Johann Strauss jr. 120 (1825-1899) – 3: “Das Spitzentuch der Königin” (1880)

Johann Strauss Jr.(Vienna, 25 ottobre 1825 – 3 giugno 1899)
A 120 anni dalla morte
Dopo l’insuccesso, forse il più clamoroso verificatosi nella carriera di Strauss, occorsogli con la sua operetta Blindekuh, il 18 dicembre 1878, il compositore austriaco, divenuto oggetto delle critiche dei giornalisti i quali avevano rilevato una crisi della sua vena melodica, cercò immediatamente un nuovo libretto per dar prova del contrario ai suoi detrattori. L’occasione per rimettersi a lavoro gli fu offerta da Heinrich Bohrmann, all’epoca direttore del teatro di Presburgo, che aveva scritto il testo di una commedia musicale intitolata Cervantes. Bohrmann, dopo aver offerto questo libretto a Franz von Suppé, altro grande compositore di operette, che, però, si rifiutò di metterlo in musica, avendo preso l’impegno di lavorare a Donna Juanita che sarebbe andata in scena nel 1880, si rivolse, tramite l’editore Gustav Lewy, a Strauss che accettò immediatamente. Il testo di Bohrmann fu sottoposto a una radicale rielaborazione da Richard Genée, che compose i versi delle sezioni liriche, e da Julius Nigri von Sankt Albino che collaborò alla realizzazione dei dialoghi e del libretto. Il lavoro dei due librettisti, i cui nomi appaiono nella prima edizione a stampa del 1880 dello spartito per canto e pianoforte con lo pseudonimo di Bohrmann-Riegen, non soddisfece Strauss tanto che fu richiesto l’aiuto di altri due librettisti Julius Rosen e Ottakar Franz Berg i cui nomi non figurano né nel libretto né nell’edizione a stampa dello spartito. Alla fine questo processo di rielaborazione portò a una modifica radicale dell’originale idea di Bohrmann che si era ispirato alla vita e alla produzione di Cervantes, mantenendo, tuttavia, una certa libertà nei confronti degli avvenimenti di cui fu realmente protagonista lo scrittore spagnolo che, effettivamente, si rifugiò in Portogallo per sfuggire all’Inquisizione Spagnola, ma molto tempo prima di scrivere il suo capolavoro. Un altro falso storico è costituito anche dal fidanzamento di Cervantes con una dama di compagnia portoghese, dal momento che i suoi unici amori furono una contadina spagnola e un’attrice sempre di origine spagnola. Inoltre non solo non è noto se egli abbia mai incontrato il re del Portagollo dove si era recato come mercenario e non come lettore di corte, ma certamente non conobbe Dom Sebastião, altro personaggio a cui Bohrmann si ispirò, che, nato nel 1554 e divenuto re all’età di 14 anni, ritenendosi il successore dei Crociati e manifestando sin da giovane un interesse particolare per l’arte della guerra, nel 1578 sbarcò nel Nord Africa con un esercito male equipaggiato morendo in battaglia. Questi fatti sono, infatti, antecedenti  al soggiorno dello scrittore spagnolo di Portogallo. Nel libretto, la figura del giovane re portoghese, che morì senza lasciare eredi, spianando la strada alle mire espansionistiche di Filippo II di Spagna il quale nel 1580 fu proclamato re del Portogallo, fu trasformato dai librettisti in una forma di alter ego del Principe ereditario Rodolfo d’Asburgo in modo da creare un parallelismo con la situazione politica dell’Austria contemporanea che veniva così vista sotto una veste satirica.
L’operetta, andata in scena con il titolo Das Spitzentuch der Königin  (Il fazzoletto di pizzo della regina) il 1 ottobre 1880 al Theater an der Wien, ottenne un notevole successo grazie anche al suo contenuto politico che, tuttavia, costò a Strauss, nelle critiche dell’epoca, l’accusa di aver guardato troppo al modello di Offenbach. I critici dell’epoca, pur manifestando un certo scetticismo nei confronti del libretto, esaltarono la musica. Sulla «Neue Freie Presse» del 6 ottobre si legge, infatti:
“L’allegria che pulsa nelle melodie di Strauss non è senza spirito; al contrario, essa ha un caldo battito che, tuttavia, timidamente si ritrae e rinnega se stesso di fronte a libretti così freddi e privi d’ispirazione. Il talento di Strauss non è così tanto adatto, almeno così ci sembra, al frivolo dramma d’intrigo e alla parodia come ai materiali genuinamente felici e d’ispirazione vivacemente tradizionale. In questi differisce dalla disposizione di Offenbach. Inoltre, l’incomparabile specialità di Strauss è la melodia da danza, il valzer […]. In risposta alle frequenti osservazioni secondo le quali ci sono troppo valzer nelle operette di Strauss si potrebbe forse giustamente obiettare che ce ne sono troppo pochi per uno come Strauss”.
Lo scetticismo nei confronti del libretto da parte della critica che, comunque, fu concorde nell’esaltare la musica di Strauss, non impedì all’operetta di godere di una discreta fortuna. Nel ventennio successivo fu rappresentata a Vienna un centinaio di volte e fu messa in scena da altri teatri soprattutto nei paesi di lingua tedesca, ma il carattere politico del contenuto del suo libretto, perdendo d’interesse, provocò l’inevitabile declino dell’operetta. Per contrasto, il valzer Rose del sud, tratto dall’operetta, divenne un vero e proprio successo mondiale.
Protagonista dell’operetta è il giovane re del Portogallo che, tuttavia, manifesta scarso interesse nel governare il suo paese tanto che il suo tutore e plenipotenziario primo ministro, Conte Villalobos, vicino al re di Spagna, ne approfitta per governare di fatto e per cercare di allontanarlo dalla sua giovane moglie con la quale non riesce a consumare nemmeno la prima notte di nozze essendo caduto in un sonno profondo in seguito a un pantagruelico banchetto bagnato da qualche bicchiere di vino in più.
All’inizio dell’atto primo don Sancho
, precettore del Re, sta facendo la guardia nei pressi della casa del primo ministro dove il sovrano ha un appuntamento segreto con la moglie di quest’ultimo. Da parte sua, Cervantes fuggito dalla Spagna per ragioni politiche, vorrebbe rimuovere dal suo incarico il primo ministro e mettere il Re di fronte alle sue responsabilità. Per fare ciò decide di prendere in giro il primo ministro distribuendo ai suoi amici delle caricature e cantando una canzone di carattere satirico, suscitando la reazione dell’uomo che lo fa arrestare insieme ai suoi amici. Nel frattempo il Re, che era riuscito a fuggire non visto avendo preso in prestito la giacca da Cervantes, di cui ordina la liberazione a Sancho. Donna Irene, fidanzata di Cervantes e confidente della regina, espone alla sua signora il suo piano consistente nel sostituire il discorso che il Re avrebbe dovuto tenere all’assemblea degli stati con un altro scritto da Cervantes nel quale sarebbe stata comunicata la sua intenzione di sciogliere il precedente governo e di prendere in mano direttamente il governo del paese. Irene chiede di persuadere il Re a leggere questo discorso alla regina che, però, memore della malinconica prima notte di nozze, afferma di non avere alcun potere sul marito. Nello stesso tempo il Re, grato per l’aiuto datogli in occasione della fuga dalla casa del primo ministro, nomina Cervantes lettore della regina suscitando le gelosie di Irene che vede flirtare il suo fidanzato con la sovrana, ma, poi, rimasto solo, ripensa alla prima notte di nozze e soprattutto al pasticcino al tartufo con il quale la moglie lo aveva sorpreso. Da parte sua il primo ministro, nella sua relazione giornaliera, chiede al Re che Cervantes venga punito ottenendo un netto rifiuto tale da suscitare in lui il sospetto che il giovane, che aveva cenato con sua moglie, fosse proprio il Re. L’atto si conclude con una lezione di danza durante la quale i personaggi cercano di influenzare il sovrano. Sancho ha, infatti, preparato un discorso nel quale il Re espanderebbe i poteri del primo ministro, mentre Irene e Cervantes cercano di persuaderlo a leggere quello preparato dallo scrittore. Infine la Regina, innamorata di Cervantes, scrive sul suo fazzoletto di pizzo una dichiarazione d’amore a Cervantes nella quale si legge: «Una regina ti ama, ma tu non sei re». Proprio mentre la Marchesa di Villareal, la più importante dama di corte, sta per accorgesi della consegna di questo pegno d’amore, all’ultimo momento Irene riesce ad evitare l’irreparabile, inizialmente entrandone in possesso e dopo consegnandolo a Cervantes che il primo ministro fa arrestare non prima di aver inveito contro di lui e contro la sua produzione.
Nel secondo atto il Re incomincia a vedere con diversi occhi la moglie che, invece, è lacerata tra i sentimenti d’amore che prova per il marito e l’infatuazione per Cervantes. Nel frattempo Irene espone al Re il suo piano per liberare di nuovo Cervantes che, secondo la donna, avrebbe dovuto essere dichiarato incapace di intendere e di volere. Subito dopo è convocato dal primo ministro un consiglio per condannare Cervantes, ma il Re ordina che lo scrittore venga esaminato da una commissione medica che, presieduta da Irene, dichiara l’uomo incapace di intendere e di volere ottenendo così l’imminente rilascio . Cervantes, che riesce a fare riconciliare il Re e la Regina, si presenta, poi, travestito da ambasciatore inglese, ma, quando va via, è riconosciuto da Sancho e perde anche il fazzoletto di pizzo della Regina che, per il primo ministro, si trasforma in uno strumento per allontanare i due coniugi. Proprio mentre il Re sta dichiarando che avrebbe assunto il governo del paese in prima persona, il Conte Villalobos gli consegna il fazzoletto come prova del tradimento della moglie con Cervantes, suscitando così la reazione del sovrano che decide di mandare la consorte in un monastero e di mettere al bando Cervantes. Il Conte manifesta infine la sua felicità perché il suo licenziamento è stato evitato.
Il terzo atto si svolge sulle montagne dove il Re, dopo la separazione dalla moglie, è di nuovo in preda alla malinconia, mentre il primo ministro spera di ritornare ad esercitare il suo potere di controllo sul sovrano. Rimasto in Portogallo, Cervantes, travestito da oste, instilla nella mente del primo ministro l’idea che solo una festa popolare, di cui una corrida rappresenta la principale attrattiva, può definitivamente mandare in rovina il sovrano per dichiarare, dopo, in un breve avviso, che non è possibile trovare un toro selvaggio nell’intera regione. Per salvare la corrida l’astuto scrittore riesce a convincere il primo ministro a fare, insieme con Sancho, la parte del toro. Travestitosi da bandito, Cervantes, nel frattempo, è riuscito ad intercettare prima che giungano al convento Irene e la Regina. Quest’ultima , spacciatasi su suggerimento dello scrittore, per la figlia dell’oste, serve al Re lo stesso dolce che aveva preparato per la notte di nozze. Quando il Re, preso dai ricordi della moglie messa al bando, sta per baciarla, la donna riesce a strappargli il fazzoletto di pizzo per darlo a Cervantes. Irene, come dama della corrida, apre la manifestazione, tutti vedono in una situazione imbarazzante Sancho e il primo ministro che così sono screditati agli occhi del pubblico, mentre Cervantes convince il re a perdonare la moglie dicendo che il messaggio era rivolto a lui, in quanto non poteva essere chiamato re, dal momento che non ne esercitava le prerogative.
Brio, ironia e cantabilità, caratteristiche principali delle operette di Strauss, contraddistinguono anche questa partitura sin dall’ouverture, la cui parte centrale è costituita dal secondo tema di Rose del sud, che, nell’operetta, è utilizzato per il terzetto del secondo atto Wo die wilde Rose erblüht. Del resto è il valzer, che caratterizza i momenti più ispirati di questa partitura, come si può notare nella romanza della regina ‘s war eine zaub’ risch wundervolle Nacht del primo atto, mentre le altre pagine, soprattutto le marce, non riescono sempre ad uscire da una certa convenzionalità sia pure di buon livello. Dedichiamo a Johann Strauss una serie di uscite atte a esplorare lavori teatrali poco noti.