Accademia Bizantina e Ottavio Dantone alle “Armonie barocche”

Firenze, Teatro della Pergola. Amici della Musica, Stagione 2011-2012,
Ciclo “Armonie barocche”.

Accademia Bizantina

Direttore all’organo Ottavio Dantone
Johann Sebastian Bach: Sinfonia dalle Cantate BWV 35 (I e II parte);
BWV 156;  BWV 42; BWV 21; BWV 146; BWV 196; BWV 169.
Arcangelo Corelli: Concerto grosso op. VI n. 2 in Fa maggiore
(arrangiamento di O. Dantone); Concerto grosso op. VI n. 4 in Re maggiore
(arrangiamento di Ottavio Dantone).
Firenze, 22 ottobre 2011.

Bach & Accademia Bizantina: uno dei più attesi binomi del ciclo “Armonie barocche” degli Amici della Musica di Firenze vede un teatro della Pergola gremito di un pubblico che non vuole lasciarsi perdere un appuntamento imperdibile per ogni cultore del repertorio preclassico.
Il celebre complesso dell’Accademia Bizantina nasce a Ravenna nel 1983 con l’intento di coniugare ricerca filologica e studio della prassi esecutiva su strumenti originali; suo direttore dal 1996 è Ottavio Dantone, clavicembalista tra i più ricercati che segna il suo debutto operistico col “Giulio Sabino” di Giuseppe Sarti in prima esecuzione in tempo moderni nel 1999.
Il programma proposto per il concerto fiorentino trova il suo epicentro, come già accennato, nella figura di genio di Bach del quale viene proposta, in modo piuttosto inconsueto, una serie di Sinfonie di quella sterminata produzione di cantate sacre che vennero composte nei periodi in cui il genio tedesco prestava servizio presso la corte evangelica di Weimar e presso la Thomaskirche di Leipzig nella veste di Kantor.
La cantata BWV 35 vanta ben due sinfonie sicuramente parodie di un perduto concerto per oboe (o per violino) che in questa sede è sostituito dall’organo sulla quale tastiera si cimenta Dantone impegnato anche alla direzione orchestrale che si caratterizza per un carattere fluido e misurato pur mantenendo fede al vigore della partitura bachiana; interessante è la presenza all’interno dell’organico strumentale della taille (suonata da Emiliano Rodolfi) che con il suo registro più basso di una quinta rispetto all’oboe ha la funzione di raddoppio dei violini e delle viole. Nella sinfonia della cantata BWV emerge l’oboe di Paolo Grazzi che si distingue per poesia solistica. La tripartita sinfonia della cantata BWV 42 si caratterizza per il concertino degli oboi di Paolo Grazzi ed Elisabeth Baumer e il fagotto di Alberto Guerra, mentre la sinfonia dalla cantata BWV 21 è un momento di alto lirismo in cui l’oboe, sempre del bravo Paolo Grazzi, instaura un dialogo di tenere armonie col violino di Alessandro Tampieri.
Alle sinfonie bachiane, alle quali vanno ad aggiungersi anche quelle per le cantate BWV 146, 196 e 169, si alternano due concerti grossi dell’opera VI di Arcangelo Corelli: il Concerto n. 2 in Fa maggiore e il Concerto n. 4 in Re maggiore che in questo concerto vengono eseguiti con l’ausilio anche dei fiati grazie all’arrangiamento apportato da Ottavio Dantone col risultato di un timbro più smagliante rispetto a quello a cui siamo stati razionalmente abituati ad ascoltare. Nel bis gli artisti offrono l’esecuzione della rejouissance dalla Suite per orchestra n. 4 BWV 109 in Re maggiore di Bach oltre a una breve fuga composta da Dantone alla cui prima voce del violoncello risponde quella delle viole fino ai violini secondi e al ripieno dell’intera orchestra. Il prossimo appuntamento col maestro Dantone è atteso per il 28 novembre 2011 in cui si cimenterà al clavicembalo con pagine di Bach, Platti, Scarlatti e Händel.