Accademia di Santa Cecilia: Antonio Pappano e Diana Damrau celebrano Meyerbeer

Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica
Concerto Straordinario in occasione dei 150 anni dalla morte di Giacomo Meyerbeer (1791-1864)
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore Antonio Pappano
Soprano Diana Damrau
Gioachino Rossini:”Semiramide”: Sinfonia
Giacomo Meyerbeer:”Il Crociato in Egitto” : “D’una madre disperata…Deh! Mira l’angelo…Con qual gioia le catene”
Hector Berlioz:”Benvenuto Cellini”: Ouverture
Giacomo Meyerbeer:”Robert le Diable”: “Robert, toi que j’aime”
Richard Wagner:”Das Liebesverbot” (Il divieto d’amare): Ouverture
Giacomo Meyerbeer:”Dinorah ou le pardon de Ploërmel”: “Ombre légère”; “L’Africaine”: Marcia Indiana; “Les Huguenots”: “O beau pays de la Touraine”; “Dinorah ou le pardon de Ploërmel”: Ouverture
Roma, 6 ottobre 2014
Una delizia da vera serata preinaugurale, il Concerto straordinario proposto dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la celebrazione dell’anniversario dei 150 anni della morte del compositore Giacomo Meyerbeer. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione dell’Accademia di Santa Cecilia con il Centre de musique romantique française, che ha sede a Venezia nel Palazzetto Bru Zane, ha proposto una splendida raffigurazione del periodo di attività del compositore, tedesco per nascita, ma francese di adozione. La complessità delle sue opere e la difficile realizzazione hanno contribuito a una scarsa rappresentazione della sua musica nel secolo scorso, fino ai primi tentativi sperimentali degli anni Cinquanta/Sessanta del Novecento. Un interesse maggiore per il compositore si è avuto negli ultimi decenni, con vari allestimenti delle sue opere in tutto il mondo. Regina incontrastata della serata è stata la protagonista vocale, il soprano Diana Damrau, che ha offerto al pubblico una meravigliosa raffigurazione delle eroine di Meyerbeer, così differenti tra di loro sia vocalmente che drammaturgicamente, tali da far pensare ad interpreti diverse. Ebbene Diana Damrau è stata praticamente perfetta in tutti i ruoli, compreso il bis nel ruolo del paggio Urbain da Les Huguenots. Il maestro Antonio Pappano ha annunciato, prima dell’inizio, una lieve forma di raffreddore per la cantante, di cui tuttavia non si è percepito nulla nella prestazione vocale meravigliosa. Così nell’aria “D’una madre disperata” da Il Crociato in Egitto la cantante ha infuso un pateticissimo dolore agli accenti della protagonista Palmide, mirabilmente fusi con le coloriture virtuosistiche mai meccaniche, ma sempre connotate da una dolcissima vitalità. La bellezza del timbro della cantante, la sua corposità nel registro centrale, così rotondo, così pieno, ha poi caratterizzato la bellissima esecuzione di “Robert, toi que j’aime” da Robert le Diable. Meravigliose le riprese di “Grâce pour toi-même, Et grâce pour moi !” con mezzevoci stupende e con un legato veramente paradisiaco, con cui la Damrau ci ha proiettato nel mondo doloroso della protagonista Isabelle. Del tutto diverso il mondo di Dinorah, dove la famosa aria “Ombre légère” (è ormai storia l’interpretazione di  Maria Callas), è stata eseguita con un brio quasi schioppettante: si apprezzava in particolare il divertimento anche fisico di Diana Damrau, nel raffigurare le acrobazie vocali di questo personaggio, reso folle dall’amore. La leggerezza della prima parte, il virtuosismo sempre carico di emozioni, viene poi improvvisamente mutato in uno sbigottimento doloroso e l’intensa mobilità del viso della cantante ha assecondato la voce che, in un modo straordinario, toccante, ha accentato “Sais-tu bien qu’Hoël m’aime?”.
Un momento veramente da brivido! L’ultimo brano solistico, la famosissima aria “O beau pays de la Touraine” di Marguerite de Valois da Les Huguenots è stata resa dalla Damrau con un lirismo intensissimo, con dei fiati lunghissimi, affascinanti nelle frasi iniziali del brano, seguiti da un virtuosismo sognante, di una rara eleganza adatta alla giovane regina di Navarra. Il trionfo finale ha condotto alla esecuzione di un bis, l’aria del paggio Urbain, sempre dalla stessa opera, realizzata ancora magnificamente dalla cantante in un ruolo inizialmente scritto per soprano e poi trasposto per contralto. Grande merito della riuscita della serata è dovuto al Maestro Antonio Pappano, che oltre ad aver accompagnato con una passione estrema il canto della protagonista, ha regalato al pubblico interpretazioni sensazionali di alcuni brani orchestrali. Così dalla sinfonia della Semiramide di Rossini, maestosa e incalzante, al fragore dell’Ouverture del Benvenuto Cellini di Berlioz, alla divertente e affascinante ouverture del Das Liebesverbot (Il divieto d’ amare), opera giovanile di Richard Wagner, che ha chiuso la prima parte del concerto. Nella seconda parte, il Maestro Pappano ci ha strabiliato con l’esotica Marcia Indiana da L’Africaine di Meyerbeer e con la meravigliosa ouverture con coro della Dinorah , sempre del compositore celebrato. Da menzionare anche l’ottimo intervento degli artisti del Coro dell’Accademia, nei ruoli minori. Alla fine della serata, trionfo per Diana Damrau e per il Maestro Pappano. Foto Riccardo Musacchio & Flavio Ianniello