Fondazione Arena di Verona – 88° Festival 2010 – “Franco Zeffirelli e l’Arena”
“IL TROVATORE”
Dramma in quattro parti su libretto di Salvatore Cammarano, dalla tragedia El trovador di Antonio Garcia-Gutierrez.
Musica di Giuseppe Verdi
Il Conte di Luna DMITRI HVOROSTOVSKY
Leonora SONDRA RADVANOVSKY
Azucena MARIANNE CORNETTI
Manrico MARCELO ALVAREZ
Ferrando GIORGIO GIUSEPPINI
Ines MIRJAM TOLA
Ruiz CARLO BOSI
Un vecchio zingaro FABIO BONAVITA
Un messo LUCA TAMANI
Primi ballerini ospiti LUCIA REAL, JOSE’ PORCEL, ROSA ZARAGOZA
Orchestra, Coro, Corpo di Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona
Balletto spagnolo “El Camborio – Lucia Real”
Direttore, Marco Armiliato
M° del Coro, Giovanni Andreoli
Regia e scene, Franco Zeffirelli
Costumi, Raimonda Gaetani
Coreografia, El Camborio ripresa da Lucia Real
Maestro d’armi, Renzo Musomeci Greco
Verona, 7 agosto 2010
Torna all’Arena di Verona il famoso allestimento zeffirelliano de “Il trovatore” di Giuseppe Verdi, nato per questo stesso palcoscenico nel 2001. Il fascino esercitato dalla combinazione di luci e scenografie è tuttora notevole, particolarmente nelle scene zingaresche dove l’intera gamma cromatica, dal giallo oro al rosso fuoco, illumina l’anfiteatro in modo suggestivo. Marco Armiliato, al suo debutto areniano, dirige l’orchestra ed un coro in gran forma, senza infamia né lode, preoccupandosi più di battere il tempo che della coesione generale tra cantanti e strumentisti. Reintegra i balletti durante i cori all’inizio del secondo e terzo atto (Zeffirelli impone) e taglia, come da tradizione, tutte le riprese delle cabalette. Il cast pareva, sulla carta, frutto di scelte quanto mai oculate da parte del management del teatro e bisogna dire che le aspettative sono state in gran parte attese.
Marcelo Alvarez nella parte di Manrico esibisce una voce ben presente, sufficientemente timbrata, ma, soprattutto, sorretta da un’emissione sicura: mai un suono che risulti schiacciato o poggiato “in gola”, grazie ad un buon sostegno del fiato che gli garantisce sonorità sempre efficaci e ben proiettate anche all’aperto. Di contro si rileva, purtroppo, assenza di vero legato ed un gusto musicale non molto raffinato (a tal proposito, il suo “Deserto sulla terra” cantato fuori scena risulta francamente volgare). Però si risolleva nell'”Ah sì ben mio”, mentre la “pira” (in Si naturalmente) non regala le faville che ci si aspetterebbe dal brano (il tenore, peraltro, omette di cantare le frasi previste durante gli interventi del coro al termine della cabaletta, in preparazione dell’acuto finale che riesce piuttosto bene).
Il Conte di Luna di Dmitri Hvorostovsky colpisce, oltre che per l’abbagliante chioma bianca e per l’altrettanto abbagliante costume (che pare provenire, assieme agli abiti di Leonora, direttamente da una delle parate di Disneyland), per la voce sommamente bella, nutrita d’armonici, pur senza possedere un gran volume. Canta la sua aria escogitando una mezzavoce quasi “soffocata” che esprime benissimo lo struggimento amoroso del personaggio, senza mai perdere il completo controllo del proprio strumento. Spiace, poi, constatare una tendenza continua ad essere ritmicamente in ritardo sull’orchestra (a questo riguardo il terzetto del primo atto è addirittura calamitoso, ma Armiliato non aiuta).
Sondra Radvanovsky tornava in Arena col personaggio di Leonora dopo sei anni. Negli ultimi due o tre anni il soprano statunitense è stato preceduto, ad ogni sua performance, da un discreto battage pubblicitario e giornalistico e, per una volta, in tanto entusiasmo c’è del vero: la Radvanovsky canta bene. E’ dotata di un timbro dalle fosche bruniture, di notevole ampiezza che si apre e s’illumina man mano che la tessitura sale, fino a Re bemolli sovracuti di singolare facilità e squillo. Certo, la dizione è perfettibile e le intenzioni interpretative non si sprecano; inoltre le si perdona qualche frase d’attacco calante al primo atto, causata probabilmente dall’emozione, ma, di rado in tempi recenti, si è potuto ascoltare un “D’amor sull’ali rosee” di tale bellezza, peraltro preceduto da un recitativo musicalmente rifinito e caratterizzato da accenti d’una giustezza mirabile. Molto bene anche il “Miserere” in cui gli affondi nelle note di petto sono sicuri e mai plateali. Il soprano giunge piuttosto stanco al duetto con il Conte (del resto si tratta della conclusione di un vero tour de force vocale che lo impegna per quasi venti minuti), ma si riprende nel finale dove è ancora capace di eteree salite a La bemolli perlacei.
Azucena costituisce il punto dolente di questa produzione: Marianne Cornetti sembra possedere la vocalità giusta da contralto verdiano per realizzare la parte, Do acuto compreso nel duetto con Manrico, ma l’emissione balla talmente da compromettere l’intonazione di due note tenute su tre (i Sol acuti della “vampa” risultano entrambi La bemolli puliti). Tra l’altro, la costumista Raimonda Gaetani le fa indossare un caftano-gioiello davvero stupendo, che pare sottratto al guardaroba di Marta Marzotto più che ispirato agli stracci di una nomade cenciosa.
Giorgio Giuseppini è un Ferrando dignitosissimo, dotato di bel timbro. Esegue l’aria molto bene, rispettando tutte le indicazioni della partitura e non importa che qualche terzina risulti non perfettamente a fuoco: ne sortisce comunque una prestazione più che soddisfacente.
Una nota folkloristica: la Radvanovsky e la Cornetti, entrambe americane, indulgono nel vezzo di emettere urletti e simulare piagnistei ogniqualvolta, in scena, vengono strattonate dai protagonisti maschili… forse qualcuno dovrebbe rammentare loro che ci troviamo all’Opera e non a Broadway.
Foto Ennevi
Complimenti per la recensione che rende piena giustizia alla prima recita del Trovatore areniano.Io c’ero e non posso che essere d’accordo con tutto quello che scrive.Questa è una delle poche volte che leggo un giudizio assolutamente incondizionato(a mio parere!)
Gentilissima “rosa del deserto”, la ringrazio molto.
vorrei spedita una foto in alta risoluzione di marcelo alvarez nel trovatore con la regia di zeffirelli all’arena di verona in particolare quando canta di quella pira vi ringrazio molto