Da Vienna ad Hollywood. Lo spirito musicale della grande Austria incontra il grande schermo

Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia
Sul bel Danubio blu
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore, Christoph Eschenbach
Violino, Leonidas Kavakos
Johann Strauss, Jr:  “An der schönen, blauen Donau”, walzer per orchestra op. 314
Erich Wolfgang Korngold: Concerto per violino e orchestra op. 35
Johannes Brahms/Arnold Schönberg: Quartetto in sol minore per pianoforte, violino, viola e violoncello op. 25, trascrizione per orchestra
Roma, 21 febbraio 2012 
Prima esecuzione nei cartelloni  di Santa Cecilia del  concerto di Korngold. Raro quanto geniale e insidioso. Non è scontato infatti trovare un violinista e direttore che sappia padroneggiarlo a pieno (primo interprete fu nientemento che Jascha Heifetz!). Il concerto per violino è un frutto maturo del compositore ex bambino prodigio, apprezzato nella Vienna di fine Ottocento e osannato nella Hollywood degli anni Trenta dove, fuggito a causa della minaccia nazista, venne accolto come un genio della colonna sonora nel pieno del boom cinematografico marchiato USA. Dal Moderato nobile al Finale riecheggiano i temi di pellicole del grande schermo, il romanticismo di altri tempi (Another Dawn) e le frizzanti novelle di Mark Twain (The Prince and the Pauper).
L’incontro fra la bacchetta di Christoph Eschenbach e l’arco di Leonidas Kavakos è un mix di ragione e sentimento. Da un lato la precisione ritmica, la perfezione negli attacchi; dall’altro lo stupefacente virtuosismo unito all’amabilità del fraseggio, al dialogo vigoroso fra solista e orchestra che trova la sua più alta realizzazione nell’ultimo incalzante movimento. Fa da sfondo al concerto la Vienna di Johann Strauss con il suo brano più rappresentativo, un Bel Danubio Blu pieno di brio, niente affatto inscatolato nella visione tradizionale del celebre valzer invidiato persino da Johannes Brahms. E affidata a Brahms è la chiusura del programma, con il Quartetto in sol minore op. 25 nella trascrizione di Arnold Schönberg, un’esplosione di colori il cui culmine è nel Rondò alla zingarese che impegna l’orchestra al completo in una coinvolgente varietà ritmica e tematica, da togliere il respiro per magnificenza ed intensità.