Komische Oper Berlin: “Rušalka”

Berlino, Komische Oper, Stagione lirica 2013/2014
“RUŠALKA“
Fiaba lirica in tre atti su libretto di Jaroslav Kvapil. Versione tedesca di  Bettina Bartz e Werner Hintze.
Musica di Antonin Dvořák
Rušalka, ninfa  ASMIK GRIGORIAN
Il principe TIMOTHY RICHARDS
Ježibaba, strega AGNES ZWIERKO
Lo Spirito dell’acqua JENS LARSEN
La principessa straniera URSULA HESSE VON DEN STEINEN
Le tre ninfe MIRKA WAGNER, ANNELIE SOPHIE MÜLLER, KATARINA MORFA
Il guardaccia PETER RENZ
Lo sguattero CHRISTIANE OERTEL
Un cacciatore MÁTÉ GÁL
Coro e orchestra della Komische Oper di Berlino
Direttore Henrik Nánási
Maestro del Coro David Cavelius
Regia Barrie Kosky
Scene e luci Klaus Grünberg
Costumi Klaus Bruns   
Allestimento della Komische Oper di Berlino
Berlino, 7 dicembre 2013

Del  compositore ceco Antonin Dvořák,  è noto che questa è l’opera più celebre della sua produzione lirica che consta di nove titoli. Rušalka è stabilmente in repertorio in molti teatri internazionali. A Berlino, alla Komische Oper, teatro nel quale tutte le opere vengono eseguite in tedesco, dal 2011 viene eseguita questa produzione firmata dal regista  Barrie Kosky che segue la consueta trama, ma con un approccio diverso. Kosky afferma: “Rusalka per me è stato come un dramma di Čechov in musica”, riferendosi in particolare al colore melanconico della musica di Dvořák  fortemente intrisa di colori “folkloristici”. La visione di Kosky, espressa visivamente dalla scenografia di Klaus Grünberg, una grande stanza bianca nella quale si svolge il dramma fortemente interiorizzato di  Rušalka, con il  suo bruciante desiderio di diventare una donna e abbandonare il suo corpo di Ondina.  Di grande impatto emotivo e visivo la scena nella quale la strega Ježibaba estrae da Rušalka una grande spina di pesce e le taglia la coda o ancora la pantomima del  terzo atto nella quale cupe figure di morte, come in un incubo, riconducono la fanciulla  al suo stato primigenio, verso un ineluttabile destino. Dopo aver baciato il principe per l’ultima volta, Rušalka scompare nel lago per sempre, inserendosi  un amo da pesca in bocca, mentre il principe, tutto ripiegato in se stesso, tiene la canna da pesca fra le gambe. La fanciulla/ondina è allo stesso tempo esca e vittima. È il tragico epilogo che la musica di Dvořák ha intriso di una atmosfera straordinariamente toccante. Sicuramente uno dei finali d’opera più belli in assoluto.
Il cast è di ottimo livello e composto da validissimi cantanti-attori.  Il soprano  Asmik Grigorian, nei panni della protagonista, è toccante e drammatica fin dal suo apparire. Il timbro vocale è pregevole e la linea di canto attenta alle dinamiche espressive del personaggio sempre vivo e partecipe. Solo nella parte finale dell’opera si è sentito qualche segno di stanchezza nel registro acuto che è parso più teso. Questo non ha minimamente compromesso l’intensità della sua interpretazione. Raramente è capitato di sentire la celebre  “Canzone alla Luna” di Rusalka (“Měsíčku na nebi hlubokém”) del primo atto, così drammaticamente integrata nel dramma. Il tenore gallese Timothy Richards (Il Principe) ha sfoggiato una bella linea di canto, una natura vocale che potremmo definire dalla passionalità “italiana” ma senza eccessi.  Ottimo il legato luminoso e svettante il registro acuto.  Jens Larsen usa la sua voce profonda di basso per lo Spirito  dell’Acqua, che qui appare  sia come un fantasma, sia come amorevole  padre di Rušalka. Particolarmente toccante il  suo arioso nel secondo atto mentre nel terzo atto è parso meno autorevole. Si sono quindi apprezzate Agnes Zwierko che, con voce cupa e profonda, ha impersonato la strega Ježibaba e la Principessa straniera di  Ursula Hesse von den Steinen che ha saputo emergere drammaticamente  pur nella brevità del suo ruolo. Le caratterizzazioni di  Peter Renz (Il Guardacaccia) Christiane Oertel (Lo Sguattero), hanno confermato che in  questa produzione della Komische Oper non ci sono ruoli minori.  Infine le tre Ondine hanno trovato il giusto equilibrio e amalgama timbrico  in Mirka Wagner, Annelie Sophie Müller e Katarina Morfa.
Henrik Nánási dirige l’Orchestra della Komische Oper con estrema concentrazione. La sua lettura è caratterizzata da tempi piuttosto serrati, questo ha portato a qualche eccesso sonoro a scapito del canto. Fortunatamente solo degli episodi che non hanno minato i passaggi più lirici che non mancano di poesia e sono sostenuti soprattutto dalle sonorità dell’arpa. Una lettura complessivamente efficace che bene si allinea alla visione registica di Kosky. Foto di Monica Rittershauser