Giuseppe Picone e i grandi della danza

Piacenza, Teatro Municipale, Stagione di Danza 2013/2014
“GIUSEPPE PICONE E I GRANDI DELLA DANZA”
Gala internazionale
“Romeo e Giulietta”
Coreografia Maria Grazia Garofoli
Musica Nino Rota
Interpreti Marja Kichevska e Giuseppe Picone
“Raymonda” 
Coreografia A. M. Holmes
Musica Aleksandr Glazunov
Interpreti Barbora Kohoutkova e Breno Bittencourt
“La Bayadère” 
Coreografia Marius Petipa
Musica Ludwig Minkus
Interpreti Ana Pavlovic e Dejan Kolarov
“La bella addormentata nel bosco”
Coreografia Marius Petipa     
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Interpreti Shoko Nakamura e Wieslav Dudek
“Omaggio a Verdi”
Coreografia Marco Batti
Musica Giuseppe Verdi
Interpreti Giuseppe Picone
“Alexander the great”
Coreografia Ronald Savkovic
Musica Goran Bregovic
Interpreti Ana Pavlovic e Dejan Kolarov
“Invisible grace”
Coreografia Yaroslav Ivanenko
Musica Gurdjieff
Interpreti Barbora Kohoutkova e Breno Bittencourt
“Adagietto”
Coreografia Renato Zanella
Musica Gustav Mahler
Interpreti Shoko Nakamura e Wieslav Dudek
“Bolero”
Creazione in prima esecuzione mondiale per il ventennale di carriera
Coreografia Giuseppe Picone
Musica Maurice Ravel
Interpreti Giuseppe Picone e l’Ensemble della Lyric Dance Company
Piacenza, 13 aprile 2014

Vent’anni di carriera spesi tra le più prestigiose compagnie e nei più grandi teatri del mondo per l’étoile internazionale Giuseppe Picone. È inutile ripercorre qui tutte le tappe che hanno segnato la sua brillante carriera: sono state davvero molte e sono ben note al pubblico che segue la danza. Oggi, in un mondo che sembra così avaro nei confronti dell’arte di Tersicore, sceglie forse quella che agli occhi di molti può essere considerata la scelta più rischiosa, ovvero quella di essere freelance: scelta che lo vede sempre coinvolto in nuovi progetti (come la serata di Gala appena andata in scena al Teatro Municipale di Piacenza e altri cui accenneremo in seguito) nonché presenza molto amata e attesa nelle serate di danza italiane e non.
Torniamo a parlare del Gala. Non sembrano essere state pochi i problemi legati all’organizzazione della serata stando al programma e relativi ospiti diffuso in un primo momento da ATER Danza: lo spettacolo ha comunque avuto luogo, pur con una data in meno rispetto a quelle previste all’interno di una breve tournée, con ospiti e programma in parte variati. Giuseppe Picone ha aperto la serata con un passo a due (Romeo e Giulietta) coreografato da Maria Grazia Garofoli, ex direttrice del Balletto dell’Arena di Verona, su musiche di Nino Rota. Compagna di Picone è stata Marja Kichevska, Prima Ballerina in forze al Balletto di Macedonia e già partner di Picone in altre occasioni (Cenerentola a Verona, Schiaccianoci a Napoli…). Coreografia molto “aerea”, giocata sullo sbalzo tra lift, salti e pose languide a terra e interpretativamente molto ben gestita dal punto di vista del jeu. Picone ha poi danzato Omaggio a Verdi su coreografia di Marco Batti, direttore artistico del Balletto di Siena, su musiche di Giuseppe Verdi (Messa da Requiem), proseguendo quindi il sodalizio iniziato con lo spettacolo-omaggio a Verdi in occasione del bicentenario del 2013. Insieme alla Lyric Dance Company, Picone ha infine presentato e interpretato una propria creazione sulla musica del celeberrimo Bolero di Murice Ravel. Composizione destinata alla coreografia fin dalla propria nascita, il Bolero è da sempre considerato temibilissimo banco di prova per coreografi e interpreti: il risultato finale non ha deluso. Picone elabora un solo di grande qualità plastica per sé sui primi temi del bolero mentre sullo sfondo già si intravede la presenza di un corpo di ballo coperto da alcuni specchi. Il corpo di ballo (due interpreti maschili e quattro femminili) si svela riprendendo alcune frasi coreografiche del solo, dapprima mostrando solo le mani mentre il resto del corpo rimane coperto dallo specchio. Viene privilegiata spesso l’orizzontalità per l’ensemble (come per i movimenti delle braccia o l’inclinazione dei diversi specchi) mentre per l’interprete principale sono previsti frequenti slanci verticali e figure insistite sull’iperestensione delle gambe. Il numero termina con un quadro di grande effetto: il corpo di ballo si chiude a semicerchio, con gli specchi schierati davanti ai propri corpi, intorno a Picone che cade a terra.
Questo per quanto riguarda l’esibizione di Giuseppe Picone. Il Gala, nella sua interezza, prevedeva due momenti distinti: una prima parte destinata al repertorio ottocentesco (ad eccezione di Romeo e Giulietta e Omaggio a Verdi di cui abbiamo parlato prima) ed una seconda destinata al repertorio contemporaneo. La prima parte ha lasciato un po’ di amaro in bocca, mancando troppo spesso di rigore nell’esecuzione di questi grandi brani di repertorio. La prova migliore può considerata quella di Barbora Kohoutkova e Breno Bittencourt nel pas de deux che impreziosisce il Grand Pas Classique Hongrois di Raymonda, nonostante la figura di Bittencourt non sia esattamente quella del danseur noble. Ne La Bayadère (pas de deux – terzo atto) Ana Pavlovic è stata troppo carnale nel rendere il simulacro della danzatrice sacra mentre Dejan Kolarov è stato un discreto Solor. Del grand pas de deux de La bella addormentata c’è poco da dire se non che Shoko Nakamura ha mostrato un lavoro di gambe troppo lento rispetto al virtuosismo richiesto mentre Wieslav Dudek ha esibito salti pesanti e quinte disordinate. Molto meglio la parte contemporanea, ancorché di base classica. Da un Alexander the great (su coreografia di Ronald Savkovic e musica Goran Bregovic) ben intrepretato da Ana Pavlovic e Dejan Kolarov che ne hanno messo in risalto la tinta noir a Invisible grace (coreografia di Yaroslav Ivanenko e musica di Gurdjieff), basato sulla solitudine dell’interprete femminile intervallata dall’appassionato duo danzato da Barbora Kohoutkova e Breno Bittencourt. Rimane da dire dell’Adagietto di Renato Zanella su musica di Gustav Mahler, vero e proprio calligrafismo in coreografia: quasi una Coppélia in breve, incentrata sulla figura del creatore e della propria creatura. Bravi gli interpreti, Shoko Nakamura e Wieslav Dudek.
Auguri quindi a Giuseppe Picone, alla sua arte, alla sua danza e alla sua inesauribile vitalità. Calorosissima la risposta del pubblico.