Milano, Teatro alla Scala: “Don Chisciotte”

Milano, Teatro alla Scala, Stagione di Balletto 2015-2016
“DON CHISCHIOTTE”
Musica Ludwig Minkus
Coreografia Rudolf Nureyev
Supervisione coreografica Laurent Hilaire
Orchestrazione e Adattamento John Lanchbery
Kitri VITTORIA VALERIO
Basilio ANGELO GRECO
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala
Direttore David Coleman
Scene Raffaele Del Savio
Costumi Anna Anni
Supervisione ai costumi Irene Monti
Luci Marco Filibeck
Milano, 31 marzo 2016

La rivisitazione dei grandi classici del balletto è una delle più grandi eredità che Rudolf Nureyev ha lasciato al mondo della danza. Il Lago dei cigni, La Bella Addormentata, Cenerentola, La Bayadère, Lo Schiaccianoci, Don Chisciotte sono solo alcuni dei titoli che Nureyev fece rivivere alla luce della sua esperienza di vita e di arte dando vita a dei veri capolavori, rinnovati rispetto agli originali dal punto di vista non solo stilistico ma anche e soprattutto concettuale e interpretativo. Il suo Don Chisciotte nacque alla Staatsoper di Vienna la sera del 1 dicembre del 1966, scene e costumi firmate da Barry Kay, musica di Ludwig Minkus nella brillante rivisitazione di John Lanchbery. Come i tanti autori coreutici che si sono accostati al capolavoro letterario di Cervantes, anche Nureyev pose al centro della sua opera la vicenda d’amore tra la bella Kitri e il giovane Basilio, che lui stesso interpretò nel debutto viennese a fianco di Ully Wuhrer. Fu un successo grandioso, ripetuto meno di quattro anni dopo all’Her Mayesty’s Theatre di Adelaide con Robert Helpman e Lucetta Aldous, gli stessi protagonisti della famosa versione cinematografica nata a Melbourne nel 1972-1973. Dopo varie riproduzioni in tutto il mondo, Nureyev portò il suo Don Chisciotte anche al Teatro alla Scala nel 1980 (con Carla Fracci come Kitri): da allora rimane uno dei titoli più gloriosi del repertorio del Piermarini. Nonostante questa ripresa sia un po’ passata in secondo piano, nascosta tra il ritorno dello Schiaccianoci di Nacho Duato e la nuova produzione de Il Giardino degli Amanti di Massimiliano Volpini, Don Chisciotte si riconferma un titolo decisamente congeniale per il balletto scaligero.
Tra i vari cast in cartellone abbiamo assistito all’interpretazione di Vittoria Valerio e Angelo Greco. Greco debuttò con grande successo il suo Basilio come primo ruolo da solista appena diplomato nel settembre 2014, regalando un’esibizione stupefacente per un giovane di soli 19 anni. Anche in questa ripresa si riconferma particolarmente a suo agio nel ruolo, con un’interpretazione vitale e briosa, impreziosita da batterie veloci, ottima elevazione, equilibri solidi e generosi renversés. Complessivamente buona anche la partnership, con qualche imprecisione solamente nelle prese.
Quanto a Vittoria Valerio, la sua Kitri – Dulcinea non è del tutto convincente. La bella e seducente giovane che attira gli sguardi di tutti nella piazza di Barcellona si rivela qui troppo posata e poco maliziosa, quasi intimorita dallo spirito travolgente che dovrebbe essere proprio di un personaggio dal coté fortemente popolare. Tecnicamente ci aspettavamo maggiore precisione ed estensioni, soprattutto nelle trascinanti danze del primo atto, vero cuore del capolavoro di Nureyev. Decisamente più convincente nelle vesti liriche di Dulcinea, Vittoria Valerio si riprende tuttavia in chiusura, con una buona coda del pas de deux del terzo atto ed un’esecuzione precisa dei trentadue fuettés. Note di merito per l’Espada di Jacopo Tissi, a fianco di Maria Celeste Losa anche come solista fandango. Anche se pensiamo sia più adatto a ruoli di charme principesco, Tissi si dimostra un Espada vivace e di carattere così come la sua partner, pienamente a suo agio nello spirito spagnoleggiante. Sarebbe stato molto interessante vederli impegnati anche come protagonisti! Applausi calorosi hanno accolto l’eleganza di Nicoletta Manni, bellissima e armoniosa Regina delle Driadi e la simpatia del Cupido di Daniela Cavalleri. Una menzione a parte è da riservare agli interpreti di Don Chisciotte (Giuseppe Conte), Sancho Panza (Andrea Piermattei), l’oste Lorenzo (Matthew Endicott) e Gamache (Marco Messina) che hanno restituito la teatralità dei personaggi mimati con la giusta dose di ironia. Le scene di Raffaele Del Savio e i costumi di Anna Anni incorniciano la versione scaligera del balletto firmato da Nureyev, dando pienamente corpo all’intensità di una danza che, nelle sue molteplici sfumature di colore, restituisce la bellezza di un titolo senza tempo. Alla guida dell’orchestra, la bacchetta impeccabile di David Coleman. Foto Brescia e Amisano – Teatro alla Scala di Milano