Parma, Teatro Regio: “Gala Stelle Nascenti”

Parma, Teatro Regio
“GALA STELLE NASCENTI”
“La Esmeralda” – Pas de deux
Coreografia Marius Petipa
Musica Cesare Pugni
Interpreti Virginia Gruzza, Massimo Cussigh
“Raymonda” – Pas de deux
Coreografia Marius Petipa
Musica Aleksandr Glazunov
Interpreti Marie-Claire Newton, Carlos Martin Garcia
“La Fille mal gardée” – Pas de deux
Coreografia Marius Petipa
Musica Peter Ludwig Hertel
Interpreti Arianne Lafita Gonzalves, Vittorio Galloro
“From the beginning”
Coreografia Shaun James Kelly
Musica Johann Sebastian Bach
Interpreti Giacomo Cussigh, Heather Dunn, Shaun James Kelly, Teele Ude, Caroline Vandenberg
“L’Infiorata a Genzano” – Pas de deux
Coreografia August Bournonville
Musica Edvard Helsted, Holger Simon Paulli
Interpreti Caroline Vandenberg, Shaun James Kelly
“Trio”
Coreografia Marie-Claire Newton
Musica Apocalyptica
Interpreti Giacomo Cussigh, Marie-Claire Newton, Teele Ude
“Diana e Atteone”
Coreografia Agrippina Vaganova
Musica Riccardo Drigo
Interpreti Heather Dunn, Carlos Martin Garcia
“Grand pas classique” – Variazione
Coreografia Viktor Gsovskij
Musica Daniel Auber
Interprete Caroline Vandenberg
“Lo Schiaccianoci” – Grand pas dal Valzer dei fiocchi di neve
Coreografia Lucia Giuffrida
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Interpreti Virginia Gruzza, Massimo Cussigh
“Don Chisciotte” – Pas de deux
Coreografia Marius Petipa
Musica Ludwig Minkus
Interpreti Arianne Lafita Gonzalves, Vittorio Galloro
Finale
Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Interpreti tutti
Parma, 26 novembre 2013

All’interno delle programmazioni di danza dei teatri italiani si va sempre più diffondendo la moda di affidare serate di gala a giovani emergenti. Il che è solo un bene, considerato lo stato generale dei nostri corpi di ballo. Le scuole di ballo afferenti alla Scala e all’Opera di Roma da anni organizzano spettacoli soprattutto in prossimità delle feste natalizie. Il Teatro di San Carlo, forte anche del prestigio della propria Scuola, fa ormai del Gala degli allievi uno degli appuntamenti più attesi della rassegna Autunno Danza. Anche il Teatro La Fenice, da un paio d’anni, pur all’interno di una stagione di danza ridotta all’osso, offre una serata di Gala con giovani stelle internazionali. Su questa linea si può inquadrare anche la serata che si è tenuta il giorno 26 novembre al Teatro Regio di Parma.
Due giovani ballerini cresciuti a Parma Virginia Gruzza e Massimo Cussigh fanno ora parte del Tivoli Ballet Theatre di Copenaghen: insieme ad altri colleghi, ottengono la possibilità di esibirsi nella città che li ha visti maturare artisticamente.  In Danimarca, la costruzione del Teatro Pantomimico dei Giardini di Tivoli risale alla seconda metà dell’800, pur inserendosi nella tradizione antichissima della commedia dell’arte italiana; tradizione che a tutt’oggi perdura, accanto al repertorio ballettistico tradizionale danese (August Bournonville) e a nuove produzioni di danza. Ad accrescere la fama di queste produzioni, contribuisce notevolmente la figura della Regina Margherita II di Danimarca, grande appassionata dell’arte di Tersicore tanto da prendere parte attiva alle produzioni del Balletto dei Giardini di Tivoli in veste di scenografa e costumista. Negli ultimi anni, la Regina ha legato il suo nome ad un ciclo di balletti ispirati alle fiabe di Hans Christian Andersen, il cui ultimo capitolo è rappresentato da Il soldatino di stagno su coreografie di Dinna Bjørn e musiche di James Price.
In un’epoca di “massificazione” come la nostra – dove ormai è veramente difficile capire dove uno stile o una scuola siano peculiari e dove basta guardare su YouTube per rifarsi ad un modello da imitare – queste serate sono importanti per vedere il grado di preparazione raggiunto da questi giovani artisti, provenienti sì da formazioni molto diverse fra loro ma ora accomunati dalla Compagnia per cui si trovano a lavorare. Come spesso accade oggi, i giovani ballerini sono spronati verso la “fase compositiva”: così, anche nella serata tenutasi a Parma, accanto al repertorio tradizionale sono state presentate due nuove creazioni. La prima è From the Beginning, su coreografia di Shaun James Kelly e musiche di Johann Sebastian Bach, per cinque interpreti (Giacomo Cussigh, Heather Dunn, Shaun James Kelly, Teele Ude, Caroline Vandenberg). Purtroppo, pur nell’innegabile gradevolezza visiva del tutto… tutto è già visto. Muovendo dal duetto per giungere al quintetto, il numero occhieggia ora Balanchine, ora Dawson, ora Forsythe… in questo continuo gioco citazionistico che sempre più affligge l’attuale coreografia “neoclassica”, è veramente difficile trovare qualcosa che abbia il proverbiale tassello da aggiungere. Più piacevole perché più sincero Trio di Marie-Claire Newton su musica degli Apocalyptica per tre interpreti (Giacomo Cussigh, Marie-Claire Newton, Teele Ude), dove viene dato maggior risalto alle possibilità plastiche del corpo su una scena dominata dai colori bianco e nero.
Per venire al repertorio della grande tradizione ottocentesca, occorre dire che, pur nella buona esecuzione generale, nessuno ha mostrato quella fosforescenza nel virtuosismo, quella capacità di essere già padrone del movimento e della coreografia così da tenere lo spettatore… inchiodato alla poltrona. Il pas de deux da La Esmeralda (coreografia Marius Petipa, musica Cesare Pugni), il numero che ha aperto la serata, è stato danzato da Virginia Gruzza e Massimo Cussigh. Questo celebre passo a due è stato quello, a nostro avviso, meglio danzato dell’intera serata per l’immediatezza e la spettacolarità dei poisson, il salto morbido e levigato mostrato da Cussigh e la brillantezza del giro della Gruzza: a lei è mancata tuttavia la capacità di mantenersi sicura in attitude (piuttosto vacillante) ed una maggiore musicalità alla variazione. Nella seconda parte della serata, i due sono stati ottimi protagonisti del  pas de deux sulla musica del Valzer dei fiocchi di neve dello Schiaccianoci: la coreografia di Lucia Giuffrida ha esaltato la dimensione onirica del numero attraverso una danza in massima parte orientata alla verticalità.
Più complicato parlare del pas de deux da Raymonda, quello che incastona il Grand pas classique Hongrois all’ultimo atto del balletto, danzato da Marie-Claire Newton e Carlos Martin Garcia. Perché fra le tante versioni esistenti bisogna sapere quale scegliere… e non creare strani “ibridi”. In contrasto con un approccio più legato alla tradizione russo-sovietica (schiocco delle mani appena accennato, bourrée quasi soppesati, port de bras stilizzati), la Newton ha esibito un penchée davvero troppo rigido, stridente con la bellissima fisicità. Anche Carlos Martin Garcia ha mostrato una certa durezza nel lavoro di gambe nonostante il discreto legato sfoggiato alla variazione. Garcia e Heather Dunn sono stati anche protagonisti di Diana e Atteone, su coreografia di Agrippina Vaganova e musica di Riccardo Drigo: numero complessivamente ben riuscito, dove il jeu fra i due ha svolto un ruolo fondamentale.
Molto graziosa la resa de L’infiorata a Genzano (coreografia di August Bournonville e musica di Edvard Helsted e Holger Simon Paulli) nell’interpretazione di Caroline Vandenberg e Shaun James Kelly; quest’ultimo, in particolare, si è messo in luce per la buona elasticità della batteria. La Vandenberg si è cimentata anche nella non certo agevolissima variazione del Grand pas classique di Viktor Gsovskij: la qualità plastica non sarà stata eccellente ma la volontà di rendere il numero più possibile legato c’è stata.
I due outsider della serata sono stati Arianne Lafita Gonzalves e Vittorio Galloro, principal di diverse compagnie internazionali e freschi del premio alla carriera “Capri Danza International”, che si sono esibiti nei celebri pas de deux del Don Chisciotte e de La Fille mal gardée: in quest’ultima pagina in particolare Arianne Lafita Gonzalves ha mostrato grande verve tecnica e scenica. Una coppia generosa e affiatata che non ha tardato a scatenare gli entusiasmi del pubblico. Entusiasmi riservati a tutti gli interpreti, in una serata nel suo complesso ben riuscita.
Il Teatro Regio ha mostrato una grande propensione negli ultimi anni nel promuovere i “propri” giovani in campo musicale; ci auguriamo faccia lo stesso anche per quanto riguarda la danza, magari all’interno del festival ParmaDanza. Foto Roberto Ricci – Teatro Regio di Parma