Grandi voci dal Metropolitan

Metropolitan Opera Gala 199125th Anniversary at Lincoln Center
Mirella Freni, Plácido Domingo, Luciano Pavarotti, Cheryl Studer, Anne Sofie von Otter, Barbara Daniels, Justino Díaz, Leo Nucci, Hermann Prey, June Anderson, Kathleen Battle, Ferruccio Furlanetto, Nicolai Ghiaurov, Thomas Hampson, Uwe Heilmann, Barbara Kilduff, Aprile Millo, Sherrill Milnes, Paul Plishka, Samuel Ramey, Birgitta Svendén,  Frederica von Stade.
The Metropolitan Opera Orchestra, Chorus and Ballet, direttore  James Levine  –
2 DVD  DG 0734582

Deutsche Grammophon pubblica in questi giorni il doppio dvd di un famoso Gala tenutosi alla Metropolitan Opera di New York nel settembre del 1991. La spettacolo fu realizzato per celebrare i 25 anni di attività del prestigioso teatro presso la nuova sede in Lincoln Center.
Il primo dvd contiene il terzo atto in forma scenica, sia del Rigoletto che dell‘Otello di G.Verdi. La visione e l’ascolto iniziano in modo non proprio entusiasmante, con un Rigoletto dove Luciano Pavarotti, decisamente fuori forma, canta sguaiatamente, sia nella tecnica che nel gusto. Le temibili frasi ascendenti in zona di passaggio all’interno del quartetto “Bella figlia dell’amore” mettono a dura prova il suo Duca, tanto da fargli palesemente mancare una nota o due. La Gilda di Cheryl Studer è insopportabile nel suo essere querula, tremula e caratterizzata da un’emissione tutta “spinta da sotto”. Leo Nucci ritrae il protagonista dell’opera con solido mestiere, ma senza meritarsi lodi sperticate. Restano Nicolai Ghiaurov, un poco a disagio nella parte di Sparafucile (disagio più interpretativo che vocale) ed una Birgitta Svendén che realizza una Maddalena inesistente sotto tutti i punti di vista. La direzione di James Levine non brilla per precisione, ma si rivela in più punti una vera panacea per il canto.
Il terzo atto di Otello è, invece, molto ben riuscito. Sopra tutti Placido Domingo, che pare trovarsi in serata particolarmente felice: la voce suona più chiara, limpida e meglio proiettata del solito, mentre la fusione col personaggio è completa e rifinita. Al suo fianco Mirella Freni, non più giovanissima, domina molto bene tutte le note di Desdemona (con solo un lieve impaccio all’inizio del duetto “Dio ti giocondi, o sposo”) e stupisce sia per la rotondità dei suoni acuti che per la solidità di quelli gravi. La sua interpretazione rimane quella degli esordi: semplice e priva di manierismi, ma efficace. Justino Diaz ha un volto fin troppo simpatico per Jago e voce discreta, ma canta in modo piuttosto rozzo. Uwe Heilmann risulta piacevolissimo nei panni di Cassio, in virtù di un timbro delicato ed emissione controllata. Le parti di fianco sono decorose e contribuiscono ottimamente al difficile concertato che chiude l’atto.
Il secondo disco contiene una selezione dal secondo atto di  Die Fledermaus di J.Strauss. Nel cast davvero brillante, dove spiccano il navigato Gabriel di Hermann Prey e la spumeggiante (nonché benissimo cantata) Rosalinde di Barbara Daniels, sono i grandi nomi della lirica, presenti in qualità di guest-stars all’interno della festa in casa del Principe Orlofsky (una troppo impettita Anne Sofie Von Otter), a catturare tutta l’attenzione: Frederica Von Stade (“Ah! Que j’aime les militaires” da La Grande-Duchesse de Gérolstein di J. Offenbach), Thomas Hampson (“Largo al factotum” da  Il barbiere di Siviglia di G. Rossini), June Anderson (“Je suis Titania” da Mignon di A. Thomas), Sherril Milnes (“Maria” da  West Side Story di L. Bernstein), Aprile Millo (“La mamma morta” da  Andrea Chénier di U. Giordano), Ferruccio Furlanetto (“Madamina, il catalogo è questo” da Don Giovanni di W.A. Mozart), Kathleen Battle (“O luce di quest’anima” da Linda di Chamounix di G. Donizetti), Samuel Ramey (“The impossible dream” da Man of La Mancha di Mitch Leigh), Mirella Freni (“Io son l’umile ancella” da  Adriana Lecouvreur di F. Cilea), Luciano Pavarotti e Placido Domingo (“O Mimì, tu più non torni” da  La Bohème di G. Puccini). In questo bailamme, spiccano senz’altro, June Anderson, precisa e con un mi bemolle da far impallidire decine di epigoni, Aprile Millo, ispirata e magnetica, Kathleen Battle che, pur dotata di uno strumento esiguo ed incolore, è talmente aggraziata e musicale da generare nell’ascoltatore un sorriso compiaciuto e la “strana coppia” Pavarotti-Domingo, in cui quest’ultimo, già all’epoca, rivelava discutibili e discusse velleità baritonali, cantando la parte di Marcello.
Una nota tecnica: l’immagine di questo doppio dvd, anche se si tratta di materiale che risale al 1991, appare nitida, priva di spuntinature e dai colori abbastanza naturali. L’audio originale in stereo è ampiamente soddisfacente e comunque più fruibile rispetto alla nuova traccia rimasterizzata in DTS.

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