Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: “Viaggio con l’arpa”

Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Festival “I musicisti nella Grande guerra”, dal 6 al 28 aprile 2019
VIAGGIO CON L’ARPA”
Flauto Philippe Bernold
Arpa Valeria Kafelnikov
Trio Opus 71
Violino Pierre Fouchenneret
Viola Nicolas Bône
Violoncello Éric Picard
Jean Cras: Suite en duo pour flûte et harpe; Trio pour violon, alto et violoncelle; Deux Impromptus pour harpe; Quintette pour harpe, flûte, violon, alto et violoncelle
Venezia, 6 aprile 2019
Sono trascorsi dieci anni da quando – all’inizio di ottobre del 2009 – il Palazzetto Bru Zane-Centre de musique romantique française ha iniziato la sua attività. L’originario Casino Zane – acquistato nel 2007 dalla Fondation Bru e sottoposto ad accurati lavori di restauro, che hanno ridonato l’antico splendore a questo gioiellino tardo-seicentesco, impreziosito dagli affreschi di Sebastiano Ricci, sul soffitto dell’attuale sala dei concerti, e dalla balaustra lignea, della scuola del Brustolon, che delimita il secondo piano – sarebbe divenuto, da allora, un luogo consacrato alla cultura musicale francese dell’Ottocento e del primo Novecento, grazie in particolare ai due cicli tematici, che si svolgono ogni anno, rispettivamente in autunno e in primavera, riservando particolare attenzione ad autori ingiustamente caduti nell’oblìo. È il caso di Jean Cras, un nome ricorrente nell’ambito del festival dedicato, quest’anno – in occasione del centenario del Trattato di Versailles –, ai “Musicisti nella Grande guerra”, apertosi il 6 aprile presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, con un concerto, che aveva in programma esclusivamente musiche del compositore-ammiraglio di Brest, dedito, con pari impegno, alla carriera musicale e a quella di alto ufficiale di marina. Tra questi pezzi, molti prevedono la partecipazione dell’arpa, uno strumento che conobbe, nella Francia del primo Novecento, una sorta di età dell’oro, essendo prediletto dai compositori dell’epoca, spesso alla ricerca di sonorità nuove e insieme arcaicizzanti. Giovani e talentuosi erano – com’è tradizione del Bru Zane – i solisti, impegnati nell’esecuzione di queste pagine praticamente sconosciute al pubblico: l’arpista Valeria Kafelnikov, nata a San Pietroburgo, ma attiva prevalentemente in Francia, dove si è specializzata nel repertorio contemporaneo; il flautista Philippe Bernold, che ha iniziato una brillante carriera di solista dopo aver vinto, nel 1987, il Premio Jean-Pierre Rampal; i componenti del Trio Opus 71, una formazione d’eccellenza, che spazia dal classicismo alla contemporaneità.
La Kafelnikov ha brillato per padronanza tecnica e adeguatezza stilistica nella splendida Suite en duo per flauto e arpa, composta nel febbraio 1927 a bordo della corazzata “Provence”, ormeggiata a Tolone, quando Cras aveva ancora nelle orecchie il timbro dei balafon – strumenti a percussione ascoltati nel corso di un viaggio in Guinea e in Senegal –, che intonano motivi spesso basati su tre o quattro note. Intriso di esotismo – non di maniera – è risuonato il tema principale del secondo movimento, derivante appunto da una melodia di balafon. Trascinante l’arpa nella “Danse à onze temps”, che procede per misure irregolari. Perfettamente a suo agio si è dimostrato anche il flautista Philippe Bernold, che si è distinto, in particolare, per la raffinatezza dei “colori”.
Ancora l’arpa si è imposta nei Due improvvisi, composti, nello stesso periodo della precedente Suite, per Pierre Jamet, dedicatario e primo esecutore dell’opera (1° giugno 1927, presso la Société musicale indépendante), che ebbe anche un ruolo determinante nell’adattare il primo abbozzo della composizione – pensato per pianoforte – alle peculiarità dell’arpa. Ineccepibile la solista russa nel rendere il gusto tipico del primo Novecento, in base al quale si traggono dallo strumento effetti di straniamento, ottenuti attraverso l’uso costante di scale pentatoniche, di motivi continuamente ripetuti e di arcaismi a livello armonico.
Pierre Jamet è anche legato al Quintetto per arpa, flauto, violino, viola e violoncello, composto da Jean Cras su richiesta dell’arpista francese, a partire dal Natale del 1927, ultimato nei mesi successivi a bordo della corazzata “Provence” ed eseguito in prima assoluta dallo stesso Jamet, insieme ad altri musicisti, il 17 maggio 1930, presso la Société nationale de musique. Un perfetto insieme, oltre a un’attenzione particolare per sfumature e contrasti, si è colto nell’esecuzione di questo pezzo, nel quale – come nella Sonata per flauto, viola e arpa di Debussy – gli strumenti sono trattati alla pari, creando combinazioni sempre nuove e facendo un diffuso ricorso a colori di carattere modale, con qualche sfumatura orientaleggiante. Pierre Fouchenneret (violino), Nicolas Bône (viola) e Éric Picard (violoncello) si sono ovviamente messi in luce nel Trio per violino, viola e violoncello, composto da Cras a bordo dell’incrociatore “Lamotte-Piquet”, ormeggiato a Lorient, tra marzo e giugno nel 1926, ed eseguito per la prima volta l’8 aprile 1927 a Parigi, nella Salle Érard, dai suoi stessi dedicatari. I solisti del Trio Opus 71 sono riusciti ad ottenere dai loro strumenti il massimo delle possibilità, sfoggiando – nonostante l’esiguità dell’ensemble – un suono pieno, corposo, secondo le indicazioni dell’autore, che anche in questo pezzo usa una cospicua varietà di colori, determinata dalla ricca presenza dei modi antichi. Colmi di vitalismo sono risultati i movimenti estremi: il primo dalla forte connotazione modale e quello conclusivo, nello stile di una giga, basato sul contrappunto. Suggestivo il movimento lento – il secondo – dai toni arcaicizzanti. Successo pieno. Un bis: Marine dal Quintetto per flauto, arpa, violino, viola e violoncello di Ropartz.