Il Ballet de l’Opéra National de Bordeaux al Teatro Romano di Verona

Verona, Teatro Romano, Estate Teatrale Veronese 2014
Ballet de l’Opéra National de Bordeaux
“Chopin número uno”
Coreografia Mauricio Wainrot
Musica Fryderyk Chopin
Costumi Mini Zuccheri
Luci Eli Sirlin riprese da François Saint-Cyr
“Carmina Burana”
Coreografia Mauricio Wainrot
Musica Carl Orff
Scene e costumi Carlos Gallardo
Verona, 9 luglio 2014

Cielo coperto da nubi foriere di pioggia, temperature che si aggiravano intorno ai 16-17 gradi… insomma, premesse non proprio ideali per uno spettacolo di danza all’aperto. Nonostante tutto, l’inaugurazione della rassegna di danza del Teatro Romano di Verona ha avuto luogo, seppur in forma ridotta.
La prima compagnia invitata ad esibirsi è stata il Ballet de l’Opera National de Bordeaux. Nei giorni antecedenti la prima, la Compagnia è stata presentata un po’ sbrigativamente come sorta di baluardo del repertorio ottocentesco con le (quasi) ovvie aggiunte di danza ‘contemporanea’. Ora, è vero che con l’arrivo di Charles Jude – ex étoile dell’Opéra di Parigi, a capo del Balletto di Bordeaux dal 1996 – i titoli abbiano subito una virata anche in direzione di Giselle, Lago etc. (cosa molto in voga in area francofona, quasi fosse ‘nobilitante’: basti fare un confronto col Ballet Nice Méditerranée a seguito dell’arrivo di Éric Vu-An), ma i motivi per cui oggi la Compagnia francese va ricordata sono ben altri, legati soprattutto alla coreografia d’autore: su tutti, basti ricordare i recentissimi lavori di Carolyn Carlson o Itzik Galili.
Per la serata veronese, è stato scelto un lavoro che negli anni ha riportato un notevole successo: i Carmina Burana del coreografo argentino Mauricio Wainrot sulle musiche di Carl Orff. Il tentativo di raccontare in ‘movimento’ la celebre cantata scenica non è nuovo: molti si sono cimentati in quest’impresa (ricordiamo la versione forse più celebre, quella di John Butler del 1959 al New City Opera di New York e che andò in scena al Teatro Romano di Verona negli anni ’90) per arrivare fino ad oggi col lavoro veramente ‘universale’ di Shen Wei, la cui ideazione dei Carmina per il Balletto del Teatro San Carlo di Napoli è stata proposta anche al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo.
La coreografia di Mauricio Wainrot fu creata nel 1998 per il Balletto Reale delle Fiandre – l’unica compagnia di balletto classico del Belgio, di cui fu coreografo ospite dal 1992 al 2004 -. Questo lavoro può definirsi sostanzialmente astratto benché siano ravvisabili richiami narrativi all’interno di alcune sezioni. Una cosa che invece permea l’intera partitura è una certa propensione per la spettacolarità o, più semplicemente, per le grandi scene d’insieme anche mediante l’utilizzo di prese o figure aeree e soluzioni plastiche molte efficaci enfatizzate dalle luci di François Saint-Cyr. Non mancano tuttavia momenti più intimi come il bel duettino iniziale di Cours d’amours (esaltato dagli interpreti Ashley Whittle e Vanessa Feuillatte) o l’assolo di In taberna (che, in realtà, avrebbe necessitato di ben altra dinamica rispetto a quella di Roman Mikhalev). Circa il vocabolario, si può ravvisare un richiamo a Roland Petit e ai suoi celebri tic soprattutto per quanto riguarda la costruzione di In taberna (come ad esempio, nella gestualità frenetica delle mani o nella danza dalla fisicità molto eloquente). La ringkomposition si conclude poi con la ripresa di Fortuna, giocata sulla distribuzione della Compagnia in coppie e da un’iterazione del movimento dalla connotazione quasi tribale.
Il Ballet de l’Opera National de Bordeaux, a parte alcune asincronie perdonabilissime considerato il contesto non certo agevole, si è mostrato completamente a proprio agio nell’esecuzione di questa complicata partitura. La frequentazione di un repertorio più accademico è ravvisabile anche dall’omogeneità fisica dei danzatori, soprattutto per quanto riguarda la sezione femminile.
L’esecuzione dei Carmina Burana è stata preceduta dal solo duo estrapolato da Chopin número uno, in luogo dell’esecuzione completa del balletto che avrebbe previsto la presenza di otto coppie di danzatori. La coreografia, sempre ad opera di Mauricio Wainrot su musica di Fryderyk Chopin, risale al 2010 e venne creata per il Ballet Contemporáneo del Teatro San Martín di Buenos Aires. Da questo breve duo (interpretato dalle étoile Igor Yebra e Oksana Kucheruk), traspare un gusto più incentrato sulla cantabilità del movimento e su un fraseggio più lirico.
Tra freddo e minacce di pioggia, la danza ha però avuto la meglio. Il pubblico del Teatro Romano (che purtroppo occupava all’incirca la parte centrale delle gradinate) ha a lungo e calorosamente applaudito gli stoici danzatori. Questa sera in scena l’ultima replica.