Georg Friedrich Händel (1685 – 1759):”Aci, Galatea e Polifemo”

Serenata a tre, libretto di Nicola Giuvo. Cappella della Pietà de’ Turchini, Antonio Florio (direzione), Davide Livermore (regia), Sara Mingardo (Galatea), Antonio Abete (Polifemo), Ruth Rosique (Aci), Giusy Giustino (costumi). Registrazione: Teatro Carignano Torino, 16-19 giugno 2009 1 Dvd Dynamic, 33645 98′ (sottotitoli in italiano).
Il Teatro Regio, in coproduzione con il San Carlo di Napoli, nella suggestiva cornice  del ritrovato Carignano, hanno presentato un  allestimento di Aci, Galatea e Polifemo di Händel, la «serenata a tre» rapprasentata  a Napoli nel 1708 e nella quale un ventitreenne  Händel si mostrava già come abilissimo compositore e soprattutto perfetto conoscitore dello stile dell’opera “seria” italiana nella quale avrebbe trionfato sulle scene  londinesi. E’ noto che , Händel tornerà su questo soggetto  successivamente, con due  partiturre in inglese, sicuramente musicalmente più ricche, per la presenza di cori e di una maggiore ricchezza coloristica nell’uso delle voci e degli strumenti.
In questa versione napoletana, non si può non  mettere al primo posto il  pregevole contributo della Cappella della Pietà dei Turchini, strumentisti di grande qualità, diretti con piglio sicuro e sensibilità  da Antonio Florio. Sul piano vocale emerge subito la Galatea morbida, calda, sensuale di Sara Mingardo, affiancata dal soprano Ruth Rosique, esatta e lieve ma talvolta un po’ subrettistica.  Antonio Abete invece è il punto debole di questa produzione: voce  sgradevole, rozza e  stilisticamente inappropriata. Regista e scenografo, Davide Livermore,  ha superato i limiti drammaturgici della partitura che, sostanzialmente è una “cantata scenica”, sdoppiando i tre cantanti  con tre mimi: Cristina Banchetti, Luisa Baldinetti e Sax Nicosia , ha creato una scenografia efficace con un ottimo uso delle luci e di  proiezioni che visualizzano le citazioni del libretto: una farfalla, un serpe, l’aquila di Zeus.