Bergamo, Teatro Donizetti – Bergamo Musica Festival 2010
“DON GIOVANNI”
Dramma giocoso in due atti di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni CARLO COLOMBARA
Donna Anna ELENA ROSSI
Donna Elvira ARPINE RAHDJIAN
Leporello CARLO LEPORE
Don Ottavio FRANCESCO MARSIGLIA
Zerlina SANDRA PASTRANA
Masetto LUCIANO LEONI
Commendatore LUCIANO MONTANARO
Orchestra e Coro della Toscana
Direttore Jari Hämäläinen
Maestro del coro Marco Bargagna
Regia Bruno Berger-Gorski
Assistente alla regia Emiliana Paoli
Scene e costumi Daniel Dvořák
Disegno luci Marco Minghetti
Coproduzione:
Azienda Teatro del Giglio di Lucca
Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
Fondazione Teatro Coccia di Novara
Nuovo allestimento
Bergamo, 13 Novembre 2010
Altra coproduzione del Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Coccia di Novara, questo “Don Giovanni” di W.A. Mozart che, come sempre accade quando si tratta della messinscena dei capolavori del Genio di Salisburgo, ha prontamente richiamato un pubblico numeroso ed entusiasta. Un “Don Giovanni” tuttavia valutabile esclusivamente per le sue ragioni canore, giacché dell’allestimento qui proposto (solo un paio di fondali dipinti ed assenza quasi totale di elementi scenici, con l’aggravante di una regia piatta e didascalica) ben poco si può dire, se non che un’esecuzione in forma di concerto sarebbe stata forse preferibile. Il direttore d’orchestra finlandese Jari Hämäläinen presenta il suo biglietto da visita con un’ouverture in cui la drammaticità è annacquata da un piglio slentato e da tempi dilatati, che tali rimarranno per tutta la durata dell’opera. Ciononostante, si distingue per una certa cura e levigatezza sonore, entrambe realizzate dall’Orchestra della Toscana in modo dignitoso. Carlo Colombara è un discreto protagonista, dotato di bella voce di basso-baritono, in cui la timbratura lungo tutta l’estensione è notevole, coadiuvata da un’ottima proiezione e da una dizione chiarissima. Purtroppo, musicalmente, si ravvisano alcune imprecisioni, sia nella tenuta ritmica (tutto il “Metà di voi qua vadano”), sia nella tenuta dell’intonazione (in particolare nel “Là ci darem la mano”) ed anche uno o due attacchi a sproposito. Il suo Don Giovanni è comunque abbastanza convincente, anche in virtù di una buona presenza scenica. Al suo fianco il basso Carlo Lepore è un Leporello di grande efficacia. Innanzitutto possiede voce ampia, vibrante e di bellissimo colore. Sa poi essere interprete misurato, dosando con intelligenza la comicità del personaggio. La palma del canto più elegante spetta però al Don Ottavio di Francesco Marsiglia che, in entrambe le arie, si distingue per una linea morbida e per un legato rifinito. Anche sul versante femminile, si ascoltano con piacere voci di una certa caratura. Elena Rossi impiega tutte le proprie forze per reggere una parte tanto ostica come quella di Donna Anna, caratterizzata da arcate vocali ampie e gravitanti sulla temibile fascia del passaggio di registro. Se la prima aria, preceduta dal magnifico recitativo accompagnato, viene sostenuta piuttosto bene, il “Non mi dir” la trova affaticata, con acuti spinti e piuttosto stridenti, anche se la coloratura a conclusione del brano viene eseguita con onore. Arpine Rahdjian è una Donna Elvira di grande temperamento e di timbro graffiante. Tuttavia, l’emissione è discontinua e la linea vocale procede a scatti, così che molte note si risolvono in suoni malfermi e sgarbati. Sandra Pastrana (Zerlina) canta piuttosto bene e con un timbro piacevole, ma deve vedersela con lo sciaguratissimo Masetto di Luciano Leoni, il quale dimostra di avere seri problemi nel seguire la bacchetta, risultando sistematicamente fuori tempo rispetto all’orchestra. Un’ultima menzione per il Commendatore di Luciano Montanaro che, dopo un inizio sotto tono, si riprende molto bene nei successivi interventi, offrendo una prestazione di tutto rispetto. Foto per gentile concessione del Teatro Donizetti di Bergamo
caro Andrea Dellabianca, ho letto con piacere il tuo articolo e lo condivido, le impressioni descritte sono quelle che ho vissuto domenica pomeriggio. Condivido pienamente la critica ed una scena che in effetti era scarna e deludente salvata solo da un attento studio delle luci che si sono dimostrate, a mio avviso molto efficaci.
Detto questo domenica è stata presentata un’opera nel contesto gradevole, molto bravi il Leporello, Don Ottavio, il Commendatore, Zerlina, bravi Masetto, e Donna Anna, il Don Giovanni un po’ opaco con voce poco brillante ma nell’insieme ha tenuto la scena. Unica sgradevole sorpersa, Donna Elvira, che ha un ruolo dominante in quasi tutte le scene è stata a gran ragione fischiata. Oggi nessuno ne parla sui giornali ma penso e spero che i fischi siano giunti all’orecchio di chi favorisce gente non all’altezza e per capacità non note al pubblico. Un vero peccato, il pubblico si è sentito offeso e lo ha manifestato.
Caro Luigi, grazie dell’apprezzamento. Per correttezza (e considerati i sonori dissensi dei quali ci parla nel suo commento), sottolineiamo che il cast della recita cui lei ha assistito, differiva rispetto a quello da me recensito. Un cordiale saluto.
Ho assistito ad entrambe le recite e posso dire che la differenza fra i due cast era abissale. Il secondo cast era pietoso e i fischi a Donna Elvira erano piu´ che giustificati.
E’ molto imbarazzante leggere la recensione che Roberto Del Nista fa della 1° Compagnia e dello spettacolo in generale, sul numero di dicembre dell’Opera, questo ci fa pensare che i giudizi sono molto soggettivi. Ognuno di noi è libero di esprimere, in modo civile, le proprie opinioni. La cosa che disturba è quando si trovano persone o meglio “gente” che si ergono a giudici pensando di essere intenditori permettendosi anche di insinuare che le capacità sono di diversa natura. Tutto ciò è molto meschino. Ci vuole un bagno di umiltà. Una domanda: Quanto viene pagata una claque?
ho assistito ad entrambe le recite, e dire che il secondo cast era pietoso, non dà merito alla bravura di un giovane Leporello di talento e grande caratuura vocale, ad un Don Ottavio di ttuo rispetto e ad una donna Anna molto molto brava, su Donna Elvira non mi pronuncio, lo ha fatto prontamente e giustamente il pubblico di Bergamo