Opéra di Marsiglia:”Il Trovatore”

Marsiglia, Opéra, Stagione Lirica 2011/2012
“IL TROVATORE”
Dramma in quattro parti di Salvatore Cammarano, da dramma El Trovador di Antonio Garcìa-Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi
Edizioni Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
Conte di Luna CARLOS ALMARGUER
Leonora ADINA AARON
Azucena ELENA MANISTINA
M
anrico GIUSEPPE GIPALI
Ferrando NICOLAS TESTE’
Ines 
ANNE RODIER
Ruiz CARL GHAZAROSSIAN
Un Vecchio Zingaro FREDERIC LEROY
Un messo WILFRIED  TISSOT
Coro  e Orchestra dell’Opéra di Marsiglia
Tamas Pal
Regia Charles Roubaud
Scene Jean-Noel Lavesvre
Costumi Katia Duflot
Luci Marc Delamézière
Marsiglia, 2 maggio 2012
Le cupe e drammatiche vicende del Trovatore verdiano hanno  trovato in questo allestimento marsigliese dell’opera firmato da Charles Roubaud una visione classica, sobria e di buon gusto. Anche se la vicenda è stata spostata al  XIX° sec., tutto è ben chiaro e si possono seguire e comprendere le passioni che animano i personaggi. I cantanti, dal punto di vista della recitazione sono state  ben condotti : nulla è stato casuale, il crescendo emotivo teatrale si è perfettamente integrato  con   l’intensità drammatica della musica.
Le scene di Jean-Noel Lavesvre sono estremamente essenziali, si poggiano su vertiginose pareti che si aprono a efficaci squarci prospettici (molto bello in tal senso il secondo quadro dell’atto III). La scena è quasi senza tempo e le efficacissime luci creare da Marc Delamézière hanno creato delle magnifiche atmosfere. Magnifica l’ingresso delle suore nel secondo quadro dell’atto secondo: il bianco dei loro abiti si è quasi improvvisamente stagliato nella cupa scenografia. Molto belli (in particolare quelli di Leonora), di grande efficacia teatrale, i costumi di Katia Duflot.
Venendo all’esecuzione vocale, partiamo dalle voci femminili. La Leonora di Adina Aaron  ha una presenza tale da riempire da sola la scena. Attrice di grande comunicativa e temperamento, è però una cantante dalla resa vocale alterna soprattutto sul piano dell’emissione del registro acuto tendenzialmente “indietro”. I momenti migliori sono legati alle emissioni in mezzavoce, quindi ai momenti più squisitamente lirici. Come Azucena, Elena Manistina ha senza dubbio sfoggiato  una bella voce potente, con una buona zona grave. Sarebbe  una voce giusta per il ruolo ma le fa difetto un vibrato molto stretto e anche in questo caso un registro acuto disomogeno nella proiezione. La sua recitazione poi appare tendenzialmente statica e convenzionale. Rimane comunque un’Azucena di un certo pregio. Auguriamoci che, superati questi limiti possa regalarci delle prove ancor più convincenti in questo ruolo. Valida e ben presente la Ines di Anne Rodier . E veniamo alle voci maschili.  Il baritono messicano Carlos Amalguer possiede una voce e una statura che fanno di lui un Conte di Luna imponente. E’ dotato di una voce profonda con dei fiati straordinari, a proprio agio negli acuti come nel registro grave. Non gli nuocerebbe però un po’ di raffinatezza in più, una visione meno brutale del personaggio. Giuseppe Gipali è stato sicuramente un Manrico carico di passione e ardore.  Il suo è indubbiamente un canto immediato, ma anche attento alle sfumature espressive. I suoi momenti con Leonora e con Azucena sono pieni di emozione. Ha affrontato la celebre “pira” in modo incisivo e senza forzature, sfoggiando con sicurezza e senza tensioni il celebre “do”. Ottimo Nicolas Testè nel ruolo di Ferrando. Un basso dalla voce potente, ben impostata, omogenea, con belle note gravi. Infine la direzione di Tamas Pal, che mancava da lungo temp dalle scene di  Marsiglia, ha dimostrato di conoscere perfettamente quest’opera, ponendo la massima attenzione ai cantanti, nei tempi e nelle sonorità, sostenendoli sempre e cercando sempre di non prevaricare. Questo aspetto ha forse  un po’ penalizzato il il lato più sanguigno della partitura.  Un pubblico affascinato e coinvolto che salutato con applausi convinti tutti gli interpreti.
Foto Christian Dresse – Opéra di Marsiglia