Dino Verga e “Il colore delle stagioni”

Roma, Teatro Greco, Rassegna “Che Danza Vuoi?” 2013 
“KISETSU NO IRO” Il colore delle stagioni 
CoreografieDino Verga, Luca Della Corte, Luca Russo
Ideazione, regia, luci e costumi Dino Verga
Drammaturgia Renato Greco
Musica originale Tiziano Bedetti  Remixata da Dino Verga
Scenografia Gianfranco Lucchino
Compagnia Aton Dino Verga Danza: Stefania Brugnolini, Veronica Cionni, Luca Della Corte, Chiara D’Orsi, Anna Marinelli, Ilaria Marini, Sonia Moltisanti, Maria Parisi, Giuliana Principato, Antonella Pugliese, Luca Russo.
Assistente alle Coreografie Stefania Brugnolini
Videografia Marco Schiavoni 
Roma, 8 novembre 2013     
Il tema delle stagioni è piuttosto ricorrente tanto nella danza, quanto nella musica. Le stagioni vengono spesso utilizzate come metafora per rappresentare lo scorrere della vita: la primavera come la fanciullezza, l’estate come l’adolescenza, l’autunno per la maturità e l’inverno la vecchiaia. Lo spettacolo di Dino Verga che vede in scena la sua compagnia romana Aton Dino Verga Danza, non si discosta poi molto da questo principio, ma lo sviluppa in maniera più profonda, lo arricchisce facendo incontrare il concetto orientale di “stagione” con quello occidentale.
La colonna sonora di “Kisetsu No Iro” è l’opera musicale del compositore contemporaneo Tiziano Bedetti, dove sono presenti atmosfere tipicamente orientali, remixata dallo stesso Dino Verga che riesce a conferire alla musica un’aria più astratta, più “occidentale” se vogliamo. L’ispirazione per l’opera di Bedetti è stata la lettura di antichi haikai giapponesi. L’Haiku è un brevissimo componimento poetico in versi flessibili, ricco di significati sottointesi che lasciano libera interpretazione al lettore. Dino Verga ha aggiunto a tutto questo il colore, rimanendo fedele alla tradizione nipponica. Cinque danzatori solisti, contornati da un valido corpo di ballo, impersonano a turno gli animali fantastici che rappresentano le stagioni: “Seirū”, il drago blu guardiano dell’Est, associato alla primavera e ai colori blu e verde (considerati sfumature di un solo colore); “Suzaku”, la fenice di fuoco, guardiana del Sud e associata all’estate e al colore rosso; “Byakko”, la tigre bianca, guardiana dell’Ovest, associata con l’autunno e al colore bianco; “Genbu”, la tartaruga nera guardiana del Nord, associata all’inverno e al colore nero; “Ōryū”, il drago giallo guardiano del Centro, associato al cambio delle stagioni.
Lo spettacolo si lascia guardare con leggerezza, scorre via così come le stagioni. Le atmosfere orientali rendono il contesto suggestivo, quasi mistico, e sono rafforzate dalle belle immagini video che vediamo passare sui pannelli appesi al soffitto. A volte ci tratteggiano i cambiamenti climatici: neve, pioggia, le foglie che cadono; altre volte ci riportano episodi storici, visioni di una guerra passata, eventi realmente vissuti. Sul palco si susseguono passi a due, soli, momenti di insieme. I movimenti che riconosciamo sui danzatori, tutti molto preparati, sono quelle della tecnica Cunningham, con linee al limite dell’estremo ed equilibri che paiono improbabili, tutti risolti con incredibile maestria, ma non potevamo aspettarci altro da questa bella compagnia che vanta il privilegio, unica in Italia, di contare nel suo repertorio “Cross Currents”, un’opera del Maestro Merce Cunningham. Il pubblico alla prima era quello delle grandi occasioni, tra gli altri hanno applaudito: la Principessa Amalita Pacelli, la Principessa Giada Ruspoli, Sua Eccellenza il Conte Alvise Memmo, il Maestro e coreografo Zarko Prebil, la produttrice Franceca Piparo e il Maestro Emanuele Friello.