Pisa, Teatro Verdi:”Madama Butterfly”

Pisa, Teatro Verdi, Stagione lirica 2011-2012
“MADAMA BUTTERFLY”
Tragedia giapponese in tre atti di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (da John L. Long e David Belasco)
Musica di Giacomo Puccini
Cio-Cio-San DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI
Suzuki HERMINE CLAUDE HUGUENEL
Kate Pinkerton EVA CORBETTA
B. F. Pinkerton LEONARDO CAIMI
Sharpless SERGIO BOLOGNA
Goro MAURO BUFFOLI
Il Principe Yamadori VEIO TORCIGLIANI
Lo Zio Bonzo CHOI SEUNG PIL
Il Commissario Imperiale CLAUDIO OTTINO
L’Ufficiale del Registro JORGE AGUILERA
Orchestra e Coro del Festival Pucciniano di Torre del Lago
Direttore Roberto Zarpellon
Maestro del coro  Francesca Tosi
Regia Vivien Alexandra Hewitt
Scene Kan Yasuda
Costumi Regina Schrecker
Disegno Luci Fabrizio Ganzerli
Realizzato da Toni Martignetti
Allestimento del Festival Puccini di Torre del Lago. Coproduzione  Festival Puccini di Torre del Lago, Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Verdi di Pisa
Pisa, 12 novembre 2011

Madama Butterfly, uno dei titoli più amati dal pubblico dei melomani, segna il secondo appuntamento della ricca stagione operistica del Teatro Verdi di Pisa sulle cui scene arriva lo storico allestimento firmato da Vivien Alexandra Hewitt che debuttò al Festival Pucciniano di Torre del Lago nel 2000: un allestimento che rinuncia molto intelligentemente alle convenzioni librettistiche e tradizionali più strette optando per un minimalismo universalista. La psicologia dei personaggi è costruita su movimenti e sguardi che lavorano sulla finezza, sull’efficacia della semplicità: la regia dell’irlandese Vivien Alexandra Hewitt s’inserisce armonicamente nel contesto scenografico dominato dalla costante presenza delle sculture di Kan Yasuda dove le linee levigate e morbide del primo atto lasciano spazio a quelle nette e geometriche de atti successivi. Le forme dello scultore giapponese sono esaltate dall’accurato studio delle luci portato a termine da Fabrizio Ganzerli e realizzato da Toni Martignetti che suggeriscono con delicatezza e drammaticità in primis gli stati d’animo vissuti dalla protagonista nei vari momenti della vicenda. Regina Schrecker opta per una linea di costumi elegante, mai pomposa, rinunciando anch’essa alla tradizione, caratterizzati da tinte chiare. Il risultato è quello di un allestimento che trova nella semplicità il suo punto di forza, il suo centro focale che rende questo dramma non più solamente confinato all’impero nipponico, ma universale.
L’operazione di collocazione in un luogo chiuso di questo allestimento, concepito per un luogo aperto quale quello di Teatro di Torre del Lago, ne conferisce un carattere più intimo, raccolto e meno dispersivo.
Donata D’Annunzio Lombardi è una Cio-Cio-San di prim’ordine: abile nel parlato pucciniano come nei passaggi melodici sfoggia un timbro squillante, avvolgente, drammatico. Bravissima nell’impersonare una donna che la realtà la rende adulta, “vecchia diggià” nell’“età dei giochi e dei confetti”: coinvolgente ed emozionante nei passaggi di maggior enfasi e sempre ben immedesimata col personaggio anche grazie ad un ideale physique du rôle. Leonardo Caimi è per la prima volta Pinkerton al fianco della sua compagna nella vita reale. Caimi sfoggia una bellissima voce tenorile vellutata, calda, che si fa notare anche per l’emissione poi è sempre naturalmente morbida ed omogenea. Sergio Bologna è un Sharpless cantato con  sensibilità,  risce bene nel canto discorsivo pucciniano e  tratteggia  la figura di  un uomo giusto, ma soprattutto saggio; la dolce Suzuki di Hermine Claude Huguenel vanta invece un’impostazione vocale solida, l’interprete appare però  caratterialmente fredda. Goro è un Mauro Buffoli molto coinvolto nel personaggio, ottimo timbro di tenore “contraltino”, dalla centrata gestualità nel tatteggiare un uomo estroverso e speculatore. Il Principe Yamadori di Veio Torcigliani si caratterizza per una voce vigorosa; così come ha positiviamente colpito  lo Zio Bonzo di Choi Seung Pil, mentre la Kate Pinkerton di Eva Corbetta non va oltre la correttezza.  Positivi i brevi interventi di  Claudio Ottino (Commissario Imperiale) e di Jorge Aguilera (l’ufficiale del registro).
L’orchestra è quella del Festival Pucciniano di Torre del Lago, quindi una compagine che di questa musica certo non ne soffre il digiuno: all’impeccabile esecuzione dei professori strumentisti si contrappone la direzione di Roberto Zarpellon caratterizzata da lunghe, a volte eccessive, pause e numerosi momenti disconnessi ai quali si accostano, inoltre, brani risolti con troppa semplicità e frivolezza. Bene il Coro, anch’esso del Festival Pucciniano e preparato da Francesca Tosi, sempre determinato e affiatato e teneramente onirico nel celebre coro a bocca a chiusa alla fine del II atto.
Il pubblico ha apprezzato con calorosi applausi tutti i protagonisti dell’opera. Particolarmente, e giustamente, acclamata la bravissima D’Annunzio Lombardi, mentre qualche dissenso dal loggione è piovuto per il direttore Zarpellon.
Foto D’Amato – Teatro Verdi di Pisa