Arena di Verona Opera Festival 2018: “Aida”

Verona, 96° Arena  Opera Festival 2018
“AIDA”
Opera in 4 atti su Libretto di Antonio Ghislanzoni.
Musica di Giuseppe Verdi
Il Re d’Egitto ROMANO DAL ZOVO
Amneris, sua figlia VIOLETA URMANA
Aida, schiava etiope ANNA PIROZZI
Radamès, capitano delle guardie YUSIF EYVAZOV
Ramfis, capo dei sacerdoti VITALIJ KOWALJOW
Amonasro, re d’Etiopia, padre d’Aida LUCA SALSI
Un messaggero ANTONELLO CERON
Sacerdotessa FRANCESCA TIBURZI
Primi ballerini BEATRICE CARBONE, PETRA CONTI, GABRIELE CORRADO
Orchestra, coro e corpo di ballo dell’Arena di Verona
Direttore Jordi Bernàcer
Maestro del coro Vito Lombardi
Regia e scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni
Coreografia Vladimir Vasiliev
Verona. 23 giugno 2018.
Il 23 giugno ha debuttato il secondo titolo della  96^ stagione dell’’Arena di Verona con la sua opera simbolo, l’Aida di Giuseppe Verdi. È stato riproposto l’allestimento di Franco Zeffirelli del 2002, in seguito ripreso più volte, per rendere omaggio al maestro fiorentino in occasione del suo 95^ compleanno.  La messa in scena di Zeffirelli risponde alle aspettative del pubblico areniano per il suo  monumentale e luccicante sfarzo scenico e per la ricchezza dei costumi di Anna Anni. Lo spazio del palcoscenico è dominato da un grande piramide dorata rotante con grandi figure faraoniche ai lati che fanno da sfondo alle diverse ambientazioni delle scene dell’opera.  A ciò si aggiungono altri enormi busti e statue dorate in posizioni di rilievo sulla gradinata. Il tutto valorizzato da un uso efficace delle luci, calde ma nel contempo soffuse. Abbiamo in varie occasioni parlato di questo allestimento e sottolineato come la gestione degli spazi dia a volte un senso di un loro congestionamento irrazionale.
Venendo alla parte musicale, possiamo dire che 
il successo della serata è venuto da un’eccellente compagnia di canto, unita a un’ottima prestazione dell’orchestra e del coro. Partendo dai due bassi,  Romano Dal Zovo (il Re) e Vitalij Kowaljov (Ramfis) abbiamo trovato due interpreti dalla forte personalità espressiva unita a voci altrettanto solide, sicure e sonore. Il baritono  Luca Salsi ha dato ad Amonasro un ritratto autenticamente regale: l’elegante, ma anche vigoroso fraseggio, si è affiancato a una voce potente, omogenea nell’emissione.  Anche se preciso Il Radamès di Yusif Eyvozov ha faticato a trovar la sua giusta resa vocale. I primi due atti sono stati un po’ sottotono e solo negli ultimi due il cantante  è riuscito ad esprimersi al meglio, con un espressivo uso delle dinamiche e dell’emissione che ha trovato delle maggiori morbidezze accanto a una grintosa linea interpretativa. L’annuncio, prima dell’inizio del terzo atto, del perdurare di un’indisposizione del mezzosoprano Violeta Urmana ha giustificato la  insoddisfacente prestazione dei primi  due atti, contrassegnati da un canto eccessivamente controllato e scarsamente imperioso.  Trovata una maggiore concentrazione, la Urmana  ha affrontato il quarto atto con accenti e canto vigorosi. La vera trionfatrice della serata è stata Anna Pirozzi; una qualità vibrante e passionale, ma anche struggente e dolce contraddistingue la sua Aida. Di fatto la Pirozzi ne fa una protagonista completa. Esemplare la sua esecuzione di “O Cieli azzurri.” Completano il cast vocale: Antonello Ceron (il Messaggero) e Francesca Tiburzi (la Sacerdotessa)  che  hanno valorizzato i due ruoli minori ma importanti con sicura professionalità. Ineccepibili i complessi areniani, essprimento al  meglio la  grande confidenza con la partitura. Il M° Jordi Benàcer li ha guidati con gesto sicuro e con una particolare attenzione ai contrasti ritmici e coloristici. Come in Carmen, meritano una lode il  suono brunito, sonoro (senza eccessi) e compatto degli ottoni, così come le trombe egizie: precise e squillanti.  Ripresa l’originale coreografia di Vladimir Vasiliev, con oltre 50 danzatori guidati dalla bravissima Beatrice Carbone che, nel personaggio di Akmen appositamente creato da Zeffirelli nel 2002 per  Carla Fracci,  si è appropriata di una presenza protagonistica che si sovrappone alla drammaturgia  verdiana.  Grande successo di pubblico che ha tributato calorisissimi applausi a tutti gli interpreti. In scena fino all’1 settembre. Foto Ennevi per Fondazione Arena