Cagliari, Teatro Lirico: “Le nozze di Figaro”

Cagliari, Teatro Lirico, Stagione Lirica 2012
“LE NOZZE DI FIGARO”
Commedia per musica in quattro atti di Lorenzo Da Ponte dalla commedia La folle journée ou le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Il conte d’Almaviva UGO GUAGLIARDO
La contessa ESTHER ANDALORO
Susanna MARIA GRAZIA SCHIAVO
Figaro DOMENICO BALZANI
Cherubino ANNALISA STROPPA
Marcellina GIOVANNA DONADINI
Don Bartolo CARMINE MONACO
Don Basilio KRYSTIAN ADAM
Don Curzio KRYSTIAN ADAM
Barbarina ARIANNA DONADELLI
Antonio GIONATA GILIO
Prima contadina GRAZIELLA ORTU
Seconda contadina SARA LASIO
Orchestra e Coro del Teatro Lirico
Direttore Hubert Soudant
Maestro del coro Marco Faelli
Maestro al cembalo Riccardo Leone
Regia Marina Bianchi
Scene Sabrina Cuccu
Costumi Beniamino Fadda
Luci Giuseppe Di Iorio
Movimenti coreografici Tiziana Colombo
Nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari
Cagliari, 29 giugno 2012
Il Teatro lirico di Cagliari ha proposto come terzo titolo della corrente Stagione d’Opera un convincente allestimento de Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. Il Direttore Hubert Soudant, in modo insolito ed insieme magistrale, ha diretto senza “la bacchetta”, quasi volesse modellare ogni spigolo, ogni superficie, ogni curva dell’opera con le sue mani, con le sue dita, come uno scultore ispirato a forgiare le forme dell’argilla con la sola sensibilità dei suoi polpastrelli, elevando a potenza il più profondo senso estetico ispiratore. Il risultato, eccellente ed assolutamente efficace, ha esaltato l’espressività dell’ottima Orchestra e del Coro, diretto dal bravo Maestro Marco Faelli, del Teatro Lirico di Cagliari. Soudant ha inoltre saputo creare con i Cantanti protagonisti, momenti di  altissimo lirismo, legando l’espressività delle loro voci e del loro fraseggio ai fili invisibili del suo sguardo e dei suoi gesti: ha dato agli interpreti il giusto slancio per affrontare in modo egregio le peripezie vocali più impervie della tessitura vocale Mozartiana.
La regia di Marina Bianchi, semplice ma efficace, ha proposto uno spettacolo mai noioso, fluido, da godere tutto di un fiato, allestito con le  scenografie di Sabrina Cuccu, pensate  in piena armonia con i contenuti espressivi dell’opera. I movimenti scenici degli interpreti erano sempre curati nel particolare, resi credibili e vicini al quotidiano e, diremo, semplificati ad una facile lettura per lo spettatore  nelle irreali ed intricate situazioni psicologiche e sceniche dell’Opera di Mozart che non sono mai facili o ovvie. Buone le luci di Giuseppe di Iorio ed i costumi di Beniamino Zedda. A questo riguardo, però, è parsa inadeguata la scelta di far utilizzare dei pantaloni jeans ad alcuni interpreti.
Fra i Solisti si è distinto il soprano Maria Grazia Schiavo nel ruolo di Susanna. La cantante si è rivelata una interprete sicura e preparata, in piena sintonia con il personaggio, consapevole e coerente nello stile e nel fraseggio Mozartiano,  mai eccessiva nella ricerca dell’interpretazione, sempre elegante e ricca di giusti “affetti”, dalla voce omogenea, bene impostata,  corretta nell’emissione e mai abbandonata al caso, dal  timbro  bello e avvolgente in tutti i registri. Anche il soprano Esther Andaloro, nel difficile ruolo della Contessa è stata un’interprete convincente. Bella voce, espressiva, dal timbro caldo, suadente e lievemente melanconico. Senza niente togliere all’alta professionalità manifestata sia vocalmente che scenicamente, è sembrato, però, che l’artista presentasse qualche difficoltà nell’affrontare gli acuti delle due arie: sembravano emessi senza la serenità ed il giusto controllo, utilizzato, invece, egregiamente in tutto il rimanente contesto vocale. Nonostante questo, la cantante ha saputo offrire al pubblico una Contessa elegante, piacente e scenicamente efficace. Buona la prestazione artistica di Ugo Guagliardo nella parte del Conte di Almaviva. La voce calda e dal nobile colore, subiva però in certi momenti un ispessimento nell’emissione che ne faceva perdere la lucentezza e l’omogeneità. Questo difetto parrebbe derivato da uno scomposto e disuguale modo di inspirare che altera la linearità nel fraseggio nella sequenza tonale delle frasi. Domenico Balzani nel ruolo di Figaro non ha saputo darci una interpretazione convincente. Duttile scenicamente e disinvolto vocalmente, non ha però reso credibile il personaggio chiave dell’opera. Il ruolo mancava dello spessore esecutivo e della finezza psicologica di cui il personaggio di Mozart è intriso. Mancava dell’eleganza e dello stile che permette a  Figaro di rapportarsi con lo stesso cipiglio e forza persuasiva con  i personaggi maschili e femminili della più alta nobiltà e contestualmente, con le popolane ed i popolani più veri ed autentici. Nell’opera, la capacità personale di usare vari linguaggi  e un diverso approccio dialettico con tutti, si sviluppa gradualmente nel susseguirsi degli eventi, identificando e caratterizzando sempre più palesemente la psicologia poliedrica di Figaro il quale diviene  o dovrebbe divenire per lo spettatore, come colui che riesce sempre ad essere convincente e vincente con tutti ed in tutte le occasioni. Simpatica Giovanna Donadini, nel ruolo di Marcellina, benché abbia interpretato il personaggio in modo eccessivamente macchiettistico. Bravi Annalisa Stroppa nel ruolo del passionale adolescente Cherubino, Carmine Monaco in quello  di Bartolo e Krystian Adam in  Don Basilio e Don Curzio. Suadente ed amabile la dolce Barbarina interpretata da Arianna Donadelli. Per tutti vi sono stati applausi e consensi a scena aperta. Foto Priamo Tolu.