Festa della Danza a Bari: “La Stravaganza” e “Les Noces” di Angelin Preljocaj

DAB18 Danza a Bari stagione di danza 2017/18
LA STRAVAGANZA” e “LES NOCES” (The wedding)
Regia e coreografia di Angelin Preljocaj
“La Stravaganza”  “Les Noces”
Musiche  di Antonio Vivaldi, Igor Stravinsky
Con Loreta Bala, Odeta Dishnica, Rovena Shqevi, Adela Muҫollari, Elda Logo/Ledia Sulaj, Gerd Vaso, Eltjon Merja, Kristi Dshumani, Dion Gjinika, Endri Shkoza/Andi Vrapi
Costumi: Caroline Anteski
Luci: Jacques Chatelet
Direttore luci: Julien Guerut
Coreografi: Noémi Perlov, Dany Lévêque
Bari, 26 aprile 2018  Nuovo Teatro Abeliano 
Grande festa a Bari per celebrare la Giornata Mondiale della Danza, organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese e comune di Bari dal 26 al 29 aprile. Considerevole ammirazione per la performance del Balletto di Tirana con La StravaganzaLes Noces, per la regia e coreografia di Angelin Preljocaj, preceduta dall’intervento di Massimiliano Craus, ex docente di Storia della Danza presso la  Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli. La Stravaganza di Angelin Preljocaj, creato dal coreografo franco-albanese nel 1997, è ideato per sei coppie di danzatori sulle musiche di Vivaldi. Il tema di questa performance si lega alla vita dello stesso Preljocaj, figlio d‘immigrati, che racconta di aver lasciato la sua terra per affrontare una nuova realtà,  anche se le origini e il passato sovente ritornano nei suoi ricordi. Stili e musiche diverse si alternano, due culture lontane si mescolano, dando vita a una danza finale. In scena tre coppie in costume moderno danzano in uno stile contemporaneo, l’ideale apollineo della bellezza è qui espresso nella forma più pura.
Il movimento, sublimato all’astratta perfezione della sintassi accademica con fluidità, inneggia alla vita e alla freschezza di un corpo che s’incarna in forme coreografiche che pressappoco rispettano un verso poetico, una melodia orchestrale. Improvvisamente il passato ritorna: altre tre coppie, in costumi baroccheggianti,  iniziano a danzare alternandosi in momenti diversi, fino a compenetrarsi. Uno stile neoclassico di grande eleganza e musicalità, che si avvicina al grande coreografo George Balanchine, in cui la tecnica si adatta al vecchio e al nuovo, soprattutto la danza classica si adegua a nuove esigenze coreografiche, divenendo veloce e lineare, raffinata e atemporale.
Nella seconda parte le coreografie sono state realizzate sulla musica di Igor Stravinski: Les Noces, cantata in russo da voci di solisti e coro accompagnati da percussioni e pianoforti. Il balletto è stato interpretato per la prima volta nel 1923 dai Balletts Russes di Sergei Diaghilev a Parigi con la coreografia di Bronislava Nijinska. La storia narra di una giovane sposa e uno sposo che eseguono una serie di rituali tradizionali prima del loro matrimonio. Mostra quanto sia importante il matrimonio all’interno di una società contadina e come l’intera comunità  consideri il matrimonio un modo per far crescere la propria società. Il balletto è diviso in quattro tableau, che il  coreografo ha sapientemente legato al movimento di alcune panche presenti in scena e che interagiscono con il movimento dei ballerini. Il corpo di ballo è materializzato in forme visive e sonore che svelano l’inudibile, l’indicibile, obbligando a riflettere sulla continuità della tradizione, che si ripiega sui due giovani costretti a obbedire agli obblighi della società contadina. I suoni gravi e vari della musica sottolineano la rozzezza e l’istinto sessuale dei giovani, la forza della donna vestita con costumi tradizionali di vari colori, che batte i piedi,  le mani sul suo corpo accentuando il suo potere sull’uomo. La coralità del movimento all’interno delle coppie ha generato una comunicazione empatica; dare un significato ad un gesto vuol dire spostare l’obiettivo, su quello artistico. Una gamma di movimenti che hanno messo alla prova la capacità di controllo del corpo, velocità d’azione -ancora una volta il gesto tecnico applicato alla danza. La performance è stata dominata dal movimento atletico che arricchisce la coreografia donando scioltezza e  leggerezza, riflette la storia, i principi di una società antiquata, una partitura musicale difficile da capire. La plasticità del movimento fatica a esprimere concetti complicati, spesso caratterizzati dalla velocità e da accenti forti, lontani dalla naturalità del movimento, che appare frammentato e fa fatica a trasformare il messaggio creativo in  ricettivo.
Sorprendente la presenza di bambini e famiglie tra il pubblico, a conferma dell’ascesa culturale del balletto.