Giuseppe Picone Direttore del Ballo al San Carlo di Napoli. Propositi e idee in anteprima

Come già annunciato, dopo circa due anni di vuoto il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli ha finalmente un nuovo Direttore: l’Étoile Giuseppe Picone. Noto agli specialisti come al grande pubblico, non c’è bisogno di presentazione per lui su GBopera, ma ricordiamo con piacere le sue origini campane e la sua formazione iniziale alla Scuola di Ballo del San Carlo, sotto la guida di Anna Razzi. Da lì alla dimensione europea e poi intercontinentale è stata breve. Dopo la vittoria come giovane talento a Positano, Pierre Lacotte lo volle primo ballerino a Nancy. Poi grande successpicone2o all’American Ballet Theatre, dove poco più che ventenne fu subito salutato come grande interprete. La sua carriera è quindi proseguita come freelance ospite presso i grandi Teatri.
Classe 1976, Giuseppe Picone ha voluto mettersi in gioco in casa propria candidandosi in occasione del bando ufficiale e sottostando alla valutazione di una Commissione internazionale.  Con sua grande sorpresa ha vinto. Lo abbiamo raggiunto per un commento “a caldo” prima della presentazione ufficiale in conferenza stampa a settembre, per coglierne le emozioni e carpirne le prime idee riguardo a una gestione impegnativa di un Corpo di
Ballo costituito prevalentemente da giovani.
Giuseppe, si aspettava questo successo?
Per niente! L’ho saputo mentre ero in auto e per poco non andavo a sbattere. Non avrei mai immaginato, da italiano/napoletano, di poter avere ascolto in casa mia (è sempre la cosa più difficile in questo Paese) senza appoggi politici, ma solo con la causa di voler guidare una Compagnia di giovani verso il successo internazionale che il San Carlo merita per storia e grandezza.
Si trova nel clou della maturità fisica e artistica. Che significa questo per un neo-direttore?
Penso che, anche se sono ancora in piena forma, sia arrivato il momento di orientare la mia esperienza e la forza che ancora sento di avere su un nuovo capitolo della mia vita artistica. È importante avere la giusta energia fisica per affrontare un impegno del genere, che richiede molto impegno e dedizione. Se si è già stanchi nella vita non si può affrontare al meglio una sfida così. E poi mi hanno sempre detto che sono un “trascinatore di folle”. Spero che la mia energia positiva possa davvero trascinare tutti in Teatro, visto che sarò con loro non solo dietro una scrivania come Direttore, ma in sala e in scena come danzatore che ha ancora molto da esprimere.
Quali sono le prime idee che ha già discusso con la Commissione e che Le sono valse la vittoria?
Innanzitutto, come ho già detto, la volontà ferma di portare in alto il Corpo di Ballo di un Teatro così importante puntando alla qualità, ma soprattutto alla costruzione di una identità che, al momento, manca. Mia intenzione è forgiare nuove leve di danzatori creando i presupposti per una completezza artistica che non c’è ancora, perché è necessario lavorare su titoli di genere diverso, fare esperienza e poter accumulare quel bagaglio artistico che si forma solo danzando. Soltanto così i giovani potranno pensare di emergere davvero in ruoli primari che devono fondarsi sul confronto diretto con l’esterno. Ci sarà molto da lavorare, ma bisogna puntare in alto.
La prossima stagione è già definita: da dove comincerà?
Il prossimo Schiaccianoci, ad esempio, è ancora tutto da organizzare. In quel periodo sarò anche a Palermo per un impegno già preso, ma non è un picone3problema. Bisogna stare attenti, in ogni caso, a gestire il tutto con ponderazione, per evitare passi falsi che potrebbero costare caro ai lavoratori, com’è già successo con altre fondazioni liriche. Poi non sarà complicato, se si vuole, poter organizzare una stagione futura senza spese eccessive puntando in ogni caso sulla qualità.
Sulle famose promozioni?

Quelle bisogna meritarle sul campo e bisogna saper attendere. L’umiltà è la virtù principale per un artista, senza non si va da nessuna parte. Quando mi assegnavano, da giovanissimo, ruoli principali, quasi avevo voglia di rinunciare perché non mi sentivo preparato. Fortunatamente non l’ho fatto perché nella vita bisogna cogliere le giuste occasioni, ma è per far capire come sia importante essere critici verso se stessi. Lavoro e basta. Studio e lavoro per crescere e maturare con continuità. Poi si vedrà, nessuno conosce il futuro. Ho la ferma intenzione di dare un’impronta forte alla nuova organizzazione del Ballo e ho dalla mia parte, oltre all’esperienza sul campo, l’entusiasmo di chi ci tiene tanto a veder fiorire la propria casa e le proprie radici.
Auguriamo a Giuseppe Picone di poter raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si è prefissato e staremo a guardare come saprà plasmare la Compagnia di giovani che il San Carlo ha voluto affidare alle sue mani e al suo spirito entusiasta di napoletano “profeta in patria”.