Hector Berlioz 150 (1803 – 1869): “Roméo et Juliette” (1839)

A 150 anni dalla morte.
“Roméo et Juliette”. Dramatic symphony for soloists, chorus and orchestra. Text: Émile Deschamps (1791–1871) after William Shakespeare. “Béatrice et Bénédict” (Overture). “Le Roi Lear” (Overture). Marion Lebègue (mezzosoprano), Julien Behr (Tenore), Frédéric Caton (Le Père Laurence), Orchestre National de Lyon. Leonard Slatkin (direttore). Choeurs de Lyon-Bernard Tétu. Catherine Molmerret (maestro del coro). Registrazione: 7-8 febbraio 2014 (Roméo et Juliette), 2-3 settembre 2014 (Béatrice et Bénédict e Le Roi Lear), Auditorium di Lione (Francia). T. Time: 60’38” (CD 1) e 57′ 52″ (CD2) 2 CD Naxos 8.573449-50

Composta nel 1839 in sette mesi di febbrile lavoro, Roméo et Juliette, certamente uno dei capolavori di Hector Berlioz, ha trovato sempre il favore del pubblico sin dalla prima esecuzione, nonostante qualche perplessità sia stata espressa dalla critica per quanto attiene alla struttura formale, lontana dalla sinfonia classica e, nello stesso tempo, non ascrivibile a un’opera teatrale. A 150 anni dalla morte del compositore francese, Roméo et Juliette è protagonista di due proposte discografiche, una pubblicata dall’etichetta Naxos e l’altra dalla SFS MEDIA.
Nella prima, questa grande sinfonia drammatica con cori, soli di canto e prologo in forma di recitativo corale è inserita in un doppio album dove trovano spazio anche le ouverture, Béatrice et Bénédict e Le Roi Lear. Si tratta di un’incisione pregevole sin dalla concertazione di Leonard Slatkin il quale, sul podio dell’Orchestre National de Lyon, accentua i contrasti dinamici, serrando a volte i tempi e conferendo all’esecuzione quel carattere drammatico che informa la complessa partitura di Berlioz. Inoltre riesce bene a far risaltare i timbri dei singoli strumenti, sia negli episodi solistici che in quelli in cui vengono a formare splendidi impasti come l’Invocation, dove la struggente melodia è affidata al corno inglese, al corno e al fagotto. Sotto la bacchetta di Slatkin anche il recitativo degli ottoni dell’Introduzione acquista grande forza drammatica. Nei momenti lirici la sua concertazione si segnala per la ricerca di un bel suono che diventa caldo e intenso. Ottimo il cast vocale a partire dal mezzosoprano Marion Lebègue, la cui performance si  distingue per un fraseggio e un’intonazione curati e per un’intensa partecipazione emotiva nelle Strophes Premiers transports que nul n’oublie! Voce dal timbro chiaro, il  tenore Julien Behr interpreta con frizzante baldanza giovanile lo scherzetto della fata Mab; infine Frédéric Caton, basso dotato di una voce omogenea che gli consente di padroneggiare bene anche gli acuti raggiunti senza alcuna difficoltà, è un Père Laurence partecipe nel bellissimo e solenne finale. Ottima la prova del Choeurs et Solistes de Lyon-Bernard Tétu, ben preparato e diretto da Catherine Molmerret. Completano il programma le suddette ouverture, la cui concertazione rivela i pregi evidenziati a proposito di Roméo et Juliette.
Hector Berlioz.Roméo et Juliette” Opus 17. Sasha Cooke (mezzosoprano), Nicholas Phan (tenore), Luca Pisaroni (Père Laurence). San Francisco Symphony Orchestra. Michael Tilson Thomas (direttore). San Francisco Symphony Chorus. Ragnar Bohlin (maestro del coro). Registrazione: 28 giugno e 1 luglio 2017, Davies Symphony Hal (San Francisco War Memorial and Performing Arts). T. Time: 144′ 31″ 1 CD SFS MEDIA 821936-0074-2
La proposta di SFS MEDIA rivela un approccio interpretativo diverso, ma non per questo meno interessante. La concertazione di Michael Tilson Thomas, sul podio della San Francisco Symphony Orchestra,  appare orientata, infatti, verso un’accentuazione dell’elemento lirico con ritmi meno serrati e un’attenzione alla linea del canto che favorisce i cantanti sin dalle Strophes interpretate con intensità da Sasha Cooke, mezzo-soprano dal timbro contraltile nel settore medio-grave e per questo perfettamente adatta al ruolo a lei affidato. Veramente incantevole è la sezione delle sue strophes nella quale quasi “duetta” con i sei violoncelli. Fraseggio e intonazione curati contraddistinguono la prova del tenore Nicholas Phan, autore di uno scherzetto della fata Mab dalla delicata e fine ironia. Voce dal bel timbro scuro, Luca Pisaroni è un Père Laurence solenne e al tempo stesso partecipe della sventura dei due giovani nella quale, come confessa, ha giocato un ruolo importante. Ottima la prova del San Francisco Symphony Chorus, ben diretto e preparato da Ragnar Bohlin.