55° Macerata Opera Festival 2019: “Carmen”

Macerata, Arena Sferisterio, Stagione 2019
“CARMEN”
Opéra-comique in quattro atti, libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée.
Musica di Georges Bizet
Carmen IRENE ROBERTS
Don Josè MATTHEW RYAN VICKERS
Micaela VALENTINA MASTRANGELO
Escamillo DAVID BIZIC
Le Dancaire TOMMASO BAREA
Le Remendado SAVERIO PUGLIESE
Moralès STEFANO MARCHISIO
Zuniga GAETANO TRISCARI
Frasquita FRANCESCA BENITEZ
Mercédès ADRIANA DI PAOLA
Un Bohémien ANDREA PISTOLESI
Un marchande d’oranges OLGA SALATI
Orchestra Filarmonica Marchigiana, Coro Lirico Marchigiano “ Vincenzo Bellini”, Pueri cantores “D.Zamberletti” , Banda “Salvadei” complesso di palco
Direttore Francesco Lanzillotta
Maestro del coro Martino Faggiani
Altro maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Maestro del coro di voci bianche Gian Luca Paolucci
Regia Jacopo Spirei
Scene e costumi Mauro Tinti
Coreografia Johnny Autin
Luci Giuseppe Di Iorio
Nuova produzione dell’Associazione Arena Sferisterio
Macerata, 3 Agosto 2019
Per la cinquantacinquesima edizione del Macerata Opera festival, la Fondazione ha prodotto un nuovo spettacolo: la Carmen, affidata alla regia di Jacopo Spirei. Uno spettacolo che già dalla prima, nel bene e nel male, ha fatto parlare di sé, come succede spesso quando si propongono allestimenti che esulano dal classico, per ambientazioni moderne, trovando anche dei riferimenti alla società odierna. Spirei mischia le carte in tavola e sin da subito spiazza lo spettatore.L’opera non è più ambientata in Spagna, ma a Parigi, una Parigi erotica e seducente, in stile  “Crazy Horse”. Un’enorme gamba di donna domina la scena insieme all’ingresso del night a forma di parrucca dal colore rosa, apparirà poi anche una gigantografia del viso di Carmen. Sin da subito veniamo catapultati in un turbine di luci, pailletes, lustrini, parrucche colorate, vestiti eccentrici, numeri di burlesque…eccessi visivi abbinati a una forte carica erotica declinata in tutte le sue variazioni. Carmen appare come una novella Marlene Dietrich come nell’”Angelo azzurro”:  frac,  cilindro, per poi rimanere in  reggiseno e reggicalze durante l’Habanera. Escamillo entra in scena da una pedana dorata, come un  boss di periferia per poi trasformarsi in un bikers e infine da divo coatto. Accanto a “Zingari” che si “evolvono” in abitanti di della banlieue parigina, babygang, sembra che solo i personaggi di Don Josè e Micaëla rimangono fedeli al modello originale. In conclusione una Carmen a suo modo efficace nel suo voler puntare il dito verso tutti i vizi di una società fatta di apparenza, falsi miti,  denaro facile, sesso, arrivismo, ecc..Il tutto mixato, fortunatamente senza eccessi di volgarità, ma che sa essere a suo modo spettacolare grazie alle scene e ai costumi di Mario Tinti (con gli efficaci accessori di Les Jeux Du Marquis), alle coreografie di Johnny Autin, alle luci di Giuseppe Di Iorio. Rimane il dubbio sull’efficacia di questo genere di operazione registica: questo scollamento dalla originale drammaturgia dell’opera di Bizet non ci sembra un valore aggiunto. Francesco Lanzillotta alla guida della Filarmonica Marchigiana ha sostenuto un’ottima prova di direzione: una lettura pressochè integrale della partitura, unita a un giusto dosaggio nei  colori e nella scelta dei tempi, asciutti e misurati. Il coro lirico marchigiano Vincenzo Bellini, per collocazione scenica non molto aiutato dalla regia, ha comunque dimostrato la consueta professionalità. Lo stesso vale per i pueri cantores “ D. Zamberletti”, diretti da Gian Luca Paolucci ed efficace la banda “Salvadei” come complesso di palco. Il mezzosoprano americano Irene Roberts domina completamente il ruolo di protagonista: a una presenza scenica sicura e disinvolta, in totale sintonia con la regia, unisce una presenza vocale altrettanto valida. Il timbro è brunito al punto giusto, così come il registro acuto è solido è svettante. Ottima linea di canto. Più alterna la prova di Matthew Ryan Vickers (Don Josè) che si colloca su un canto  abbastanza generico, una vocalità  sostanzialmente corretta ma poco incline alla cura del fraseggio e dei colori. Ottima la Micaëla di Valentina Mastrangelo. La bella vocalità lirica, la sensibilità musicale aderiscono perfettamente al personaggio. Il soprano ha una bella voce e una tecnica solida, che gli pemettono di dare la giusta dolcezza e intensità al personaggio. Le qualità sceniche salvano solo in parte David Bizic un Escamillo opaco, perchè tendenzialmente opaca è la voce, specie in basso. Vocalmene e scenicamente brillante il quartetto formato da Francesca Benitez (Frasquita), Adriana Di Paola (Mercedes), Tommaso Barea (Le Dancaire) e Saverio Pugliese (Le Remendado). Altrettanto bravi e convincenti Stefano Marchiso ( Morales), Gaetano Triscari ( Zuniga).Completavano il cast: Andrea Pistolesi ( un bohemien) e Olga Salati (une marchande d’oranges). Sferisterio sold-out, segno di una stagione più che mai in positivo. Foto Tabocchini