisci al peccato di gola a cui non so resistere dico il gelato al pistacchio!
La musica della tua giornata?
Ascolto musica solo quando guido e nella mia auto c’è di tutto: dai Negramaro (adoro la voce di Giuliano Sangiorgi) alle sinfonie di Tchaicovsky dirette da Temirkanov; da David Bowie all’integrale delle opere di Puccini; da Gabriella Ferri all’integrale di Verdi. Ma c’è molto altro ancora. Se qualcuno rubasse la mia auto penserebbe che sono un folle!Non ascolto musica in casa, non mi rilassa.
…E quando cucini?

Non ascolto musica.
La colonna sonora che avresti voluto comporre…

Non ho mai avuto velleità compositive.
Il cantante o i cantanti preferiti?

Giuliano Sangiorgi e Mariella Devia.
A chi non conoscesse la sua voce, cosa le faresti ascoltare?
Farei ascoltare il mio Seneca (ma non esiste nessuna registrazione) e il Mosè che ho appena cantato a Chicago. Comunque farei ascoltare la mia voce nel cantabile perché è lì che esce fuori il mio vero colore.
Come segui l’evoluzione della tua voce?
Ho un rapporto difficile con la mia voce forse a causa delle mille allergie di cui soffro: se piove il mio strumento reagisce in un modo, se c’è il sole in un altro modo, se è estate, se è inverno… insomma uno stress continuo, una lotta continua per piegare questo difficilissimo strumento. Studio, studio e studio, sempre e non ho difficoltà ad allenarmi insieme ad alcuni miei colleghi.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?
Don Quichotte di Massenet, diretto da Roberto Abbado e con la regia di David McVicar (visto che stiamo sognando posso scegliere anche direttore e regista, vero?)
Il primo disco acquistato?
La Traviata con Montserrat Caballè e  Carlo Bergonzi.
Il tuo rapporto con la televisione?
Guardo alcune trasmissioni di approfondimento politico (ma temo che il prossimo anno non ci saranno), il Tg di Rai3, XFactor e l’Isola dei famosi. Detesto quasi tutte le fiction di Rai1 (a parte quella su Franco Basaglia e  Tutti pazzi per amore.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Fumavo  una sigaretta….adesso ho smesso.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Acqua, fazzoletti e una banana.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
“Non son più quello…”
Come vorresti morire?
Di eutanasia legale.
Stato d’animo attuale?
Serenamente malinconico.
Il tuo motto?
“Amo molto essere giovane e cercherò di esserlo il più possibile”….Franca Valeri docet.
Ritratti fotografici di Roberto Recanati