Umberto Giordano 150 (1867 – 1948): “Fedora” (1898)

Lo stesso successo, che aveva salutato l’Andrea Chénier arrise all’opera successiva di Giordano, Fedora, in tre atti su libretto di Arturo Colautti tratto da Fédora di Victorien Sardou. Nel 1889 Giordano aveva assistito alla rappresentazione del lavoro di Sardou al Teatro Bellini di Napoli con Sarah Bernhard per la quale era stato scritto quel ruolo. Attratto da questo lavoro, egli chiese all’autore il permesso di poterlo mettere in musica ricevendo un iniziale rifiuto, essendo egli un compositore ancora non molto conosciuto. Dopo la première di Regina Diaz, Sonzogno fece nuovamente la proposta a Sardou che concesse il permesso solo dopo il terzo tentativo e dopo il successo di Andrea Chénier. La prima performance ebbe luogo al Teatro Lirico di Milano il 17 novembre 1898 diretta dallo stesso compositore e con Gemma Bellincioni (Fedora) ed Enrico Caruso (Loris Ipanoff) con grande successo tanto da essere portata subito allo Staatsoper di Vienna da Gustav Mahler e poi a Parigi. Il 5 dicembre 1906 approdò al Metropolitan Opera di New York con Enrico Caruso e Lina Cavalieri e con la direzione di Arturo Vigna e rimase in repertorio per due stagioni consecutive. Ritornò al Metropolitan dove ebbe per tutta la prima metà del XX sec. ben 25 rappresentazioni. Dopo un breve periodo di oblio l’opera ritornò in auge nel 1990 contesa da molti teatri sia nazionali che esteri. Nel ruolo di Fedora ricordiamo Maria Caniglia, Magda Olivero, Maria Callas, Renata Tebaldi, Mirella Freni, Renata Scotto e in anni più recenti, Fiorenza Cedolins e Daniela Dessì, mentre hanno interpretato il ruolo di Loris, tra gli altri: Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Franco Corelli, Placido Domingo, José Carreras e José Cura.
L’azione si svolge alla fine del XIX sec. ed è ambientata a San Pietroburgo (I atto), a Parigi (II atto) e in Svizzera (III atto).
Atto primo. San Pietroburgo 1881. La principessa Fedora che deve sposare il giorno successivo il conte Vladimir Andrejevič, canta felice il suo amore per lui ignara di essere già stata tradita dall’uomo amato. In quel momento viene trasportato il conte ferito a morte e, mentre giungono i medici, si scopre che egli probabilmente è stato ferito dal conte Loris Ipanoff, ritenuto simpatizzante del movimento nichilista. Viene iniziata un’indagine dal diplomatico Siriex e dall’ispettore di polizia Grech. Intanto il conte muore e Fedora giura sulla croce bizantina che avrebbe vendicato la sua morte.
Atto secondo. Fedora ha seguito Loris a Parigi decisa a vendicare la morte del suo promesso sposo e dà un ricevimento a casa sua. Durante la festa suona al pianoforte Boleslao Lazinski raccomandatole dalla sua amica, la contessa Olga Sukarev e in quel momento giunge Ipanoff che dichiara il suo amore a Fedora la quale gli risponde che il giorno dopo sarebbe partita per la Russia. Loris è disperato perché, essendo esiliato, non può accompagnarla in Russia e nello stesso tempo confessa alla donna di essere stato lui l’assassino di Vladimir. Fedora allora gli dice di ritornare da lei alla fine della festa perché vuole conoscere l’intera storia e, andato via l’uomo, scrive una lettera al capo della polizia imperiale russa per accusare Ipanoff dell’omicidio di Vladimir Andrejevič e prende accordi con Grech per farlo arrestare quando lo avrà congedato dal suo palazzo. Loris, ritornato da Fedora, le racconta che aveva ucciso il conte perché lo aveva scoperto insieme a sua moglie e mostra alla donna delle lettere compromettenti che Vladimir e sua moglie Wanda si scambiavano. Fedora resta sconvolta perché stava sposando un uomo che la tradiva e, nello stesso tempo, si rende conto di essere innamorata di un uomo che non aveva ucciso per motivi politici ma per difendere il suo amore. Sentendo arrivare da fuori il segnale dell’agguato preparato per arrestare Loris, decide allora di salvarlo e lo convince a passare la notte con lei.
Atto terzo. Loris e Fedora vivono insieme nella villa di Fedora in Svizzera dove si trova anche la contessa Olga Sukarev. Alla villa arriva Siriex che invita Olga a fare un giro in bicicletta con lui per poter restare solo con Fedora mentre la donna si prepara. Egli dice allora che a causa della lettera scritta al capo della polizia, Valeriano, fratello di Loris, è stato arrestato con l’accusa di aver partecipato al complotto organizzato per uccidere il conte Andrejevič e che era stato rinchiuso in una fortezza sul fiume Neva, ma una notte il fiume era straripato e il giovane era morto annegato. Alla notizia della morte del figlio era morta anche la madre. Questa notizia fa cadere nella disperazione Fedora che si ritiene colpevole di quanto accaduto, mentre Loris apprende da una lettera inviatagli dall’amico Boroff della morte della madre e di suo fratello per colpa di una donna che, mentre viveva a Parigi, aveva scritto alla polizia una lettera di denuncia. Loris è disperato e inutilmente Fedora cerca di consolarlo ma poco dopo arriva Boroff per cui Fedora confessa a Loris la sua colpa chiedendogli perdono. Loris, in risposta, la maledice e Fedora beve il veleno che teneva chiuso nella croce bizantina e portava sempre al collo. Boroff cerca di salvarla, ma è troppo tardi perché Fedora muore fra le braccia di Loris che la perdona.
Raro caso nella storia del melodramma di opera-giallo corredata da inchiesta poliziesca e da una confessione, Fedora è un’opera dalla struttura sinfonica; tra le pagine più belle e famose si segnala la romanza Amor ti vieta il cui tema, di intenso lirismo, sarà utilizzato da Giordano come Leitmotiv del personaggio di Loris.
Il libretto dell’opera