Birgit Nilsson: Verdi. Great scenes from “Aida”

Giuseppe Verdi: “Ritorna vincitor!”; “Fu la sorte dell’armi a’ tuoi funesta”; “Qui Radames verrà!…O patria mia”; “Rivedrai le foreste imbalsamata”; “La fatal pietra sovra me si schiuse” (“Aida”). Birgit Nilsson (soprano), Grace Hoffmann (mezzosoprano), Luigi Ottolini (tenore), Louis Quilico (baritono). Orchestra of the Royal Opera House, Covent Garden. John Pritchard (direttore). Registrazione: Londra, aprile 1963
Bonus tracks dall’album: Wagner: Wesendonk Lieder
Richard Wagner:
“Der Engel”; “Stehe still”; “Im Treibhaus”; “Schmerzen”; “Träume” (Wesendonk Lieder). Birgit Nilsson (soprano). London Symphony Orchestra. Colin Davis (direttore). Registrazione: Londra, luglio 1971. T.Time: 73.34. 1 CD Decca 480 8168
 

Registra nel 1963 con la direzione di John Pritchard, questa selezione di “Aida” vede come protagonista assoluta Birgit Nilsson, la cantante svedese che negli stessi anni era impegnata nella leggendaria incisione del Ring sotto la guida di Georg Solti.
La Nilsson è stata una delle voci più straordinarie che il disco abbia testimoniato ed anche questa selezione è sul piano prettamente vocale autenticamente strepitosa. La voce è un’autentica colonna di suono di un’ampiezza e di una possanza veramente impressionati su tutta la gamma con note gravi e centrali piene di suono e senza mai un sentore di vuoto e acuti che sono autentiche lame che si alzano al cielo; la tecnica poi è prodigiosa tanto negli acuti – il Do di “Cieli azzurri” lascia letteralmente stupefatti – quanto nel legato assolutamente perfetto fino alle mezze voci in cui l’immensa massa vocale è piegata con una facilità quasi non umana. Nonostante tutto però l’Aida della Nilsson non convince in pieno e, per quanto ammirati, non si può non percepire un senso di estraneità al ruolo. La prima ragione è timbrica: la voce della Nilsson ha sempre un sentore di metallica freddezza che poco si adatta alla sensualità già proto-decadente di Aida; inoltre, nonostante un fraseggio che innegabilmente è ricercato, si sente l’assenza di un’autentica naturalezza con questo tipo di vocalità ulteriormente evidenziata da una pronuncia italiana mai totalmente sciolta così che la meraviglia del canto quasi non giunga ad animare un personaggio che resta in qualche modo troppo freddo, troppo chiuso nel suo bozzolo di note. Siamo  a livelli altissimi ma proprio per questo vanno sottolineate anche le sbavature.
Alterni i cantanti che l’affiancano in questa registrazione. Grace Hoffman (Amneris) ha una voce splendida e canta altrettanto bene anche se la personalità latita e manca quello scatto ferino che Amneris dovrebbe far valere nel duetto con Aida del II atto. Luigi Ottolini (Radames) è una tenore lirico luminoso e accattivante e – fatta una certa tendenza a ingrossare la voce in modo un po’ artificioso – potrebbe essere un interessante Radamès sul versante lirico insieme ad un’Aida vocalmente analoga mentre qui la differenza fra le tipologie vocali è fin troppo stridente. Semplicemente censurabile l’Amonasro sgraziato e vociferante di Louis Quilico, malfermo nella linea, stentato negli acuti, sguaiatamente plateale nell’accento.
Il CD è completato da una posteriore registrazione dei “Wesendonck Lieder” di Wagner incisi nel 1971 con la London Symphony Orchestra diretta da Colin Davis. Rientrata nell’abituale alveo wagneriano, la Nilsson può esprimere al massimo le sue possibilità. Gli anni trascorsi non hanno minimamente intaccato il materiale vocale della cantante che, trovandosi molto più a suo agio in questo tipo di vocalità, non risente delle pecche riscontrate nel repertorio italiano così che può esprimere al meglio le sue doti. Fin dall’attacco di “Der Engel” non si faticherebbe ad immaginare questi brani sulle labbra di Isolde o di Brunhilde e, se si può preferire un approccio diverso, più lirico e liederistico rispetto a quello prettamente operistico della Nilsson, si passa al mero gusto personale che nulla toglie all’altissimo livello dell’esecuzione proposta.