“La Sonnambula” al Teatro Sociale di Como

Como, Teatro Sociale, Stagione Lirica 2010/2011
LA SONNAMBULA”
Melodramma in due atti su libretto di Felice Romani, dal ballo pantomimo La somnambule,  ou L’arrivée d’un nouveau seigneur di Eugène Scribe e Jean-Pierre Aumer.
Musica di Vincenzo Bellini
Il Conte Rodolfo ALEXEJ YAKIMOV
Teresa NADIJA PETRENKO
Amina JESSICA PRATT
Elvino ENEA SCALA
Lisa MARINA BUCCIARELLI
Alessio MIHAIL DOGOTARI
Un notaro LUCA GRANZIERA
Coro AsLiCo  del Circuito Lirico Lombardo
Orchestra “I Pomeriggi Musicali” di Milano
Direttore Massimo Lambertini
Regia Stefano Vizioli
Scene e costumi Susanna Rossi Jost
Light designer Paolo Coduri de’ Cartosio
Como 15 ottobre 2010
Si apre quest’anno la stagione 2010/2011 del circuito lirico lombardo con il titolo belliniano più autenticamente “lariano”. Composta nel 1831 nella villa ove il compositore risiedeva a Menaggio , Sonnambula accanto a Norma viene da sempre considerata il capolavoro del catanese, e trova proprio nella cornice lacustre genesi e ispirazione . Lodevole e assai proficua di vitali spunti musicali è  la vena melodica  belliniana nel descrivere situazioni drammaturgiche concitate quali il finale I e quadri piu intimistici ed autenticamente lirici come la seconda aria di Amina. Come tutta la produzione belliniana l’orchestrazione viene creata e pensata per un  sereno e dinamico sostegno al canto; ciò non nega ne svilisce però il ruolo primario dell’orchestra. Citando un famoso direttore: “in Bellini c’è tutto, ma tutto deve essere interpretato nella giusta misura, questo onde evitare arditezze e toni espressivi eccessivi e che caratterizzeranno la produzione donizettiana e verdiana, o indugiare troppo in mollezze o letture scolastiche , lasciando alla sola linea vocale il compito di far rivivere degnamente questa musica.”
L’opera, che mancava dalla scena comasca dal 2001 con Mariola Cantarero quale protagonista, ritrova qui un’idea registica  piuttosto tradizionale; l’azione viene spostata dalla Svizzera ad una comune scena di campagna : pochi gli elementi scenici fra cui il mulino, qualche richiamo a case contadine, all’osteria di Lisa e alla foresta nel secondo atto. Scenografia nel complesso molto colorata dai toni giallo arancioni della prime scene e quelli più cupi del finale I e dell’inizio del II atto.
Passando al cast  ritroviamo con viva trepidazione (viste le precedenti prove), il soprano Jessica Pratt che dopo la Lucia e Rigoletto sempre a Como, si mette alla prova uscendone ancora una volta trionfatrice della serata. Inutile in questa sede descriverne tutte le lodevoli doti tecniche e interpretative nonché  la strabiliante naturalezza dell’emissione, caratteristica quanto mai rara nel panorama lirico di oggi e necessaria per affrontare  questo repertorio. Da una prova molto positiva, mostrando capacità di calarsi nel personaggio non comuni, che, insieme ad un sovrano controllo del proprio ricco strumento, le hanno permesso di delineare la figura di Amina con una tavolozza di colori e possibilità assai vasta. Sovracuti sparsi a piene mani, e un dominio del fiato che nonostante qualche difficoltà nella svettante coloratura, fanno di lei una  grande e promettente esponente del belcanto internazionale.
Elvino era Enea Scala, tenore gia apprezzato  per ruoli rossiniani e per la naturale propensione stilistica al repertorio del primo ottocento italiano. Offre una performance di grande qualità, mostrando una innegabile maturazione vocale che, nonostante l’arditezza della parte in questione, gli consente di sfoggiare uno strumento vocale molto ben controllato e dinamico. Oltre alla grande qualità del legato e acuti facili e sicuri, lodevole è la dizione pressochè perfetta e sempre comprensibile che gli consente di dare vitalità e gusto al fraseggio belliniano sovente poco valorizzato dagli interpreti. Ottima la presenza scenica e grande il coinvolgimento emotivo e teatrale; è lui il più applaudito della serata.
Prova un pò incolore invece quella del basso 24enne Alexej Yakimov. Dotato di bella voce e ben proiettata tecnicamente, si avverte  però la mancanza di pathos espressivo causata della giovine età dell’interprete. Una linea di canto corretta ma che manca del peso specifico adatto  per donare autorevolezza al personaggio sia vocalmente che scenicamente. Da risentire. Lisa era Marina Bucciarelli, anche lei debuttante e Amina nel secondo cast. Caratterizza perfettamente il personaggio dell’ostessa stizzosa e petulante, eseguendo bene entrambe le arie a lei deputate pur con qualche asprezza di troppo in zona acuta nella seconda di queste. Bene Nadija Petrenko come Teresa e Mihail Dogotari come Alessio, dotati entrambi di voci pastose e potenti . Di routine la direzione di Massimo Lambertini che pur mostrando grande attenzione all’accompagnamento dei solisti, non valorizza appieno colori e dinamiche della partitura belliniana . Ne risulta così una lettura spenta che mal si concilia con il complessivo buon livello artistico del resto del cast. Qualche dissenso alla fine per lui. Ottima la prova del Coro Aslico.