Genova: Gala Pucciniano

Genova, Teatro Carlo Felice, stagione Lirica2013-2014
SUOR ANGELICA
Opera in un atto su libretto di Giovacchino Forzano.
Musica di Giacomo Puccini
Suor Angelica DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI
La zia principessa ELISABETTA FIORILLO
La badessa ANNUNZIATA VESTRI
La suora zelatrice  MARGHERITA ROTONDI
La maestra delle novizie ANNUNZIATA VESTRI
Suor Genovieffa MARIA TERESA LEVA
Suor infermiera MILA SOLDATIC
Due suore cercatrici  SILVIA PANTANI, GIOIA CREPALDI
La novizia FEDERICA DI TRAPANI
Le Converse DARIA KOVALENKOP, GIOIA CREPALDI
Suor Osmina IRENE CELLE
Suor Dolcina MARTA MARI
Visual ENRICO MUSENICH
IL TABARRO
Opera in un atto su libretto di Giuseppe Adami, dal dramma La Houppelande di Didier Gold
Musica di Giacomo Puccini
Michele CARLOS ALMAGUER
Giorgietta APRILE MILLO
Luigi  RUBENS PELLIZZARI
Il Tinca SEBASTIAN FERRADA
La Frugola RENATA LAMANDA
Il Talpa LUIGI RONI
Due Amanti MATTEO MACCHIONI, FEDERICA DI TRAPANI
Un venditore di canzonette/ voce di tesorino MATTEO MACCHIONI
Voce di sopranino IRENE CELLE
Visual ENRICO MUSENICH
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Donato Renzetti
Maestro del Coro Pablo Assante
Genova, 7 febbraio 2014

Terminata la “scorpacciata verdiana” del 2013, il nuovo anno operistico del Teatro Carlo Felice di Genova é aperto dal dittico drammatico pucciniano composto da Suor Angelica ed Il Tabarro, eseguite in quest’ordine ed in forma di concerto. Sul podio, Donato Renzetti dirige l’orchestra ed il coro del teatro con padronanza, riuscendo tuttavia solo in parte a trattenere le sonorità di una compagine orchestrale tendenzialmente predominante. La scelta di tempi variegati ed equilibrati é efficace al fine della resa drammatica di entrambe le rappresentazioni.  Da segnalare alcuni momenti di confusione nel finale di serata, al termine dell’aria di Michele, in cui il direttore opta per ritmi più concitati non riuscendo ad essere ben compreso dal cantante impegnato, che risulta inoltre sovrastato dall’orchestra a tutta forza.
Nel ruolo di Suor Angelica, Donata D’Annunzio Lombardi ha offerto al (poco numeroso) pubblico una performance intensa e sentita, cantando con garbo ed ottima legatura pur non supportata da una vocalità dirompente che costringe talvolta lo spettatore ad allungare un po’ l’orecchio, al punto che il momento più riuscito della serata é il pianissimo che conclude la celebre aria della protagonista. Ovazioni per lei al termine della prima esecuzione, ed apprezzamento anche per Elisabetta Fiorillo, una Zia Principessa sonora, severa ed autoritaria al punto giusto. Responso positivo anche per gli altri elementi femminili di quest’opera, provenienti dal nuovo gruppo Ensamble Opera Studio, progetto promosso dal teatro stesso. Come nel caso della Lombardi, anche per loro non avrebbe guastato un pizzico di volume in più.
Il capolavoro più verista di Puccini, invece, vede protagonista il ritorno di Aprile Millo sulla scena italiana, dopo molti anni di assenza. Calorosamente salutata dal pubblico fin dal suo ingresso in scena, la Millo sa ripagare gli applausi con un’interpretazione coinvolgente e viscerale (come ai vecchi tempi, insomma), anche se purtroppo lo smalto vocale di una volta appare piuttosto sbiadito. La linea di canto risulta alquanto spezzata, gli acuti sono svettanti, seppur un po’ “imbrigliati”, corposi i registri medio e basso, mentre la dizione italiana necessiterebbe di una maggiore cura. Talora alcuni passaggi ben eseguiti lasciano intravedere lo splendore di un tempo, sebbene troppo frequentemente il canto sconfini nel parlato, anche quando non previsto dalla partitura. Gli scroscianti applausi al termine della recita testimoniano la comunicativitá del personaggio e la felicità di vedere di nuovo una diva dei “vecchi tempi” in scena. Carlos Almaguer, indisposto, ha sostenuto il ruolo di Michele con una vocalità che ben si addice al personaggio, con timbro scuro e buona sonorità in tutta l’estensione. Sarebbe stato tuttavia necessario provare meglio la parte, dal momento che nel corso dell’opera si verificano diverse incongruenze tra quanto previsto dal libretto e quanto cantato, oltre al già citato inciampo nel finale della cupa romanza del battelliere. Chi ha potuto ascoltare Rubens Pelizzari impegnato al Carlo Felice più volte nelle ultime stagioni (Cavalleria Rusticana, Macbeth e, tra breve, Madama Butterfly), avrà certamente notato una crescita sia del musicista sia dell’interprete. Nell’impervio ruolo di Luigi, il timbro é caldo, vibrante ed omogeneo lungo tutta l’estensione. Valido apporto della Frugola di Renata Lamanda, mentre la performance di Sébastian Ferrada non sarà certo ricordata per incisività (prerogativa in verità difficile per il ruolo del Tinca).  Non senza difficoltà anche la serata di Luigi Roni nel ruolo del Talpa. Buona la prova delle voci dell’Ensamble Opera Studio impegnate, con particolare menzione per Matteo Macchioni, che con voce squillante e fresca riesce a sfatare ogni possibile pregiudizio dato dal background televisivo. Buona la prova anche del coro (soprattutto della sezione femminile), preparato da Pablo Assante. Il pubblico genovese ha dimostrato di non apprezzare a fondo la proposta concertistica, al punto che buona parte dei posti disponibili é rimasta invenduta.