Teatro dell’Opera di Roma: “Fra Diavolo”

Teatro dell’Opera di Roma Stagione Lirica 2016-17
“FRA DIAVOLO”
Opéra-comique in tre atti su libretto di Eugène Scribe.
Musica di Daniel Auber

Fra Diavolo JOHN OSBORN
Lord Rocburg ROBERTO DE CANDIA
Lady Pamela SONIA GANASSI
Lorenzo GIORGIO MISSERI
Matteo ALESSIO VERNA
Zerlina ANNA MARIA SARRA
Giacomo JEAN-LUC BALLESTRA
Beppo NICOLA PAMIO
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Rory Macdonald
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Regia Giorgio Barberio Corsetti
Scene Giorgio Barberio Corsetti, Massimo Troncanetti
Costumi Francesco Esposito
Video Igor Renzetti, Alessandra Solimene, Lorenzo Bruno
Coreografia Roberto Zappalà
Luci Marco Giusti
Nuovo allestimento del Teatro dell’Opera in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo
Roma, 18 giugno 2017
Assente da Roma da oltre cento anni torna in scena al Teatro dell’Opera il Fra Diavolo di Auber per la direzione di Rory Macdonald e la regia di Giorgio Barberio Corsetti con una assoluta novità tecnologica in campo scenografico, scelta dal regista con il sostegno della sovrintendenza. Si tratterebbe infatti della prima scenografia teatrale stampata in 3D in blocchi poi montati su idonee strutture di supporto in materiale completamente riciclabile e adatto a catturare la luce delle proiezioni in modo tale da lasciarsene definire, colorare ed animare adeguatamente. L’azione di questo allestimento viene trasposta dal regista negli anni ‘50-’60 del secolo scorso, in un’Italia centrale dove sono forse poco riconoscibili il senso di esotismo un po’ misterioso e sanguigno che pervadeva l’idea di italianità degli artisti e degli intellettuali d’oltralpe dell’epoca della composizione dell’opera e dove, come d’uso ai nostri giorni, parte della narrazione viene sottolineata ed esplicitata con l’impiego di video e di proiezioni relegando inevitabilmente un po’ in secondo piano il testo e la musica. La scenografia ben si presta a definire i luoghi delle varie scene coadiuvata da un sapiente ed efficace uso delle luci tale da creare un continuo clima sospeso che per alcuni versi richiama la spazialità e le atmosfere dei quadri di Dalì, con passaggi frequenti dalla realtà alla finzione, dalla luce al buio, dal definito all’indefinito, dalla verità all’equivoco. Evidenti i richiami alla cinematografia di quegli anni con una lady Pamela che diventa una sorta di simpatica Marylin Monroe invecchiata, involgarita ed appesantita, che viaggia su un’automobile scoperta su una ipotetica via Pontina come nella migliore tradizione, i carabinieri in primo piano e i momenti di italica religiosità popolare risolti però più sul piano della commedia che non della sincera sensibilità. Nell’insieme lo spettacolo risulta gradevole e molto ben armonizzato con l’atmosfera della musica, anche se è piuttosto probabile che lo spettatore uscendo da teatro conservi nella memoria più il frammento di un video o un’immagine visiva che non una frase, un gesto di recitazione o un tema musicale.
La versione scelta per questo allestimento è quella in lingua francese ma con i recitativi sostenuti dalla musica composta per la versione in lingua italiana. L’Orchestra è stata diretta da Rory Macdonald che con gesto essenziale ed elegante propone un bel suono ed una lettura molto attenta a evidenziare in maniera chiara la varietà ritmica e tematica della partitura. Discrete le prove del coro e del corpo di ballo. La compagnia di canto è apparsa nel complesso omogenea e bene in sintonia con le intenzioni musicali del direttore e soprattutto del regista. Nel ruolo eponimo John Osborn crea un personaggio di indiscutibile vivacità teatrale con acuti sicuri, voce ben modulata e belle intenzioni musicali ma con forse un chè di generico che gli ha impedito di trasformare l’ottimo successo senza dubbio conseguito in un autentico trionfo personale. Roberto De Candia con voce ampia ma dal colore non ben definito ha impersonato in modo autorevole il ruolo di Lord Rocburg. Irresistibile la lady Pamela di Sonia Ganassi e assai buono il Matteo di Alessio Verna. Interessante per tenuta vocale, precisione nelle agilità ed estensione vocale la Zerlina di Anna Maria Sarra sia pure con qualche genericità e una certa freddezza esecutiva. Assai bravi sia musicalmente che scenicamente anche Jean-Luc Ballestra e Nicola Pamio rispettivamente Giacomo e Beppo. Lorenzo, interpretato da Giorgio Misseri con voce gradevole e rara musicalità a dispetto di una tenuta vocale non sempre ottimale quanto a volume, è stato tuttavia l’unico personaggio che è parso essere autenticamente illuminato dalla sensibilità dell’interprete oltre che da quanto previsto dalla complessa e nella sostanza efficace macchina teatrale concepita dalla regia. Alla fine ottimo successo e lunghi applausi per tutti ma non il trionfo che la rarità esecutiva e la oggettiva bellezza del titolo avrebbero fatto sperare. Foto Yasuko Kageyama