Verona, Teatro Ristori: “Valzer & Co”

Teatro Ristori – Stagione d’Opera e Balletto 2014/2015
“VALZER & CO”
Balletto su musiche di Johann Strauss, Josef Strauss e Gustav Mahler
Coreografia e Direttore corpo di ballo Renato Zanella
Primi Ballerini Teresa Strisciulli, Evghenij Kurtsev, Antonio Russo
Primi Ballerini, Solisti, Corpo di Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Verona, 19 dicembre 2014

Come quasi ogni anno in prossimità delle feste natalizie, le stagioni di danza (italiane e non) si rifugiano nel sempre confortante Schiaccianoci. L’idea di Renato Zanella – direttore del Corpo di ballo dell’Arena di Verona – di impostare un lavoro sul valzer e le sue declinazioni sarebbe stata in potenza ottima. Il referente più immediato cui verrebbe da pensare è ovviamente Il pipistrello di Roland Petit, la versione in danza dell’operetta “di capodanno” per eccellenza. A questo occorre anche aggiungere tutto il “retroterra viennese” di Zanella, già direttore artistico per molti anni del Balletto dell’Opera di Vienna nonché coreografo di diverse edizioni del Concerto di Capodanno e dei gran balli dell’Opera. Con tutte queste premesse era lecito aspettarsi qualcosa di più da Valzer & Co. Zanella costruisce un balletto per brevi quadri giustapposti (soli, passi a due/tre e scene d’insieme) su musiche Johann Strauss (padre e figlio), Josef Strauss e Gustav Mahler: l’ironia conferita dai tic di cui è costellata tutta la composizione (ancheggiamenti, uso estremo delle punte per le donne, gesti frenetici delle mani, il clima goliardico degli uomini dato da brevi intermezzi cantati) fatica ad emergere. E poi sa un po’ di déjà vu e in ben altri contesti: gli ensemble maschili (soprattutto il terzetto su Leichtes Blut di Johann Strauss jr, dove è emersa la prova di Evghenij Kurtsev), almeno a chi scrive, hanno rimandato ai celebri camerieri del Pipistrello di Petit ma lì… c’era un’altra capacità di ‘orchestrazione’. Se poi si pensa ad un valzer, sono pressoché immediate le associazioni a opulenza, sfarzo, ricchezza, gioia e grandi momenti di danza, da La Dansomanie fino ai grandi balletti sinfonici di Petipa/ Čajkovskij. La scena spoglia e i costumi dimessi non hanno contribuito granché: da questo punto di vista, fu senz’altro più riuscito l’immediatezza dello Schiaccianoci dell’anno trascorso. In tutto questo, Zanella gioca però la carta vincente inserendo il suo celebre Adagietto, come numero conclusivo: questa bellissima coreografia, sincera e ben costruita nella sua intimistica malinconia, è stata affidata ai due primi ballerini Antonio Russo e Teresa Strisciulli. L’aver impiegato una ballerina dalla linea morbida e lirica come la Strisciulli ha senz’altro contribuito a infondere quel tocco di umanità in più all’astrattezza della pagina. Ancora una volta, è emersa per omogeneità la prova del Corpo di ballo femminile su quello maschile ma molto buono è parso il complessivo coinvolgimento. Finale con la celebre Radetzky-Marsch e défilé di tutti i protagonisti dell’allestimento. Pubblico davvero poco numeroso per una prima e soprattutto in concomitanza delle festività  ma molto prodigo di applausi. Foto ENNEVI – Fondazione Arena di Verona