Bergamo, Teatro Donizetti – Bergamo Musica Festival 2010
“AMOR INGEGNOSO” (Venezia, 1798)
Farsa in un atto
di Catterino Mazzolà
Musica di Giovanni Simone Mayr
Edizione critica a cura di Pierangelo Pelucchi
Prima esecuzione secondo l’edizione critica
Osmarino FILIPPO MORACE
Fiammetta GABRIELLA LOCATELLI SERIO
Irene ELENA ROSSI
Lisetta SONIA LUBRINI
Il Barone GABRIELE SAGONA
Orosmondo LIVIO SCARPELLINI
Adelaide ANNAMARIA PENNISI
Maghinardo LUIGI BARILONE
“IL CAMPANELLO” (Napoli, 1836)
Farsa in un atto
Libretto e musica di Gaetano Donizetti
Edizione critica a cura di Ilaria Narici
Prima esecuzione secondo l’edizione con i dialoghi in napoletano
Don Annibale FILIPPO MORACE
Enrico MAURIZIO MAGNINI
Serafina ELENA ROSSI
Spiridione ENRICO BERUSCHI
Mamma Rosa ANNAMARIA PENNISI
Direttore PierAngelo Pelucchi
Orchestra e Coro
Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
Regia Enrico Beruschi
Regista Assistente Luigi Barilone
Maestro del Coro Fabio Tartari
Disegno Luci Renato Lecchi
Scene e costumi Angelo Sala
realizzati dall’Accademia del Teatro alla Scala di Milano
Nuovo allestimento
Bergamo, 17 Ottobre 2010
Simpatica accoppiata di farse, questa messinscena del Teatro Donizetti di Bergamo: “Amor ingegnoso” di Giovanni Simone Mayr ed “Il campanello” di Gaetano Donizetti. Johann Simon Mayr (compositore tedesco di nascita, ma italiano e, nello specifico, bergamasco d’adozione) divenne, tra la fine del ‘700 ed i primi dell’800, uno degli operisti più in voga di quel tempo, i cui lavori furono rappresentati sui palcoscenici europei più prestigiosi. Il suo stile compositivo può essere considerato come una felice unione tra il rigore stilistico dei maggiori autori di area germanica a lui contemporanei, Gluck, Haydn e Mozart e la verve teatrale di quelli della scuola napoletana, Piccinni, Paisiello e Cimarosa. Mayr viene anche ricordato per essere stato insegnante di composizione di Gaetano Donizetti, il quale rimase sotto la sua guida per otto anni. La regia di questo dittico è stata affidata ad Enrico Beruschi, attore e comico milanese, che realizza, coadiuvato dalle belle scene e costumi di Angelo Sala e degli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, uno spettacolo classico, lineare e, soprattutto, scevro da istrionismi. Pierangelo Pelucchi (cui si deve, peraltro, l’edizione critica di “Amor ingegnoso”) ha diretto orchestra e cantanti con gesto pulito e facilmente comprensibile, accompagnando in modo entusiastico. La compagnia di cantanti si è dimostrata all’altezza delle richieste sia della partitura che della regia, con una menzione speciale per i soprani Gabriella Locatelli Serio ed Elena Rossi, mentre il tenore Livio Scarpellini ed il baritono Maurizio Magnini, pur bravissimo nel differenziare le diverse caratterizzazioni del personaggio di Enrico ne ”Il campanello”, hanno esibito doti canore discutibili. Beruschi si è poi reso protagonista di una brillante introduzione allo spettacolo in cui, passeggiando per la platea del teatro, ha risfoderato la sua vis comica, chiedendo ad un paio di attempate spettatrici se, per caso, fossero state presenti anche alle prime assolute del 1798 e del 1836. Il pubblico ha premiato la produzione con grande calore, mancando assurdamente di sottolineare con l’applauso il piacevolissimo coro donizettiano “Mesci, mesci e sperda il vento”, il momento musicale più ispirato di entrambe le composizioni. Foto per gentile concessione del Teatro Donizetti