“Anna Karenina” per la prima volta al Teatro Regio di Torino

Teatro Regio di Torino – Stagione d’opera e di balletto 2015-2016
“ANNA KARENINA”
Balletto in due atti di Boris Eifman basato sull’omonimo romanzo di Lev Tol’stoj
Prima rappresentazione a Torino
Coreografia Boris Eifman
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Scene Zinovij Margolin
Anna Karenina ANASTASIA SITNIKOVA
Karenin DMITRIJ FISĚR
Vronskij SERGEJ VOLOBUEV
Direttore d’orchestra David Levi
Orchestra del Teatro Regio di Torino
Eifman Ballet di San Pietroburgo
Torino, 6 dicembre 2015
Balletto Anna Karenina di Boris Eifman (Torino, Teatro Regio, 6 XII 2015) 3
Il Teatro Regio di Torino ospita per la prima volta l’Eifman Ballet di San Pietroburgo e propone due balletti con titoli che risvegliano molte curiosità: Anna Karenina e Onegin, due storie d’amore dall’inizio simile, ma con due finali molto diversi. La Russia è una fabbrica di talenti con una tradizione coreutica ultracentenaria e con scuole prestigiose, di livello mondiale, che formano maîtres del balletto internazionale. Dicembre, poi, nel mondo occidentale, è un mese di festa e in quasi tutti i teatri delle città grandi e piccole la programmazione include balletti della più tipica tradizione; senza dubbio è il periodo in cui stravincono le compagnie russe con Lo schiaccianoci e La bella addormentata nel bosco, i titoli natalizi ai quali siamo più abituati. Ma il Teatro Regio di Torino, da sempre all’avanguardia nelle proposte della danza, ci sorprende un’altra volta ancora. A dirigere la compagnia ospite è infatti lo stesso Boris Eifman, che ha una storia personale molto interessante: nasce in Siberia, già da bambino ha le idee chiare su che cosa vuol diventare da grande, inizia gli studi in Moldavia e li termina a San Pietroburgo, nella Accademia di danza attualmente intitolata ad Agrippina Vaganova. Lavoro dopo lavoro Eifman diventa un coreografo sempre più sensibile a temi tanto impalpabili quanto complessi: l’esistenza, la solitudine, il rapporto tra vita e morte. Innovativo e coraggioso, l’artista propone realizzazioni per lo più in controtendenza, perché le compagnie e il pubblico russi preferiscono ancora le tradizioni consolidate. Balletto Anna Karenina di Boris Eifman (Torino, Teatro Regio, 6 XII 2015) 2Nella ricerca di spiritualità e al contempo di innovazione, Eifman concentra il proprio repertorio attorno alle fonti più classiche della letteratura universale, per abbinare forme di espressione originali a contenuti che tutti già conoscono (o meglio, credono di conoscere); l’autentica sperimentazione nasce appunto dalla congiunzione di noto (il classico riletto) e di una modalità nuova di presentarlo (con musica e coreografia). Persino la scelta di Čajkovskij, si potrebbe dire paradossalmente, ha carattere senza dubbio moderno, perché significa accettare l’universalità di quello stile, e ritenerlo così versatile da potersi applicare non tanto a un romanzo dell’Ottocento (non è questo il punto) ma a uno spettacolo destinato a un pubblico del XXI secolo. Se poi si aggiunge che l’elemento fondamentale sia affidato all’esecuzione dal vivo, con l’Orchestra del Teatro Regio diretta da David Levi, si comprende bene perché la sala torinese sia al completo, animata di un’aspettativa che si percepisce nell’aria.
Balletto Anna Karenina di Boris Eifman (Torino, Teatro Regio, 6 XII 2015) 4Il I atto di Anna Karenina, rappresentato per la prima volta soltanto nel 2005, si apre con una breve apparizione del bambino di Anna che gioca con un trenino, ed è già allusione tragica, perché la fine di sua madre è appunto di essere travolta da un treno in corsa; il coreografo introduce dunque in modo discreto i simboli che preparano al dramma, per poi sommergerli in una tipica ambientazione festosa, con l’intera compagnia impegnata sul palco in variazioni, grandi salti abbinati a port de bras molto belli, in un’atmosfera di freschezza e giovanile vitalità che non fa certo pensare a un contesto aristocratico (niente pose, saltelli all’indietro, gesti leziosi o riverenze, per intendersi). L’elemento innovativo su cui il coreografo lavora è l’angolazione: se l’utilizzo continuo del torso e della schiena è caratteristico del genere neoclassico, la novità consiste nell’influenza della danza contemporanea e del ritmo sulle scarpette a punta della protagonista, Anastasija Sitnikova. Il ritmo della coreografia, per esempio, è molto dinamico perché funzionale a rappresentare la festa e i sentimenti turbinosi che in essa si sviluppano; molto suggestiva, per esempio, la differenza tra il passo a due di Anna e del marito Karenin e quello di Anna con il suo giovane amante: nel primo l’interprete resta rigida, accompagna ogni mossa dolcemente ma senza passione, mentre nel secondo si lascia trascinare voluttuosamente dal nuovo amore, perdendosi in grandissimi cambrés, con una gestualità complessiva ben diversa dalla precedente. Espressione della passione tutta fisica di questo amore potrebbero essere le frequentissime prese, sempre formulate con strutture nuove, e che allontanano l’opera dalla routine dei soliti numeri. Anche se gli interpreti protagonisti sono bravissimi, Balletto Anna Karenina di Boris Eifman (Torino, Teatro Regio, 6 XII 2015) 5regina dell’intera serata è proprio la coreografia, specialmente quando coinvolge tutto il corpo di ballo, spettacolare nel riprodurre il treno o le tenebre che ingoiano un’Anna ormai stordita dall’oppio. Nonostante i molti cambi di scenografia imposti dalla fedeltà del libretto al romanzo di Tolstoj il trascorrere di tali scene è estremamente fluido. Anche il II atto si apre con una splendida festa, una mascherata veneziana accompagnata da ritmi di mazurca (sorpresa gradevole, perché danzata in maniera assai poco convenzionale); è il momento in cui il mondo di Anna collassa su se stesso, e si annulla con il suicidio dell’ultima scena, riuscita alla perfezione quando la luce radente del treno acceca tutti, e si vede soltanto cadere il corpo della protagonista. Con il simultaneo silenzio, a questo istante drammaticamente così forte corrisponde l’esplosione degli applausi da parte di un pubblico davvero estasiato e commosso. Foto A. Kuznetsov/G. Galindo/H. Kudryashova/Y. Belisnkiy