Hector Berlioz 150 (1803 – 1869): “Harold en Italie” (1835) e “Les nuits d’été” (1856)

“Harold en Italie”. Symphonie avec un alto principal en 4 parties, op. 16, H. 68 d’après Childe Harold’s Pilgrimage de George Gordon Byron.Les nuits d’été”. Six mélodies avec un petit orchestre, op. 7, H. 81B. Poèmes de Théophile Gautier (extraits de La Comédie de la mort): Villanelle, Le spectre de la rose, Sur les lagunes, Absence, Au cimitière, Claire de lune, L’île inconnu. Tabea Zimmermann (viola). Stéphane Degout (baritono). Les Siècles. François-Xavier Roth (direttore). Registrazione: Les Nuits d’été, 15 e 16 agosto 2018, Alfortville, Maison de l’Orchestre national d’Île-de-France; Harold en Italie: 2 e 3 mars 2018, Philharmonie de Paris. T. Time: 70′.  1 CD Presto Classical HMM902634P

Tra le proposte discografiche uscite nel 2019 con l’intento di celebrare il centocinquantesimo anniversario della morte di Berlioz, va senza dubbio segnalata una della Presto Classical  che raccoglie in un unico Cd due capolavori del compositore francese: Harold en Italie e Les Nuits d’été. Questa proposta ha, infatti, un innegabile interesse filologico, dal momento che la compagine strumentale, Les Siècles, si avvale di strumenti d’epoca che fanno risaltare pienamente i colori della scrittura orchestrale di Berlioz, autentico grande maestro dell’orchestrazione. Sul podio François-Xavier Roth, che, già assistente di Sir John Eliot Gardiner in una produzione di Les Troyens con strumenti d’epoca al Théâtre du Châtelet, sfrutta al meglio le possibilità offerte da queste compagine non solo per una scelta adeguata dei tempi e delle sonorità, ma soprattutto per l’approccio interpretativo a queste due partiture. Nell’Harold en Italie conferisce il giusto rilievo non solo alla viola, da lui giustamente definita nell’intervista inserita nel booklet del Cd, un personaggio musicale, un narratore, ma anche agli altri strumenti dell’orchestra trattando con grande attenzione sia le grandi masse, che diventano veri e propri personaggi collettivi (i briganti dell’ultimo movimento), sia gli strumenti solisti, come il corno inglese, la cui voce evoca quella di un pastorello che intona una serenata nel terzo movimento. In Les nuits d’été, alle prese con un organico ridotto, ma non per questo meno ricco dal punto di vista degli impasti timbrici, il direttore fa  ben risaltare tutti i colori della partitura berlioziana senza mai invadere il campo della voce, ma sostenendola con finezza sia nei raddoppi sia quando la accompagna e costruendole, talvolta, intorno un’atmosfera di vero incanto come accade per esempio, in Le spectre de la rose con i raffinati trilli dei primi violini. Per quanto riguarda i solisti, nell’Harold, Tabea Zimmermann riesce, con la sua viola, a dare quella consistenza di personaggio musicale ad Aroldo attraverso un suono caldo nei momenti lirici, come il tema iniziale del primo movimento, e un’ottima tecnica evidente nei passi spigolosi. A tale proposito sono veramente suggestivi gli arpeggi al ponticello del secondo movimento. Più difficile è stato, invece, individuare un cantante in grado di coprire le diverse tessiture, dal baritono al contralto, dal mezzosoprano e al tenore, richieste da Les nuits d’été, in genere, eseguite da un mezzo, la voce che rappresenta un giusto compromesso. Può sorprendere, quindi, la scelta di affidare queste autentiche gemme a un baritono, ma Stéphane Degout, che può sfoggiare una vocalità da baritono alla francese grazie a una voce dal timbro chiaro vagamente tenorile, appare perfetto per il compito padroneggiando perfettamente la tessitura. Dal punto di vista interpretativo l’artista riesce ad esprimere bene i sentimenti che animano queste liriche dalla spensieratezza di Villanelle alla mestizia di Sur les lagunes e dell’Absence, nella cui parte introduttiva sa essere veramente coinvolgente. Si tratta, in definitiva, di un prodotto che consente di apprezzare questi due capolavori di Berlioz nella loro bellezza originaria.