Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: “Offenbach Colorature”

Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Festival “Jacques Offenbach e la Parigi della musica leggera”, dal 29 settembre al 28 ottobre 2018
OFFENBACH COLORATURE”
Soprano Jodie Devos
Ensemble Contraste
Violino e direzione artistica Arnaud Thorette
Violoncello Antoine Pierlot
Clarinetto Jean-Luc Votano
Pianoforte e arrangiamenti Johan Farjot
Brani di Jacques Offenbach
Venezia, 27 ottobre 2018
Chissà perché, ascoltando Jodie Devos, ci sono tornati alla mente dei versi di Raymond Queneau: “Si l’poète pouvait/s’enfuir à tir-d’aile/les enfants voudraient/partir avec lui”… Forse vi era qualcosa di gioiosamente infantile nella candida voce della cantante, che sapeva librarsi “leggera e vagante” – avrebbe detto Saba – sulle ali delle melodie di Offenbach, suscitando – credo – anche in tutti noi spettatori, tornati bambini, il desiderio di seguirla nel suo acrobatico quanto fascinoso volo. Davvero prodigiosa questa ragazza belga! Una tecnica solidissima perfettamente introiettata, coniugata a doti vocali ragguardevoli, ne fa (latinamente) un “mostro” di bravura. Siamo di fronte a un vero “soprano di coloratura” dal timbro adamantino, in grado di superare in souplesse ogni più arduo passaggio d’agilità, mantenendo sempre un intelligente controllo della voce senza alterare troppo – a meno che non sia richiesto a fini comici – la mimica facciale; cosa peraltro assolutamente necessaria nell’opera e, forse ancor di più, in un concerto dal repertorio brillante, in cui la “recitazione”, la gestualità, le espressioni del volto sono elementi sottilmente determinanti. Dunque, Jodie Devos, magistralmente accompagnata dall’Ensemble Contraste, ha affrontato brillantemente le arditezze tecniche, che abbondavano nei brani presentati, tratti dal teatro musicale di Offenbach, offrendo un esauriente panorama delle competenze vocali del “soprano di coloratura”, che costituisce una sorta di filo conduttore attraverso la maggior parte delle opere del compositore.
La rassegna è cominciata con un’aria, che di primo acchito sembrava non insistere sul fattore virtuosistico, ma ad un certo punto un’esplosione improvvisa di note rapide e sopracute ha creato un effetto di sorpresa: l’ Air de La Corilla (“Les plus beaux vers sont toujours fades”,da Vert-Vert), in cui la cantante si prende gioco sfacciatamente di un pubblico ignorante, che si appaga di vocalizzi esagerati. Un analogo tipo di agilità si è sentito, nel corso del concerto, anche nell’Air d’Olympia (“Les oiseaux dans la charmille”, da Les Contes d’Hoffmann), tra i pezzi più famosi dell’intero repertorio francese, il cui virtuosismo vuole anche essere la parodia di un giocattolo senz’anima, il cui meccanismo si inceppa. Divertente quanto inaspettato lo schiaffo assestato alla stralunata Olympia dal clarinettista, per sbloccarla. Altre arie presentavano un virtuosismo, che si rivela complementare alla loro dimensione lirica, essendo meno pirotecnico ma funzionale a mettere in valore le inflessioni sognanti, soavi e tenere della voce. Si tratta di pagine di nobile raccoglimento, che richiedono anche morbidezza vocale nella tessitura media: i Couplets d’Eurydice (“La mort m’apparaît souriante”, da Orphée aux Enfers), la Romance de Rosée du Soir (“Le voilà… c’est bien lui”, da Le Roi Carotte) e Récit et romance d’Elsbeth (“Voilà toute la ville en fête”, da Fantasio).
Un ultimo gruppo di arie, in forma di valzer – il cui virtuosismo vocale è di origine strumentale, essendo state scritte da Offenbach sotto l’influenza del repertorio brillante dei pianisti da salotto mondano e dei violinisti da concerto – sono state offerte da Jodie Devos, riuscendo a celare la loro difficoltà esecutiva dietro un’apparente facilità e disinvoltura: la Valse d’Edwige (“Conduisez-moi vers celui que j’adore”, da Robinson Crusoé, Récit et rondo de Ciboulette (“Quel bruit et quel tapage”, da Mesdames de la Halle) e Valse-tyrolienne de Rosita (“J’entends ma belle”, da Un Mari à la porte).
Determinante per la riuscita del concerto l’apporto dell’Ensemble Contraste, che ha dimostrato – oltre a esperienza e sensibilità nell’accompagnare la voce – una spiccata nell’esecuzione degli arrangiamenti e delle trascrizioni per soli strumenti, realizzati con evidente perizia da Johan Farjot: Harmonies du soir (vla e pf); Entr’acte et Barcarolle, da Les Contes d’Hoffmann (tutti); Fantaisie Pot-Pourri sur Orphée aux Enfers (cl e pf); Les Larmes de Jacqueline (vlc e pf); Air du Brésilien, da La Vie parisienne (tutti); Menuet et Galop infernal, da Orphée aux Enfers (tutti). A fine serata il pubblico galvanizzato ha lungamente applaudito, ottenendo due bis, tra cui l’Air d’Olympia. Foto © Palazzetto Bru Zane – Photo Matteo De Fina