Staatsoper Stuttgart: “Erdbeben. Träume”

Staatsoper Stuttgart – Stagione 2017/18
“ERDBEBEN.TRÄUME”
Opera in diciotto scene. Libretto di Marcel Beyer, tratto dalla novella Das Erdbeben in Chili di Heinrich von Kleist.
Musica di Toshio Hosokawa
Prima esecuzione assoluta
Josephe Asteron ESTHER DIERKES
Jeronimo DOMINIC GROßE
Elvire SOPHIE MARILLEY
Fernando ANDRÉ MORSCH
Constanze JOSEFIN FEILER
Pedrillo TORSTEN HOFMANN
Anführer der sadistischen Knaben BENJAMIN WILLIAMSON
Philipp SACHIKO HARA
Orchestra, Coro e Coro di bambini della Staatsoper Stuttgart
Direttore Sylvain Cambreling
Maestro del coro Christoph Heil
Regia e Drammaturgia Jossi Wieler, Sergio Morabito
Scene e Costumi Anna Wiebrock
Light designer Reinhard Traub
Stuttgart, 1 luglio 2018
Teatro esaurito, addirittura con gente che fuori del teatro cercava biglietti prima dello spettacolo, e dieci minuti di applausi alla conclusione per la prima esecuzione assoluta di Erdbeben. Träume, ultima nuova produzione della Staatsoper Stuttgart e insieme della gestione di Jossi Wieler. Una tale partecipazione è un segno evidente di vita culturale e un segnale estremamente significativo di quanto il teatro d’ opera sia ancora vivo in Germania. Sicuramente il pubblico è intervenuto numeroso anche perchè la novella Das Erdbeben in Chili di Heinrich von Kleist, da cui il celebre scrittore Marcel Beyer ha tratto il testo musicato da Toshio Hosokawa, è molto conosciuta in Germania ed è presente nei programmi delle scuole superiori; ma l’ esito della prima ha comunque costituito una conferma del profondo interesse che il pubblico tedesco dimostra nei confronti dell’ opera contemporanea: durante la gestione di Jossi Wieler, la Staatsoper Stuttgart ha presentato numerosissimi lavori del repertorio moderno e addirittura due prime esecuzioni assolute (Wunderzaichen di Marc Andre e questo spettacolo), sempre con ottimo esito dal punto di vista della vendita dei biglietti. In Italia, purtroppo, una serata del genere si sarebbe svolta davanti al massimo a duecento spettatori, di cui cinquanta addetti ai lavori e cento con il biglietto comprato a riduzione tramite i social o i giornali, e la maggior parte se ne sarebbe andata a metà spettacolo. Veniamo adesso a occuparci della nuova opera commissionata dalla Staatsoper Stuttgart al sessantaduenne Toshio Hosokawa, compositore perfezionatosi a Freiburg con Brian Feyernough e considerato uno tra i più importanti musicisti del suo paese. Nella trasposizione in tempi moderni operata da Marcel Beyer il tema centrale della trama, costituito dal massacro di una giovane coppia e del suo bambino da parte di una folla scatenata da un predicatore cattolico che attribuisce la causa del terremoto di Santiago all’ ira divina per il peccato commesso dai due giovani, sposta il ruolo dell’ incitamento al massacro dalla Chiesa ai populisti. Un adattamento efficacissimo soprattutto in questi tempi, tanto che nel comizio dell’ agitatore populista Pedrillo si scorgevano sinistre analogie con le manifestazioni dei partiti reazionari di oggi. Nella conferenza stampa di presentazione Hosokawa ci ha detto di aver scelto questo tema anch pensando alla catastrofe naturale avvenuta a Fukushima alcuni anni fa e alle sofferenze patite dal suo popolo. Forse in questo adattamento teatrale la vicenda manca un po’ di tensione nelle scene iniziali, ma il blocco delle ultime cinque scene con la folla scatenata dall’ agitatore, il massacro di Josephe, della sua giovane sorella Constanze e di Jeronimo, seguito dal quadro finale in cui ii diciottenne Philipp, adottato dai coniugi coniugi Elvira e Fernando il cui figlioletto è stato pure massacrato dal popolo, ascolta le voci degli spiriti dei suoi veri genitori. ha un’ efficacia teatrale davvero notevolissima. La musica di Toshio Hosokawa è raffinata dal punto di vista della scrittura che crea un continuo trascolorare di colori cangianti tramite uno stile che mescola efficacemente elementi orientali e tecniche compositive dell’ Occidente, realizzato con una strumentazione davvero ragguardevole per varietà e molteplicità di effetti. Pensando ai lavori operistici contemporanei che abbiamo ascoltato in questi anni a Stuttgart, forse Wunderzaichen aveva una coerenza di impianto superiore dal punto di vista della drammaturgia, ma la partituta di Erdbeben. Träume si fa comunque apprezzare per la qualità musicale indubbiamente notevolissima e l’ atmosfera complessiva di lacerante angoscia che caratterizza tutto il lavoro e risulta davvero avvincente all’ ascolto. Dal punto di vista esecutivo, la Staatsoper Stuttgart ha preparato lo spettacolo con grande cura e i risultati sono stati di altissimo livello. Sylvain Cambreling, alla sua ultima nuova produzione come Generalmusikdirektor del teatro, è uno tra i direttori odierni più esperti di musica contemporanea e ha guidato un’ orchestra in splendida forma con autorevolezza, profonda penetrazione stilistica, attenzione nel lavoro sulle dinamiche, intensità teatrale e respiro pressochè ideali, aiutato anche dalla magnifica prestazione del coro preparato da Cristoph Heil, che nelle scene di massa ha raggiunto livelli di potenza tragica davvero difficilmente eguagliabili. Di livello elevato anche la prova della compagnia di canto: Esther Dierkes nel ruolo di Josephe e Dominic Große come Jeronimo hanno reso alla perfezione dal punto di vista vocale e scenico il carattere della coppia di giovani amanti data in pasto alla folla inferocita dall’ agitatore Pedrillo, interpretato con splendida caratterizzazione da Torsten Hofmann. Sophie Marilley e Andrè Morsch, il giovane baritono di Kassel la cui bella voce si è fatta apprezzare in diverse produzioni qui alla Staatsoper, hanno reso con pari bravura i ruoli di Elvire e Fernando. Molto brava anche Josefin Feiler nella parte di Constanze, per la recitazione e l’ abilità nel rendere al meglio una scrittura vocale resa molto insidiosa da frequenti sbalzi repentini di registro. Perfetta anche la prova dell’ attrice Sachiko Hara nel ruolo muto di Philipp, il figlio della coppia di amanti assassinata dal popolo che nella trasposizione librettistica del racconto di Kleist rivive la vicenda come un incubo. Riassumendo, uno spettacolo davvero esemplare che andrebbe rivisto e meditato con grande attenzione sia per la qualità della musica che per le riflessioni suscitate da una vicenda di tragica e bruciante attualità. Foto A.T. Schaefer