79°Maggio Musicale Fiorentino:”La Traviata”

Firenze, Teatro Comunale, 79° Maggio Musicale Fiorentino
“LA TRAVIATA”
Melodramma in tre atti. Libretto di Francesco Maria Piave.
Musica di Giuseppe Verdi
Violetta Valéry  MARINA REBEKA
Alfredo Germont  AQUILES MACHADO
Giorgio Germont  VLADIMIR STOYANOV
Flora Bervoix ELENA TRAVERSI
Annina  DESIREE MIGLIACCIO
Gastone de Letorieres  EDUARDO HURTADO
Barone Douphol ITALO PROFERISCE
Marchese d’Obigny SALVATORE GRIGOLI
Dr.Grenvil  JUAN JOSE’ NAVARRO
Giuseppe DAVIDE CUSUMANO
Un commissionario LISANDRO GUINIS
Domestico di Flora ROMANO MARTINUZZI
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Giampaolo Bisanti
Regia Franco Ripa di Meana
Scene Edoardo Sanchi
Costumi Silvia Aymonino
Luci Guido Levi
Allestimento del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze, 26 giugno 2012
A pochissimi giorni dalla conclusione del 79° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Comunale procede con la stagione operistica 2012 riproponendo l’allestimento de La Traviata di Franco Ripa di Meana già facente parte di una trilogia popolare verdiana interamente curata dal regista nell’ambito della rassegna Recondita Armonia del 2009. La novità della ripresa, a parte il diverso cast, è costituita dalla presenza su molti dei ruoli di contorno degli allievi di Maggio Fiorentino Formazione (fra i cui docenti figura lo stesso Ripa di Meana), qui inseriti in una produzione di stagione anziché in un progetto ad hoc. Le scene di Edoardo Sanchi giocano sui contrasti fra i colori complementari della carta da parati verde a fiorelloni e del rosso acceso dei costumi, firmati da Silvia Aymonino, di Violetta, delle coriste (quasi replicanti della protagonista), e del gigantesco divano che riempie la scena nel primo e del terzo atto, fungendo da fulcro dell’azione.
Sulle note del preludio troviamo Violetta prona al suolo, tormentata ed anelante, nella visione di scene di vita familiare borghese che prendono vita attorno a lei su 4 praticabili con mobilio ottocentesco, che ritroviamo assemblati in varie posizioni nel corso dell’opera. La produzione, nata in un’ottica di contenimento dei costi, (tanto che nella sua prima edizione il coro indossava i costumi di un precedente allestimento di Cristina Comencini), è tutt’ora godibile e non comunica affatto un’idea di povertà. Gli elementi di disturbo si trovano piuttosto nelle potenti e abbaglianti luci al neon puntate sui tavoli da gioco nella festa di Flora e in certe incongruenze sul libretto, come quando Violetta esclama “Oh qual pallor” senza essersi riflessa in alcuno specchio, oppure nel terzo atto giace a letto, o meglio sul colossale divano rosso, costringendo il torace martoriato dalla tisi in un improbabile ed angusto corsetto rosso. A seguito della cancellazione di Andrea Battistoni il testimone della concertazione e direzione è passato a Giampaolo Bisanti, che ha condotto l’Orchestra del Maggio con gesto ripetitivo e tempi fin troppo spediti, tanto da lasciarsi più volte sfuggire di mano il generalmente preciso Coro del Maggio. La resa sonora è come una sorta di blocco unico nel quale nel quale si perdono i timbri dei singoli strumenti e i colori derivano solo da dinamiche appena accennate e perennemente spinte verso un forte che aggredisce i cantanti più che sostenerli.
Marina Rebeka dà una lettura originale del personaggio, delineando una Violetta più disincantata che romantica e con forte carica erotica, che percepiamo tutta nella frase “e nuova febbre accese, destandomi all’amor”. La voce è tagliente, penetrante e domina fino a sforare nei concertati. Maliziosa e precisa nelle colorature del primo duetto col tenore, dimostra sicurezza negli acuti anche se nella cabaletta del 1° atto, dopo una preparazione incerta, approda ad un mi bemolle piuttosto stiracchiato.
Non appare particolarmente in forma, rispetto ad altre precedenti interpretazioni, l’Alfredo di Aquiles Machado il cui canto comunica spesso un senso di disagio nella tessitura,  (forse dovuto al recente cambio di repertorio),  con la tendenza a cercare rifugio nel naso. Gli acuti non sono svettanti e certi pianissimi si avvicinano al falsettone, ma riesce comunque a creare il personaggio. Vladimir Stoyanov è un Germont vocalmente gentile e corretto che non sembra approfondire molto il lato psicologico del personaggio. Rimane un po’ sullo sfondo la Flora di Elena Traversi anche a causa di una vocalità ingolata e di una dizione oscura.
Appartengono alla squadra di Maggio Formazione Eduardo Hurtado un Gastone giovanile e con discreta proiezione e Desirée Migliaccio, un po’ scolastica e acerba nei panni di Annina. Discrete le prestazioni di Italo Proferisce (Barone Douphol), Salvatore Grigoli (Marchese d’Obigny), Juan Josè Navarro (Dottor Grenvil). Stranamente i ruoli più piccoli non sono affidati agli allievi di Maggio Formazione ma a Davide Cusumano (Giuseppe), Romano Martinuzzi(Domestico) e Lisandro Guinis (Commissionario). Buono il successo di pubblico. Foto Gianluca Moggi © New Press Photo