“Senza trucco!”…Michael Spyres

Il tenore Michael Spyres è nato a Mansfield, dove è cresciuto in una famiglia di musicisti. Ha iniziato gli studi del canto negli Stati Uniti e in seguito al Conservatorio di Vienna. Ha esordito nel 2006 al San Carlo di Napoli come Jaquino nel Fidelio di Beethoven, ha quindi fatto parte della compagnia della Deutsche Oper di Berlino (2008/09). Si è prodotto in numerosi teatri internazionali fino alle prove più recenti che lo hanno visto al Teato alla Scala di Milano (La donna del lago Rossini, 2011), Candide all’Opera di Roma (2012). Attualmente è Masaniello nella importante ripresa de La Muette de Portici di Auber all’Opéra Comique (fino al 15 aprile). In Italia ritornerà al Rossini Opera Festival nel ruolo di Baldassare nel Ciro in Babilonia di Rossini. Altre notizie su Michael Spyres le trovate nel suo sito ufficiale.
Qual è il tratto principale del tuo carattere?
L’amore per la vita.
E il tuo peggior difetto?
L’ostinazione nel cercare di fare tutto quel che posso nel poco tempo che ci è dato su questa terra. Voglio fare esperienza di tutto.
Segno zodiacale?
Ariete.
Sei superstizioso?
Per niente. Sono un uomo di scienza.
Che rapporto hai con la spiritualità?
È una questione molto intima. Credo che il mondo sia ciò che ne fai e io ho scelto di essere felice e portare felicità agli altri.
Hai mai sofferto d’invidia?
Quand’ero giovane ho invidiato molte persone perché volevo essere molte cose. Maturando, ho capito che l’invidia è uno dei tratti peggiori della natura umana. È molto più utile chiedersi a cosa uno rinuncia per indulgere in quell’invidia e quali sono i fantasmi con cui la persona invidiata lotta e se c’è l’effettiva volontà di cambiare la propria vita pur di diventare come quella persona.
Cosa volevi fare da grande?
Volevo diventare un comico, un doppiatore di cartoni animati, un attore, uno chef, un pompiere, un insegnante e un cantante!
La tua famiglia ha influenzato le tue scelte ?
Decisamente molto poiché porto il nome di mio zio Michael che sognava di diventare un cantante lirico, ma morì a 36 anni a causa di una rara forma di cancro alla gola, pur essendo una persona sanissima. La musica è tutto per la mia famiglia. Mia madre, mio padre, mia sorella, mio fratello ed io siamo tutti musicisti e abbiamo cantato insieme si da quando ne abbiamo ricordo. Mio fratello è un cantante lirico, così come mia moglie. Mia sorella è una cantante/attrice di Broadway e suo marito è un compositore e violoncellista. Perciò, si, la mia famiglia ha davvero influenzato le mie scelte, ma sempre positivamente.
Quali sono i tuoi ricordi più cari?
La mia famiglia riunita e tutti noi che cantiamo insieme.
Qual è stato il tuo momento di maggior orgoglio?
Benché in quel momento non ne fossi cosciente perché ero troppo occupato a preoccuparmi di ciò che non conoscevo, guardando indietro direi che il momento in cui mi sono sentito maggiormente orgoglioso è quando ho deciso di trasferirmi in Europa con tutti i soldi che avevo (e non erano molti) per inseguire il mio sogno di diventare un cantante lirico.
Qual è la delusione più grande che hai mai avuto?
Crescendo ho capito che sono poche le  persone che conoscono il senso della parola riconoscenza.
Cosa manca nella tua vita oggi?
Niente, davvero! Sono realmente molto grato di assoporare la gioia di vivere.
Di che cosa hai paura?
Di non riuscire a fare esperienza di tutto ciò che vorrei sperimentare nella vita.

Hai un sogno ricorrente?
No, in verità sogno raramente…o meglio non ricordo i sogni.
Che importanza dai al denaro?
Il denaro rende più facile la mia vita, ma la maggior parte dei momenti più felici della mia vita sono stati… gratis.
In cosa sei più spendaccione?
Gelati o birra, dipende dai giorni.
Collezioni qualche oggetto?
Ero solito collezionare LP, ma ora colleziono mp3 di tutte le incisioni rare e dal vivo di tutte le diverse opere. Ah…dimenticavo… ho tutto il materiale registrato da Mario Lanza, incluse le sue rarissime registrazioni fatte a casa, oltre a tutti i film che ha fatto.
Quali sono le tue letture preferite?
«Proust era un neuroscienziato» di Jonah Lehrer, «Dark Star Safari» di Paul Theroux, «Why People Believe Weird Things» di Michael Shermer, «Armi, acciaio e malattie» di Jared Diamond, «Fisica dell’impossibile» di Michio Kaku, «Cruel Shoes» di Steve Martin, «On The Shoulders of Giants» di Stephen Hawking, «Candide» di Voltaire e «Il ramo d’oro» di Sir James George Frazer.
Qual è il tuo profumo preferito?
Replay di Givenchy.
Città preferita?

Vienna o Lisbona.
Colore preferito?
Il verde.
Fiore preferito?
La stella alpina perché mi ricorda le passeggiate nei boschi o le birre con amici e le chiacchierate sulla vita… che è uno dei miei passatempi preferiti.
Il cantante o i cantanti preferiti?
Ne ho troppi da nominare, perché credo che la vita sia troppo breve per avere un solo cantante preferito, ma alcuni fra quelli che amo sono: Bjoerling, Lanza, Ford, Tagliavini, Pertile, Fleta Caruso, Thill, Schmidt, Wunderlich e molti altri.
Qual è stato primo disco che hai acquistato?

«String Of Pearls» di Glenn Miller.
Qual è il film che hai amato di più?
“Waking life” di Richard Linklater. Si tratta di un film incredibile che prende una serie di vignette filosofiche e trae una storia da queste conversazioni molto profonde, che ti cambiano la vita che si trovano all’interno di esse. È stato filmato girato inizialmente come un film e dopo hanno impiegato più di cento animatori per animare ogni fotogramma e inserirlo in un’atmosfera da sogno. La storia ruota intorno ad un giovane che cerca di capire il senso della sua vita e non capisce se vive un sogno o la relatà. Questo argomento è un’idea profondamente filosofica che che pone la domanda: che cos’è la realtà? I nostri sogni sono la reale verità oppure il nostro stato di veglia è effettivamente il sogno? Da qui il titolo “Waking Life”, vita in stato di veglia.

Qual è la stagione dell’anno che preferisci e perché?
L’autunno, perché ho sempre caldo e l’autunno è perfetto perché posso indossare camicie a maniche lunghe e c’è sempre un fantastico profumo di brace nell’aria. Adoro vedere le foglie che cambiano colore e i barbeque vicino ai falò.
Che rapporto hai con la tecnologia e qual è il gadget tecnologico di cui non potresti fare a meno?
Sono un appassionato di tecnologia e amo pressoché tutti gli accessori elettronici, ma devo dire che amo il mio Samsung Galaxy Tab perché è lo strumento perfetto per il mio lavoro. Il Galaxy Tab è il gadget più prezioso perché dentro ho tutte le mie opere in formato pdf e posso ascoltare le mie registrazioni, guardando gli spartiti. Ho anche installato un’app che simula un pianoforte e posso ascoltare tutte le mie registrazioni, dato che registro tutto quel che canto per potermi riascoltare e veder se la mia produzione vocale va in conflitto con come mi sentivo mentre cantavo.
Che rapporto hai con la televisione?
Ero solita guardarla tutto il tempo, ma ad essere onesto, da quando mi sono trasferito in Europa 7 anni fa, non ne ho più il tempo. Quando sei lontano da casa c’è così tanto da fare di più importante che guardare la TV. Per la maggior parte del tempo, sono impegnato a imparare nuove opere o a cercare di imparare lingue o a vedere tutto ciò che una città ha da offrire, come sto facendo ora a Roma. Non sono uno sno, né detesto la TV, ma la maggior parte del tempo ho cose più importanti da fare e so che è una cosa che vale per tutti, ma siccome non riesco a tollerare il senso di colpa come fanno molti, evito di guardarla, eccezion fatta per Discovery, History o National Geographic e talvolta le notizie.
Che rapporto hai con la politica?
Credo che bisogna prendere parte attiva alla politica discutendo la storia, gli eventi attuali e il futuro dell’umanità in ogni momento. Chiunque mi conosca sa che credo nel miglioramento di sé e della società e nessuno dei due potrà avvenire finché ogni individuo non comprenderà i propri doveri verso sé stesso, il proprio paese e l’umanità intera per rendersi coscienti di ciò che succede nel mondo e non solo nella propria vita.
Hai delle cause che ti stanno particolarmente a cuore?
Ce ne sono tante, ma quelle più pressanti sono l’ambiente e l’uguaglianza di diritti, ma sopra tutte c’è il diritto di ciascuno all’istruzione. L’istruzione è la causa migliore da seguire perché è l’unico fattore che può influenzare tutti gli altri. Non saremmo arrivati da nessuna parte, se non fosse stato per l’istruzione, di qualsiasi tipo. Entrambi i miei genitori sono insegnanti e hanno cambiato in meglio tante vite col loro lavoro. Non credo che molta gente scelga realmente di essere cattiva. Gli studi dimostrano che, una volta che una persona diventa istruita, questa comprende che ha delle possibilità che prima non intravedeva. Il pensiero critico è ciò che ha condotto a tutti i grndi progressi della civiltà. Pensate a qualsiasi idea possiate aver avuto. Pensate a qualsiasi libro, film o musica che vi ha cambiato la vita… ora realizzate che vi hanno cambiato la vita perché avete acquisito una conoscenza di un argomento di cui prima non sapevate nulla o che siete stati illuminati attraverso la conoscenza che vi ha portato a vedere qualcosa che già conoscevate sotto una luce nuova.
Giorno o notte?
Entrambi, benché tenda a vedere il sole sorgere piuttosto spesso.
Qual è la situazione che consideri più rilassante?
Passeggiare da solo nei boschi.
La tua giornata ideale?
Svegliarmi e bere un doppio espresso e mangiare un’abbondante colazione all’americana e vedere il solo che splende dalla mia amata casa. Sedere sul mio divano e parlare con mia moglie della vita e scambiarci ideee. Dopo una bella doccia e un pò di canto, ce ne andiamo a passeggiare nella nostra foresta e poi ce andiamo a fare un giro in auto per strade secondarie ed esploriamo la natura. Mi incontro coi miei vecchi amici per pranzo e tutti insieme cerchiamo di superarci, come in una gara, nel raccontare una storia più divertente dell’altra. Nel pomeriggio andiamo al cinema e dopo ci mangiamo un semifreddo. In serata la mia famiglia si riunisce e cantiamo, mangiamo e beviamo fino a stancarci. Questa è una delle mie giornate ideali.
Qual è il tuo rifugio da tutto e tutti?

La mia casa in Missouri che io e la mia famiglia abbiamo costruito dal nulla.
Qual’ è la musica che di solito fa da sottofondo alle tue giornate?
«What a day this has been!» di Nat King Cole… o «What a wonderful world» di Luois Armstrong.
Cosa ti manca di più quando sei lontano da casa?
Le comodità e la possibilità di vedere i miei amici e la mia famiglia.
Qual è la vacanza o il viaggio che vorresti fare e che non hai ancora fatto?
Sogno di potermi dedicare qualche mese per visitare le Isole Fiji, Samoa, Tonga e Papua Nuova Guinea.

Chi o cosa ti imbarazza?
Non essere in grado di dare una risposta a qualcosa.
Com’è il tuo rapporto con il cibo?
Amo il cibo, è la sola cosa che ci mantiene in vita, quindi è meglio avere un buon rapporto col cibo.
Dieta mediterranea, dieta macrobiotica o fast food?
Tutte e tre, in momenti diversi. Come ho già detto, essendo vivi, dobbiamo provare tutto ciò che possiamo! Provare tutto con moderazione e poi vedere che sensazione ne trae il corpo. Sentirsi in buona salute dovrebbe essere la preoccupazione primaria di ognuno.
Qual è il tuo piatto preferito?
Pad-thai o pollo al curry o bistecca con verdure grigliate.
Vino rosso o bianco?
Quasi sempre rosso, ma ho provato anche dei bianchi meravigliosi. Mi piace sempre riuscire a sentire il sapore della botte in cui sono maturati.
Il posto dove si mangia peggio?
Beh, questa è una domanda a trabocchetto perché c’è cibo buono e cibo cattivo in qualsiasi nazione. Il segreto è informarsi su cosa c’è a disposizione e non aver paura di provare cibi nuovi. Il palato umano è uno strumento meravigliosamente variabile e adattabile per cui non credo che si possa dire dove si mangia peggio perché il gusto di una persona può variare mille volte. Siamo tutti diversi nella nostra unicità.
La musica è stata una vocazione?
Si, ho sempre saputo di voler diventare un artista ma è stato solo quando ero ventenne che ho capito che il mio hobby preferito era la mia vera vocazione.
A chi non conoscesse la tua voce, cosa faresti ascoltare?
Vorrei che ascoltasse l’amore che ho per ogni opera. Vorrei che ognuno almeno provasse ad ascoltare il buono che c’è nell’altro e non che una cosa sia sottovalutata solo perché una certa voce o un certo suono non sono mai stati ascoltati prima. In fin dai conti, voglio ciò che ogni interprete vuole che il pubblico ascolti: che mi importa molto della vita, dell’espressione, del linguaggio e dell’amore soprattutto.
Nel tuo nuovo cd A Fool For Love, pubblicato da poco, canti arie a tema amoroso tratte da opere francesi, russe, italiane e tedesche, ognuna caratterizzata da stili vocali molto diversi fra loro. Pensi che la tua voce sia adatta a tutti questi stili o ce n’è uno a cui si adatta meglio degli altri?
Si, mi sento a mio agio con tutti questi stili e credo davvero che, nella giusta cornice, potrei cantare tutti questi ruoli in modo molto convincente. Il problema è che quando, la gente sente qualcuno cantare, la maggior parte delle volte cercano di categorizzarlo per  poter giudicare più facilmente se il cantante rientri o meno nella loro idea di che tipo di voce abbia. Più uno studia l’acustica della voce umana e comprende che ci sono moltissimi fattori che concorrono alla formazione di una “voce” e più realizza che pochissime persone rientrano nella sua definizione di questo o quel  tenore. Nel corso degli anni ho mutato la mia comprensione di cos’è uno stile vocale. Mi sono state date così tante, differenti opinioni sulla mia voce che ho imparato a prendere tutto cum grano salis e a concentrarmi su una produzione vocale sana e sul tentativo di mettere insieme una lodevole prestazione artistica. Ormai ho cantato 40 ruoli nella mia carriera durata 13 anni in 4 lingue diverse che variavano dal Barocco, al Classico, alla musica del ventesimo secolo e la verità che ho costantemente scoperto è che se lavori duro e ti concentri sulla produzione di bella musica mentre tieni sempre a mente ciò che il tuo corpo può fare, allora sarai in grado di fare grandi e sempre diverse cose.
Se ti fosse data l’opportunità di scegliere un ruolo, cosa canteresti?

Mi piacerebbe cantare Hoffmann di nuovo, ma stavolta nella versione originale francese.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?
Cerco di smettere di cantare perché amo cantare tutto il tempo, ma so che cantare troppo prima di un’esibizione priverebbe il pubblico della mia voce al suo meglio.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Un bottiglia di acqua gassata.
A cosa pensi quando ti guardi allo specchio?
Mi dico che sono una persona molto fortunata che è molto grata di essere al mondo.
Stato d’animo attuale?
Pensieroso, ma ottimista, come la maggior parte delle volte.
Il tuo motto?
Se sono riuscito a guardare oltre è solo perché mi sono seduto sulla spalla del gigante. Oppure: devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.