Mariella Devia apre la stagione della Filarmonica Romana

Roma, Teatro Olimpico, Accademia Filarmonica Romana, Stagione 2010/2011
Concerto inaugurale
“SCHUBERT, ROSSINI”
Soprano 
Clarinetto Alessandro Carbonare
Corno Guglielmo Pellarin
Pianoforte Rosetta Cucchi
Franz Schubert: “Der Hirt auf dem Felsen” D965, «Vedi quanto t’adoro—Ah non lasciarmi» Scena da “Didone abbandonata”,
“Auf dem Strom” D943.
Gioachino Rossini: “
Soirées musicales” – Parte I. Ariette:La promessa, Il rimprovero, La partenza, L’orgia, L’invito, La pastorella delle Alpi, La gita in gondola, La danza.
Roma, 4 novembre 2010

Concerto inaugurale della stagione 2010/2011 dell’Accademia Filarmonica romana con il soprano Mariella Devia protagonista, accompagnata da Rosetta Cucchi al pianoforte e affiancata da Alessandro Carbonare e Guglielmo Pellarin, rispettivamente al clarinetto ed al corno. Il programma scelto per la serata è parso unire eleganza e raffinatezza ad una piacevolezza più spensierata ed il pubblico, anche da commenti raccolti in maniera estemporanea, ha mostrato di averlo gradito molto.
Estremamente   interessante infatti è risultato l’accostamento di Schubert a Rossini e senza dubbio lodevole è stata l’idea di affidare ad una grande belcantista italiana il non facile compito di far rivivere le diverse atmosfere di così tanta bella musica. Non è infatti cosa molto frequente nei nostri teatri ascoltare voci italiane nel repertorio da camera tedesco e speriamo che anche questo concerto contribuisca a segnare l’inizio di un’inversione di tendenza proprio per una maggior diffusione di uno splendido  patrimonio musicale che in Italia corre un po’ il rischio di restare appannaggio di un pubblico ristretto.  E veniamo alla protagonista della serata.
Tessere le lodi di una grande cantante come Mariella Devia può apparire scontato ed addirittura superfluo. Essenziale e sobria nella gestualità, ha offerto una lettura dei brani proposti, risolta completamente nel suono e nella assoluta aderenza alla linea  musicale, ottenendo risultati di singolare fascino soprattutto in Schubert, nel quale la perfetta fusione con i colori e le sonorità degli strumenti obbligati, ha condotto felicemente  il pubblico attraverso i turbamenti e le atmosfere del mondo romantico, evocandoli con gusto, profondità e misura. Esemplare per la musicalità, la estrema piacevolezza del suono e la varietà del fraseggio, anche l’esecuzione delle otto arie delle Soirèes Musicales di Rossini, nelle quali forse, in alcuni brevissimi istanti, l’inappuntabile e assoluto rigore accademico è sembrato prendere un po’ il sopravvento sulla voglia di scherzare e di divertirsi insieme al pubblico di quel salotto musicale che a Roma rappresentano i concerti della Accademia Filarmonica . Buone le prove degli strumenti solisti e in particolare della pianista, assolutamente in sintonia con la chiave di lettura dei brani offerta dal soprano. Nel complesso uno splendido concerto applaudito dal numeroso pubblico presente con calore e molto affetto verso la protagonista della serata.
Foto Corrado Maria Falsini