Terzo Concerto della Scuola Viennese al Teatro Ristori

Verona, Teatro Ristori, Stagione Sinfonica 2012/2013 della Fondazione Arena
Orchestra dell’Arena di Verona
Direttore Ola Rudner
Pianorforte Andrè Gallo
Ludwig van Beethoven: “Coriolano” Ouverture in do minore op.62
Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto nr.20 in re minore per pianoforte e orchestra K. 466
Franz Joseph Haydn: Sinfonia nr.104″ London” in re maggiore
Verona, 16 novembre 2012
Il terzo dei quattro concerti dedicati alla scuola classica viennese al Teatro Ristori (Venerdì 16 novembre e Sabato 17) da parte della Fondazione Arena di Verona ha presentato tre capolavori rappresentativi. L’ouverture “Coriolano” di Beethoven, lo  straordinario concerto per pianoforte n.20 K.466 di Mozart e la celebre Sinfonia “‘London” di Haydn. Al pianforte si è messo in luce un giovane ma già carismatico solista, Andrè Gallo,  sul podio lo svedese Ola Rudner, direttore già apprezzato dall’orchestra veronese. Se l’orchestra della Fondazione Arena di Verona non è pienamente riuscita a esprimere la necessaria tensione drammatica dell’Ouverture Coriolano, ci ha comunque offerto una prestazione di buon livello e sufficientemente dinamica, anche grazie al gesto forte e dal sicuro controllo del direttore.
La cupa tonalità in re minore nell’introduzione orchestrale sinfonica del concerto mozartiano, con il suo effetto propulsivo di sincopi ritmiche e armoniche sospensioni che creano negli archi un senso di inquietudine, ha immediatamente generato un clima di suspense. Come nei concerti precedenti, Ola Rudner è riuscito a tirare fuori il meglio dal complesso areniano che ha suonato con una sincronia completa con il pianista, un totale equilibrio nei momenti di interazione tra solista e orchestra. La pienezza del suono del “tutti” orchestrale è stata mantenuta anche quando la compagine aveva  un ruolo più di accompagnamento, così come  il fraseggio, la dinamica e l’equilibrio erano sempre adeguati e precisi. Il talentuoso pianista Andrè Gallo, ha eseguito il concerto con sicurezza, tecnica infallibile e coinvolgimento musicale ed estetico. La sua articolazione ordinata e leggerezza di tocco, ha quasi evocato le sonorità di un fortepiano, senza per questo rinunciare alla compattezza e il vigore  al momento opportuno.
L’eleganza e l’eloquenza della sua linea interpretativa, si è particolarmente evidenziata nel delicato e melodioso secondo movimento. Qui si è ammirata un’innata musicalità unita ad una raffinata comunicatività, qualità emerse nei bis (Debussy Arabesque n ° 1, e 2  brani di Poulenc).
L’acustica eccellente del Teatro Ristori, ha permesso all’orchestra di giocare con il ricco materiale timbrico e dinamico della “London” di  Haydn. Il direttore d’orchestra ha sfruttato appieno ciò, a volte riducendo la dinamica ad un sospiro, evidenziando le sospensioni armoniche, sottolineando gli accenti e le linee secondarie, governando l’equilibrio e il contrasto fra le diverse sezioni, dando forma attentamente al fraseggio e deidicando particolare attenzione alla precisione e alla omogeneità del suono nella sezione dei violini: le eleganti note ripetute in “staccato” nel tema dell’Allegro di apertura, ad esempio, e gli abbellimenti finali lasciati ripetutamente ai violini nel corso della sinfonia. La particolare bellezza dell’esecuzione da parte dell’ensemble è stata maggiormente evidente nella ripetizione modificata del tema principale nel secondo movimento con i violini e il fagotto che suonavano all’unisono perfettamente amalgamati ed equilibrati e il dialogo cullante fra l’oboe, il flauto e il fagotto nel trio del terzo movimento. Rudner ha diretto con rigore ed energia e il movimento finale, nel quale spicca il tema basato su una melodia folkloristica, suonato gioiosamente dai violini, ha concluso la sinfonia vivacemente. Foto Ennevi per Fondazione Arena di Verona