Un “Olimpo di voci” a Operalia?

Verona, Teatro Filarmonico, Placido Domingo Operalia, The World Opera Competion, XX° Anniversario 1993-2013
Orchestra dell’Arena di Verona
Direttore Placido Domingo
Soprani Mirella Bunoaica, Julie Fuchs, Irina Churilova, Hae Ji Chang, Aida Garifullina, Kathryn Lewek, Tracy Cox
Contralto Claudia Huckle
Tenori Vladimir Dmitruk, Zach Borichevsky, Benjamin Bliss, Diego Silva
Baritono Simone Piazzola
Basso-Baritono Ao-Li
Musiche di:P. I. Cajkovskij, V.Bellini, G.Rossini, R.Wagner, G.Verdi, G.Donizetti, S.Rachmaninov, P.Luna, M. Nieto y G. Giménez, J. Guerrero, P. Sorozábal, P.Domingo jr.
Verona, 25 agosto 2013
Al Teatro Filarmonico di Verona, si é conclusa con un concerto diretto dal Maestro Placido Domingo la XX edizione di Operalia, il concorso internazionale per future stelle della lirica più importante e riconosciuto a livello mondiale, sia per il calibro delle giurie che ne hanno sempre fatto parte – che quest’anno ha visto coinvolti 14 sovrintendenti e direttori artistici del Metropolitan, Covent Garden, Teatro alla Scala e Arena di Verona, Palau de les Arts di Valencia, Gran Teatro del Liceu di Barcellona, Santiago del Cile, Montecarlo, Vienna e Bucarest – che per gli importanti e numerosi premi destinati ai vincitori: dal I premio assoluto di 30000$ alla miglior voce maschile ed  alla miglior voce femminile, al premio Birgit Nilsson per le voci del repertorio tedesco, al Pepita Embil de Domingo e Don Placido Domingo (genitori del cantante) per la Zarzuela ed infine, il Premio del pubblico Rolex e CulturArte che hanno messo in palio altri 10000$  ed un orologio Rolex alla voce maschile e femminile preferite dal pubblico.
Ma il vero motivo per cui questa competizione canora è considerata l’Olimpo dei concorsi internazionali rivolti ai giovani cantanti lirici, è il  trampolino di lancio nel regno della Lirica che essa costituisce per tutti i candidati finalisti, oltre all’opportunità di instaurare uno stretto rapporto con Placido Domingo e tutta la rete di Operalia, dal momento che la giuria che la compone vede coinvolti i più importanti direttori di casting e teatri d’opera pronti a coinvolgere molti di questi artisti nella programmazione dei propri teatri.
La serata di domenica, più che un “Olimpo di voci” a noi è sembrata una velata parvenza di ciò che ci si aspetterebbe di ascoltare dalle giovani ugole d’oro selezionate meticolosamente tra migliaia di voci in tutto il mondo. Partiamo dalle voci femminili: è triste affermare di non averne sentita una degna di nota. Voci piccole, stimbrate e non sostenute dal fiato, che ci hanno fatto assistere a vere e proprie stonature, frasi calanti o acuti urlati, a tratti “disperati”! Siamo molto lontani dai prodotti canori della vecchia e saggia scuola del canto in cui si insegnava a mettere la voce “in maschera”, a cantare  “sul fiato”, l’importanza di una dizione perfetta e quasi parlata, dei filati, ecc… Forse l’unica che merita una menzione a parte  è Julie Fuchs, giovane soprano leggero francese che ha eseguito con grazia ed eleganza la difficile aria “En proie à la tristesse” da Le Comte Ory di Rossini e si è aggiudicata il II° Premio insieme al baritono italiano Simone Piazzola. Il III° Premio è stato assegnato al soprano americano Kathryn Lewek che si è aggiudicata anche il premio del pubblico ma che, per quanto ci riguarda, resta degna di nota esclusivamente per la grande estensione vocale e la facilità negli acuti. “Premio Birgit Nilsson” all’unico contralto inglese del concorso Claudia Huckle e al soprano russo Tracy Cox della quale abbiamo apprezzato il bel timbro e l’eleganza di emissione, pur con qualche limite di volume. Lascia alquanto perplessi l’assegnazione del I° premio al soprano Aida Garifullina che ha raggelato il pubblico con qualche fischio. La cantante ha presentato l’aria “Oh quante volte ti chiedo” da I Capuleti e i Montecchi di Bellini in un’esibizione scolastica con un’insieme di  emissioni afone negli attacchi, note centrali vuote e deboli, acuti traballanti e poco sostenuti, fraseggio oscuro e nessuna presenza scenica e coinvolgimento nel pezzo. Unica nota positiva?… Una gran bella ragazza! Siamo di fronte all’ ennesimo caso di soprano “fashion”?… Il premio per la sezione “Zarzuela è stato assegnato al soprano coreano Hae Ji Chang, unica concorrente femminile della categoria.
Nelle voci maschili si è distinto per bravura, ottima presenza scenica, voce calda ed elegante l’unico italiano presente in finale, il baritono italiano Simone Piazzola, vincitore del II° premio e del Premio del pubblico che ci ha commosso nell’aria “Io morro’ ma lieto in core” dal Don Carlo di Verdi. Di questo cantante abbiamo apprezzato particolarmente la dizione ed il pathos oltre che un discreto volume di emissione. Il III° Premio per le voci maschili è stato assegnato al tenore americano Zach Borichevsky che ha cantato “Rachel, quand du Seigneur” da La Juive di Halévy, mentre il basso-baritono cinese Ao Li si è aggiudicato il I Premio con “Ves tabor spit” dall’opera Aleko di Rachmaninov.
Vladimir Dmitruk, tenore bielorusso, si è aggiudicato il premio CulturArte mentre Benjamin Bliss, tenore americano, si é distinto per la categoria zarzuela con un fraseggio puro e squillante, un’emissione chiara e pulita, un’elegante presenza scenica che gli ha fatto conquistare il I premio.
Il Maestro Domingo ha diretto l’Orchestra dell’Arena di Verona che ha accompagnato i cantanti per la durata dell’intera serata e nell’Inno di Operalia, su musica e testo di Placido Domingo Jr., che ha visto nuovamente protagonisti tutti i candidati del concorso esibirsi in un grande coro per un brano non particolarmente entusiasmante, come pure l’orchestra che non sempre si è dimostrata all’altezza della serata a causa di qualche stonatura ed imprecisione dei fiati. Foto Ennevi