“Aida” apre la nuova stagione lirica dell’Opéra di Marsiglia

Marsiglia, Théatre Municipal de l’Opéra, Stagione Lirica 2013/2014
“AIDA”
Opera in quattro atti di Antonio Ghislanzoni
Musica di Giuseppe Verdi
Il Re d’Egitto PHILIPPE KAHN
Amneris, sua figlia SONIA GANASSI
Aida, schiava etiope MICHELE CAPALBO
Radamès, capitano delle guardie ZORAN TODOROVICH
Ramfis, capo dei sacerdoti LUIZ-OTTAVIO FARIA
Amonasro, re d’Etiopia, padre di Aida MARCO DI FELICE
Un messaggero WILFRIED TISSOT
Sacerdotessa LUDIVINE GOMBERT
Orchestra e Coro dell’Opéra di Marsiglia
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Direttore del coro Pierre Iodice 
Regia Charles Roubaud
Scene Emmanuelle Fabre
Costumi  Katia Duflot
Luci Philippe Grosperin
Coreografia Laurence Fanon
Marsiglia, 27 settembre  2013

[fine-scheda] Dopo Cléopâtre di Massenet e Les Troyens di Berlioz che hanno chiuso la precedente stagione, nell’ambito del progetto culturale “Marsiglia e il Mediterraneo“, l’Opéra apre nel segno del  200 ° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi con la popolarissima Aida.
Una produzione del capolavoro verdiano non nuova, ma del 2008, già salutata allora da un successo convinto riconfermato da questa ripresa. Il regista Charles Roubaud, con il supporto dell’impianto scenico di Emmanuelle Fabre, degli eleganti costumi di Katia Duflot e le luci di Philippe Grosperin ci hanno offerto uno spettacolo tradizionale, ma nel contempo moderno, per la sobrietà  visiva che si allontana dai clichè visivi legati a questo titolo. L’Egitto dei Faraoni è presente ma attraverso un efficace uso di proizioni in 3D che, aiutate da un uso efficace delle luci, creano delle atmosfere teatralmente efficaci e coinvolgenti. Tutto è comunque fortemente stilizzato, giocato su simbologie, così come la regia che guarda agli aspetti più intimi dell’opera. Le ancenstrali e tribali coreografie di Laurence Fanon si inseriscono perfettamente in questa visione di Aida.
Il soprano canadese
Michèle Capalbo (chiamata a sostituire la prevista Elena Pankratova) debuttava a Marsiglia. Dotata di un indubbio fascino scenico, ci ha presentato un’Aida tutt’altro che remissiva (il costume stesso ci è parso un po’ troppo regale). Anche il canto sembra inzialmente prendere la via di un’Aida a “tinte forti” (il suo “Ritorna vincitor” è stato troppo insistito nei “forti”), fortunatamente però, nel corso dell’opera, la Capalbo, oltre a un’inontanazione perfetta e a uno strumento omogeneo nell’emissione e ben proiettato, ha mostrato una sempre maggiore dolcezza, duttilità di colori ed espressivatà. Accanto a  Zoran Todorovich ha interpretato magistralmente il duetto finale dell’opera. Accanto a lei, Sonia Ganassi che debuttava il ruolo di Amneris. Il canto della Ganassi è sicuro nell’intera linea vocale. La sua formazione belcantista si percepisce nella musicalità, nella dizione accurata, nell’approccio al personaggio sempre emotivamente presente ma mai sopra le righe. Anche Zoran Todorovich debuttava come Radames e, nonostante l’annnuncio di una indisposizione, il cantante è venuto a capo del tutt’altro che facile ruolo con sicurezza e convinzione. La voce è calda nel timbro, controllata nella tessitura. Todorovich ha inoltre mostrato un buona ricerca espressiva volta a creare non solo il guerriero ma anche l’uomo innamorato. Marco di Felice completa il quartetto dei protagonisti. Questo cantante si era già fatto apprezzare nel 2010 come Gérard nell’ Andréa Chénier anche qui accanto a Zoran Todorovic. L’interprete appare un po’ convenzionale nei gesti, ma il canto di Di Felice è perfettamente in linea con il personaggio verdiano. Abbiamo ascoltato un Amonasro dall’accento indomabile e dal canto pieno e vibrante.
Il resto del cast si avvale delle presenza di Luiz-Ottavio Faria un Ramfis di buona statura. Superata un’iniziale incertezza, Faria si è via, via riscaldato arrivando alla “scena del giudizio” dell’atto IV con una voce pienamente sonora e ampia. Buono, anche se piuttosto disomogeno nell’emissione, il basso Philippe Kahn (il Re). Seppur nei  loro brevi interventi, abbiamo comunque apprezzato le qualità vocali e la musicalità di Ludivine Gombert (Sacerdotessa) e di Wilfried Tissot (il messaggero). Il Coro dell’Opéra, preparato da Pierre Iodice ha dato prova di compattezza e duttilità espressiva.
Concludiamo con la concertazione, affidata a Fabrizio Maria Carminati, primo direttore ospite de l’Opéra de Marseille. La sua direzione si è caratterizzata per una dinamica ricca e varia, un sicuro controllo tra buca e palco, un lodevole senso delle rifiniture e, soprattutto, la capacità di creare le giuste atmosfere. L’orchestra ha risposto positivamente e con precisione, alle intentezioni interpretative di Carminati. Una menzione speciale alle sonore e intonatissime trombe della marcia trionfale.  Una rappresentazione di Aida salutata da un pieno e convincente successo di pubblico. Foto Christian Dresse