Torino, Teatro Regio: “I lombardi alla prima crociata” (cast alternativo)

Torino, Teatro Regio, Stagione d’opera 2017-2018
“I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA”
Dramma lirico in quattro atti di Temistocle Solera dall’omonimo poema di Tommaso Grossi
Musica Giuseppe Verdi
Arvino GABRELE MANGIONE
Pagano MARKO MIMICA
Viclinda LAVINIA BINI
Giselda MARIA BILLERI
Pirro ANTONIO DI MATTEO
Un priore della città di Milano JOSHUA SANDERS
Acciano VLADIMIR JURLIN
Oronte GIUSEPPE GIPALI
Sofia ALEXANDRA ZABALA
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
Direttore Michele Mariotti
Maestro del Coro Andrea Secchi
Regia Stefano Mazzonis di Pralafera
Scene Jean-Guy Lecat
Costumi Fernand Ruiz
Luci Franco Marri
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Torino in coproduzione con l’Opéra Royal de Wallonie-Liège
Torino, 20 aprile 2018
La sera del 20 aprile sul palcoscenico di piazza Castello era protagonista il cast alternativo dei Lombardi alla prima crociata. I melomani torinesi, abituati a vedersi proporre dal Teatro Regio delle “seconde compagnie” brillanti, di livello paragonabile ai cast principali – talvolta, per alcuni solisti, addirittura superiori –, sono usciti dal teatro abbastanza delusi, pur astenendosi dal contestare in sala. Il soprano Maria Billeri dispone infatti di uno strumento notevole per potenzialità, ma è risultata decisamente meno convincente rispetto a passate occasioni nelle quali la si era ascoltata (una per tutte, la Norma torinese di alcuni anni fa); al buon temperamento che le permetterebbe di essere espressiva nel ruolo di Giselda non risponde la coloratura, imprecisa e sfocata, specie nel finale II. Oronte era incarnato da Giuseppe Gipali (Arvino nel cast principale): interpretazione corretta, la sua, ma la figura del tenore innamorato poco si sposa con una voce piuttosto povera di armonici, e un’emissione nitida ma sempre spiegata, che difetta di quella grazia, quelle morbidezze e quelle sfumature che si vorrebbero ascoltare in questo ruolo. La figura di Arvino col cast alternativo è passata in appannaggio a Gabriele Mangione, nelle cui mani ha rischiato di essere ridotta a quel rango comprimariale cui spesso è erroneamente relegata: non hanno aiutato a valorizzare il ruolo del secondo tenore una voce spesso sovrastata e un’emissione piuttosto ingolata. Sicuramente, tra i protagonisti è stato meglio tratteggiato Pagano: Marko Mimica, anche se non ha ancora tutta la stoffa del basso verdiano, l’ha saputo definire con perspicacia nella sua evoluzione spirituale. Tra le seconde parti, l’unica differenza di cast ha riguardato Acciano, che il basso Vladimir Jurlin ha interpretato con spiccato carattere.